Il Cammino di Santiago passa da Napoli
Di Vins Tramontano
Il celebre pellegrinaggio è stato oggetto di un dibattito avuto sabato 17 febbraio, presso la Basilica di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli, in Piazza Municipio. Con grande soddisfazione dei tanti appassionati si è tenuto il previsto incontro sul tema “Da Santiago de Compostela a Napoli. Un Cammino tra Storia e Fede”, a cui hanno preso parte: il Governatore della Basilica, il Conte De Vargas Machuca, il Rettore della Basilica, Don Gino Pecoraro, il Priore della Confraternita di San Jacopo di Compostella, Prof. Jacopo Caucci, e in rappresentanza della Orden del Cammino di Santiago: il Commendatore Vincenzo Tramontano e i Cavalieri Vincenzo Fabaro, Bruno Rondinella, Giuseppe Mastro Battista e Giuseppe Farina. Dagli interventi che si sono avuti è emerso lo spirito per il Cammino di Santiago, ognuno ha sottolineato e sviluppato aspetti diversi del cammino, storico e attuale lasciando spunti di riflessione per il prosieguo del progetto. Il progetto in questione: “Napoli è legata a Santiago de Compostela a seguito della lunga dominazione spagnola che ha lasciato segni ancora oggi tangibili, tra questi la Basilica. Proprio durante il governo spagnolo, per volere del Vicerè Don Pedro de Toledo, nel 1540 cominciò la costruzione della Basilica da affiancare all’Ospedale dedicato alla cura dei poveri e intitolato a San Giacomo il Maggiore, che stipulò un accordo con i Cavalieri della Orden del Camino de Santiago, istituzione spagnola, prosecuzione dell’ordine militare e religioso nato nel XII secolo per proteggere i pellegrini che si recavano a Santiago de Compostela.
Al fine di promuovere la rinascita della Basilica dopo anni di chiusura per problemi strutturali la Real Hermanedad de Nobles de Santiago e il Rettore della Basilica Don Gino Pecoraro hanno manifestato la volontà di organizzare eventi di promozione e informazione del Cammino di Santiago de Compostela come percorso”. Quindi l’idea è di proporre la Basilica quale punto di incontro, per la città di Napoli e non solo, tra nuovi e vecchi pellegrini per condividere e promulgare lo spirito del Cammino. L’incontro è stato proficuo sotto tutti gli aspetti: ci sono state manifestazioni di interesse da parte delle molte persone intervenute con testimonianze dirette dei loro cammini, ma il fatto piu importante è stato la consegna della CREDENZIALE da parte del Rettore Don Gino a sei pellegrini, con tanto di timbro della Basilica, stabilendo di fatto nella giornata e nella Basilica di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli un nuovo punto di partenza per iniziare il Cammino di Santiago. Il Commendatore Vins Tramontano ha dichiarato che la Orden tramite i suoi rappresentati in Italia assicura la collaborazione al Rettore della Basilica, Don Gino, per gli incontri periodici che intende avviare. Ha ribadito: “A noi della Orden piace coinvolgere le persone, il loro interesse, fargli capire i valori del cammino, trasmettendogli sicurezza, annaffiando la pianta della loro curiosità, essergli amico e capire la loro preparazione”. Poi conclude: “Il Cammino di Santiago esercita il suo fascino tanto sui fedeli che su quei laici, ma la preparazione di chi si mette in cammino per raggiungere a piedi il santuario galiziano è per tutti uguale. Nella prima fase di preparazione è necessario imparare ad ascoltare il proprio corpo. Come? Mettendo a tacere tutti i miliardi di pensieri superflui che ci navigano in testa, per dare voce a quelli più essenziali e fisici, cosi ci si ritrova ad ascoltare la bellezza del fruscio del vento tra gli altissimi alberi di eucalipto o i richiami degli uccelli da una parte all’altra del bosco. La sfida del cammino non sta tanto nel percorrere o ripercorrere centinaia di chilometri fino a Santiago de Compostela, quanto nel tornare a casa e portare il Cammino nella propria quotidianità. Trasformare i rumori in suoni, osservare invece che vedere, comportarsi da pellegrini nei confronti del prossimo e nella vita. Per finire una sua perla: “Raccontare il cammino è facile, descrivere le emozioni è semplice, dire quello che il cammino lascia è impossibile”.