Ibsen, intervista alla Preside Costigliola: «Così riparte la scuola di Casamicciola»
Incontro con la neo Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo a poche settimane dall’avvio del nuovo anno. I plessi, l’organico, il segmento dell’infanzia (ancora a Ischia), i rapporti con le famiglie e l’amministrazione, il rilancio dell’indirizzo musicale, un nuovo sito web. Nuove sfide da affrontare per favorire il ritorno alla normalità, la coesione sociale e la centralità dello studente.
Il 2 settembre la professoressa Giovanna Battista Costigliola è ufficialmente subentrata alla collega Marinella Allocca nella dirigenza dell’Istituto Comprensivo “Enrico Ibsen” di Casamicciola. Una nuova partenza per la scuola isolana che, forse più delle altre, ha risentito gli effetti del terremoto del 21 agosto 2017. La nuova preside arriva (da Pozzuoli) con le idee ben chiare sul percorso da portare avanti nei prossimi anni, in un momento storico, sociale e culturale di forti cambiamenti e grandi sfide. Mettersi in gioco, dopo anni di insegnamento, per assicurare sempre il meglio agli studenti. Favorire il ritorno alla normalità, rafforzare la coesione sociale, ribadire la centralità di ogni alunno. Il quotidiano Il Golfo l’ha incontrata nel suo ufficio, al plesso Le Zagare di via Vittorio Emanuele.
Chi è Giovanna Battista Costigliola e come è arrivata alla dirigenza dell’Istituto Comprensivo “Enrico Ibsen” di Casamicciola?
Sono di Pozzuoli, ho una laurea in Matematica e per diverso tempo ho lavorato come informatico nel settore privato. Nel frattempo, avevo superato un concorso per entrare nella scuola, dove successivamente mi sono inserita insegnando Matematica per 22 anni in un istituto tecnico di Pozzuoli, il “Guido Tassinari”. Quando si è presentata l’opportunità di un concorso per la dirigenza scolastica, ho deciso di approfittarne: avevo delle idee chiare sulla scuola, che mi sarebbe piaciuto mettere a frutto. Ho anche maturato, in questi anni, una certa esperienza ricoprendo ruoli di responsabilità, anche regionale, in campo non scolastico ma di comunità. La dirigenza è stata l’opportunità far valere queste esperienze al servizio di una comunità e di organizzare una scuola secondo un progetto chiaro in cui credo da tempo.
Cosa vuol dire passare dall’insegnamento alla dirigenza?
Sicuramente cambia il punto di vista. L’eredità che ci si porta dietro permette di conoscere a fondo la problematica di chi opera nelle classi. L’ascolto dei docenti è la prima cosa. Anche quello delle famiglie e dei genitori, che sto incontrando in questi giorni. Altra differenza è che bisogna prendere continuamente decisioni.
A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico qual è la situazione dell’Istituto in merito ai plessi su cui si articola l’offerta didattica?
L’Ibsen è una scuola ferita dal terremoto. L’amministrazione di Casamicciola ha cercato di trovare delle sedi idonee: c’è il plesso delle Zagare, quello del Lembo di fronte al mare, e il plesso De Gasperi, restituito alla comunità in tutta la sua interezza. Tre classi della scuola media, quelle a indirizzo musicale, sono nelle sede che i Padri Passionisti ci hanno concesso ancora per un anno.
Resta la questione della scuola dell’infanzia, anche per quest’anno trasferita a Ischia.
La scuola dell’infanzia ha bisogno di strutture adeguate e un clima adatto. Quindi la soluzione migliore, al momento, ci è sembrata l’ex Opera Pia. Strade alternative? L’ex sede dell’Ufficio di collocamento, di cui si è parlato per un po’, non è ancora pronta. Stanno effettuando le ultime verifiche tecniche. L’anno scolastico stava per cominciare, il Comune ci è venuto incontro anche con l’istituzione del servizio di trasporto con navetta, non solo per quanto riguarda i bimbi che frequentano la scuola dell’infanzia ma anche per quegli studenti che, per le note vicende legate al terremoto, abitano fuori dal Comune di Casamicciola, ma che hanno voluto continuare a frequentare il nostro Istituto. Abbiamo attivato a tempo record un tavolo di concertazione con l’amministrazione e il servizio oggi funziona regolarmente per quegli studenti che ne hanno fatto richiesta. Forse all’inizio c’è stata un po’ di confusione o di caos, ma l’importante era far capire alle famiglie che la scuola era operativa fin dal primo giorno. Le prospettive future per la scuola dell’infanzia restano concentrate sulla ex sede dell’ufficio di collocamento.
Non esistono altri spazi che sono stati presi in considerazione?
Che io sappia no. La destinazione d’uso la sceglie la scuola. Abbiamo ragionato insieme sul portare qualche classe dell’infanzia al plesso De Gasperi, a Perrone. Ma lo ripeto: l’infanzia ha bisogno di spazi adeguati, bisognerebbe fare refezione e al De Gasperi non ci sarebbe stata questa possibilità. Avrei inoltre spezzato un gruppo e una comunità per cui, in accordo con il collegio e il consiglio d’istituto, ci siamo orientati nel mantenerla a Ischia ancora per quest’anno. Non volevo spezzare la compattezza della scuola dell’infanzia, né ci convinceva questa promiscuità con i bambini della primaria.
Com’è la situazione dell’organico?
La scuola primaria ha nove nuove maestre che arrivano dalla terraferma. Qualcuna ha deciso di fermarsi, altre faranno le pendolari. Nei giorni scorsi abbiamo fatto le convocazioni per i docenti che mancavano. Salvo qualche problema con gli insegnanti di sostegno, direi che siamo quasi al completo. Certo resta la questione dell’insularità, che scoraggia molti docenti dall’accettare l’incarico.
Il rapporto con le famiglie. Si parla spesso di un’alleanza educativa in crisi: l’emergenza post sisma l’ha peggiorata o è scattato un senso di maggiore solidarietà?
Sono arrivata da poco, ma ho avvertito un senso di forte unione e compattezza. Le faccio un esempio: l’anno scorso, per mancanza di fondi, l’amministrazione non ha potuto organizzare il servizio di mensa per i bimbi della scuola dell’infanzia. Sono intervenute le famiglie e la mensa è stata autogestita completamente dai genitori attraverso un’associazione. Probabilmente è un’esperienza che si ripeterà anche quest’anno. Il mio invito alle famiglie è quello di rafforzare l’alleanza con la scuola, fidarsi un po’ di più delle scelte che facciamo.
Eravate presenti anche a L’Aquila, per l’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico.
Sì, la nostra scuola è stata invitata all’Aquila per questa cerimonia alla quale hanno partecipato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il neo ministro della Pubblica Istruzione Lorenzo Fioramonti. Ho mandato una delegazione di otto persone, tra cui cinque studenti. Ad accompagnarli anche l’ex preside dell’Ibsen, la professoressa Marinella Allocca, che avevo conosciuto a fine agosto, che ringrazio per il lavoro svolto e con cui ho parlato diverse volte.
Le ha dato qualche suggerimento?
Ci siamo incontrate, certo. Ma credo sia necessario, per ogni dirigenza, ripartire da capo. Preferisco impattare personalmente con le problematiche, anche pregresse, di una scuola. Oggi comincia una nuova storia per l’Istituto Ibsen.
Come sono i rapporti con l’amministrazione di Casamicciola? Cosa ha chiesto e cosa le è stato accordato?
Rapporti leali, di forte spirito di collaborazione. Finora non ho trovato alcuna porta chiusa. Inizialmente ho fatto una serie di richieste che mi sono state accordate, a partire dalla digitalizzazione della didattica e dell’organizzazione amministrativa della scuola. Lavoriamo soprattutto affinché tutti i plessi dell’Ibsen abbiano la stessa dignità. Massima attenzione, poi, sulla questione sicurezza.
Il rapporto con le famiglie. Si parla spesso di un’alleanza educativa in crisi: l’emergenza post sisma l’ha peggiorata o è scattato un senso di maggiore solidarietà?
Sono arrivata da poco, ma ho avvertito un senso di forte unione e compattezza. Le faccio un esempio: l’anno scorso, per mancanza di fondi, l’amministrazione non ha potuto organizzare il servizio di mensa per i bimbi della scuola dell’infanzia. Sono intervenute le famiglie e la mensa è stata autogestita completamente dai genitori attraverso un’associazione. Probabilmente è un’esperienza che si ripeterà anche quest’anno. Il mio invito alle famiglie è quello di rafforzare l’alleanza con la scuola, fidarsi un po’ di più delle scelte che facciamo.
Eravate presenti anche a L’Aquila, per l’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico.
Sì, la nostra scuola è stata invitata all’Aquila per questa cerimonia alla quale hanno partecipato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il neo ministro della Pubblica Istruzione Lorenzo Fioramonti. Ho mandato una delegazione di otto persone, tra cui cinque studenti. Ad accompagnarli anche l’ex preside dell’Ibsen, la professoressa Marinella Allocca, che avevo conosciuto a fine agosto, che ringrazio per il lavoro svolto e con cui ho parlato diverse volte.
Le ha dato qualche suggerimento?
Ci siamo incontrate, certo. Ma credo sia necessario, per ogni dirigenza, ripartire da capo. Preferisco impattare personalmente con le problematiche, anche pregresse, di una scuola. Oggi comincia una nuova storia per l’Istituto Ibsen.
Come sono i rapporti con l’amministrazione di Casamicciola? Cosa ha chiesto e cosa le è stato accordato?
Rapporti leali, di forte spirito di collaborazione. Finora non ho trovato alcuna porta chiusa. Inizialmente ho fatto una serie di richieste che mi sono state accordate, a partire dalla digitalizzazione della didattica e dell’organizzazione amministrativa della scuola. Lavoriamo soprattutto affinché tutti i plessi dell’Ibsen abbiano la stessa dignità. Massima attenzione, poi, sulla questione sicurezza.
La scuola media, che a suo tempo fu definita la più grande innovazione scolastica del ‘900, oggi segna il passo. Per organizzazione, programmi e struttura. Un triennio, si dice, dal quale gli studenti escono senza una preparazione adeguata ai tempi e senza le idee chiare su cosa fare dopo. Che ne pensa?
Per certi versi la scuola italiana non ha mai avuto un occhio molto benevolo verso le riforme. Quella del 2009 poneva l’accento sull’autonomia, concetto cui le scuole italiane hanno poca familiarità, soprattutto in tema di autonomia didattica. Le possibilità che si potrebbero innescare per vivacizzare le cose sono di difficile realizzazione. C’è proprio una resistenza burocratica interna del sistema.
Le piace dunque la Buona Scuola?
Alcune cose sì, altre meno. La Buona Scuola ha permesso a tante persone di entrare nel mondo della scuola e lavorare nell’insegnamento. Forse non tutte le scuole hanno colto l’opportunità di utilizzare queste risorse al meglio. Da un parte c’è la legge sull’autonomia, dall’altro decreti sugli organi collegiali che, in alcune situazioni, possono generare conflitti di competenze che invece andrebbero armonizzati.
Le tre caratteristiche che deve avere un buon dirigente scolastico.
Saper ascoltare, sempre. Che non significa accontentare. Altra dote è quella di condividere. Alla fine si decide da soli, ma si può lavorare perché queste decisioni siano in qualche modo quanto più condivise. Come? Facendo capire a chi sta intorno a te che stai lavorando anche per loro. La terza? Cercare di essere autorevole in tutte le situazioni.
Superata l’attuale frammentazione, cosa le piacerebbe realizzare per questa scuola?
L’istituto E. Ibsen è stata la prima scuola ischitana ad avere un indirizzo musicale. Nel 2017 un decreto ministeriale ha stabilito che le scuole con indirizzo musicale hanno una missione: pervadere tutta la scuola di questa musicalità, attraverso una molteplicità di percorsi. Ecco, a me piacerebbe che tutto l’ Ibsen profumasse di musica.
Un obiettivo da raggiungere entro dicembre.
Con la collaborazioni di tutti dobbiamo riprendere quei progetti europei che ci erano stati approvati, che ho ereditato e che per diversi motivi non sono stati ancora attivati. Ora abbiamo una proroga del Ministero, quindi bisogna farli partire. Progetti digitali per alunni e famiglie, potenziamento delle competenze di base (lingua straniera, scienze, matematica) a cui il Ministero tiene tanto, anche un corso di scacchi, attraverso cui si sviluppano e potenziano la logica, la disciplina, la concentrazione. Sono piccole cose, ma per la nostra scuola, ancora così frammentata sul territorio, tutto diventa una grossa scommessa da vincere. Vorrei poi modificare il sito web: così com’è non mi piace, va ridisegnato e riempito di contenuti. Deve diventare lo strumento di comunicazione con le famiglie, con i docenti, con gli alunni e con il territorio
Consigli ai suoi studenti un libro da leggere.
“Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry. Lo consiglio anche ai docenti, non credo lo abbiano letto tutti.