Nei siti di stoccaggio destinati all’alluvione potrebbero essere finiti anche materiali derivati da altre lavorazioni, abbattimenti, demolizioni edilizie ed altre tipologie di lavorazioni non proprio legate all’emergenza in atto e derivati da altri cantieri che con la alluvione e con la frana di Ischia non hanno nulla a che fare. L’Antimafia che setaccia cantieri della alluvione di Ischia scuote il torpore di un territorio assuefatto e cominciano a filtrare le prime indiscrezioni. L’ordine del Prefetto di Napoli Michele di Bari di effettuare un accesso straordinario al sito del “Cantiere Pio Monte” sarebbe solo la punta dell’iceberg di una questione su cui non c’è da dormire sonni tranquilli. Obbiettivo verificare la consistenza, il contenuto e la provenienza di diversi carichi di materiali da risulta. Materiali di sfratto, prodotti pericolosi derivanti da lavorazioni edili spacciati ed occultati tra i materiali destinati al riuso. Sulla vicenda, ovviamente, vige il massimo riserbo, ma potrebbe essere quello dello smaltimento illecito, il filone seguito dagli inquirenti. Come è noto controlli a tappeto sui cantieri della ricostruzione post frana sono scattati da martedi mattina ad Ischia dove uomini della Direzione Investigativa Antimafia hanno passato al vaglio le ditte appaltatrici degli interventi per la messa in sicurezza del territorio e lo smaltimento del fango franato a valle dall’Epomeo a novembre del 2022.
Come abbiamo avuto modo di anticiparvi dalle pagine del nostro giornale, l’operazione, condotta con il supporto dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato isolane e che vede all’opera diverse decine di agenti è scattata qualche ora prima dell’arrivo sull’isola del prefetto Michele Di Bari che, nel corso della sua visita ufficiale, ha sottolineato la massima attenzione della Prefettura sugli appalti concessi per i numerosi lavori avviati in seguito alle calamità naturali verificatesi ad Ischia negli scorsi anni. Particolare attenzione viene posta nei controlli agli automezzi ed ai dipendenti delle ditte edili all’opera, alle autorizzazioni e documentazioni di trasporto ed al rispetto delle normative ambientali ed in tema di sicurezza sul lavoro.
I controlli della DIA sono legati, certamente, anche alla vicenda di Salvatore Langellotto che non ha fatto altro che fissare i riflettori sul caso. La presenza disinvolta dell’imprenditore ha certamente accelerato il processo. Questi, già condannato per concorso esterno in associazione camorristica ed arrestato pochi giorni fa con l’accusa di aver aggredito il presidente del Wwf Terre del Tirreno Claudio d’Esposito risultava assunto, proprio, dalla ditta appaltatrice dello smaltimento in terraferma del fango della alluvione di Ischia. L’arrivo del Prefetto ad Ischia è stato preceduto proprio dall’accesso straordinario al “Cantiere Pio Monte” ed avvenuto, certo, all’indomani della misura cautelare a carico di Langellotto, ma verosimilmente si collega ad una o più segnalazioni indirizzate alle autorità, al commissario Giovanni Legnini che ha notiziato e tenuto informato in tal senso il Prefetto. Gli inquirenti, prima di questo accesso straordinario eccellente a Casamicciola Terme, pare, avessero già puntato i riflettori sui flussi del materiale da risulta da smaltire provenienti da altri cantieri e non dalla frana o alluvione che dir si voglia. Prima di questo accertamento la lente di ingrandimento degli investigatori si era posata sui carichi di terra e fanghi all’interno dei quali erano state rilevate possibili anomalie. Sembrerebbe che gli 007 seguissero i carichi sull’isola ed in terraferma. Oltre che alcuni depositi stanziali ad Ischia ed in particolare nel “Cantiere Pio Monte”. Secondo informazioni in nostro possesso, tutte da confermare nei dettagli (bocche cucite comprensibilmente) sembrerebbe che negli ambiti di alcuni controlli siano state rilevate anomalia che avrebbero indotto le autorità ad alzare la guardia. Sembrerebbe che alcuni carichi non abbiano viaggiato conformemente alle direttive di carico e alcuni avrebbero trasportato materiali non compatibili con i fanghi dell’alluvione, ma che afferenti a lavorazioni derivanti da cantieri edili: sfratto e materiali da risulta derivanti da demolizioni edilizie ed altre attività. Qui verrebbe il passaggio più delicato. La cosa più grave, laddove fosse confermato, è legato al coinvolgimento di alcuni personaggi in vista. Coinvolgimenti confermati, pare, dalle dichiarazioni e dalle sommarie informazioni assunte dagli operai impiegati nella movimentazione delle terre ed in particolare nei depositi del complesso Pio Monte . Personaggi che sarebbero stati citati come “notabili” da alcune persone sentite dagli inquirenti. Ditte ed operai coinvolti in tali trasporti di detti materiali ed in particolare allo sfratto edile avrebbero parlato di richieste specifiche e fatto riferimento a questo personaggio molto in vista che avrebbero caldeggiato la raccolta, il deposito e lo smaltimento di tali materiali “non da frana”. Ci sarebbero immagini e materialo fotografici in tal senso a documentare i carichi e la provenienza degli stessi. La relazione tra questi e lo smaltimento potrebbe essere confermata dalla caratterizzazione del materiale rinvenuto e prelevato dagli esperti della DDA. Caratterizzazioni sui materiali rivenuti nei diversi siti vagliati sarebbero state eseguite per comprendere la compatibilità con i cantieri incriminati da cui lo sfratto, occultato tra le terre dell’alluvione, ben celato all’interno dei fanghi post frana di Ischia, sarebbe stato prelevato. Questo secondo trapelato e secondo le informazioni in nostro possesso. Se queste indiscrezioni fossero confermate risulterà inevitabile un supplemento di indagine e che porterebbe ad un terremoto che con le scosse sismiche non avrebbe nulla a che fare.