I tesori della chiesa di San Francesco d’Assisi
La storia della chiesa non è molto nota, ma vale pena conoscerla anche per inquadrare i capolavori artistici che sono presenti nell’edificio
La chiesa di San Francesco d’Assisi si trova a Forio in piazza Municipio ed è situata tra il convento francescano (ex Municipio) e l’Arciconfraternita di Santa Maria di Visitapoveri. Venne realizzata grazie al contributo del popolo e dell’Università di Forio (l’antico comune) per adempiere a un voto fatto in occasione della peste che decimava la popolazione del comune turrito durante la metà del Seicento.
Ci troviamo sicuramente dopo la bolla inter coetera del 1649 di Innocenzo X che ebbe l’effetto di espellere gli Agostiniani dal convento del Soccorso. I Francescani, infatti, ebbero carta bianca nell’opera di sostegno spirituale della comunità foriana ed ebbero molta libertà nella costruzione di edifici sacri. Sono documentati diversi aiuti che l’Università di Forio diede al convento e alla chiesa dei francescani e questo è emblematico perché ci fa comprendere il potere che avevano assunto. Dal punto di vista architettonico la chiesa di San Francesco d’Assisi è molto interessante e il materiale usato per la costruzione è il pietrame di tufo con intonaco dipinto. La facciata è semplice senza frontone o altri elementi decorativi. Questo sicuramente è uno dei segni di umiltà dei francescani che, come si sa, tendono a rinnegare gli eccessi e la ricchezza. L’interno della chiesa è ad una sola navata, con abside, senza transetto.
Lungo la parete destra della navata si aprono quattro cappelle, comunicanti tra loro, attraverso un piccolo passaggio. Il soffitto è a botte ed è decorato di stucchi. La parete di destra è indubbiamente la parte più importante dell’intera chiesa perché presenta opere straordinarie, molte delle quali realizzate dal pittore Filippo Ceppaluni vissuto nel XVIII secolo. Nella prima cappella osserviamo Sant’Antonio che predica ai pesci. L’opera è un olio su tela del sopra citato Ceppaluni ed è firmata e datata 1723. Se ci avviciniamo, infatti, possiamo leggere PHILIPPUS CEPPULANI FECIT 1723. Sempre nella prima cappella osserviamo il Miracolo di Sant’Antonio della stessa data dell’opera precedente. Vediamo Sant’Antonio che resuscita un giovane portatogli da due uomini. Molto simpatici sono i puttini che irrompono sulla scena con i loro volti grassocci. Spostandoci nella seconda cappella vediamo nella parete di fondo un meraviglioso Calvario di Schiano Evangelista del 1777.
Anch’esso è firmato EVANGE.STA SCHIANO P./1777. L’opera mette in mostra una scena davvero concitata e creata, tenendo conto della sovrapposizione del crocifisso ligneo, preesistente alla tela. Evangelista ha raffigurato sulla sinistra San Giovanni, che, tra la Madonna e Maria di Cleofa, esterna il proprio dolore con le braccia in avanti, mentre sulla destra un soldato guarda l’osservatore e indica col dito Gesù crocifisso. La Maddalena ai piedi della Croce guarda verso il cielo con le lacrime agli occhi. Il Crocifisso ligneo, posto al centro della tela, è una scultura della prima metà del XVII secolo di un ignoto scultore campano. Cristo è morto con la testa pesantemente gettata in avanti e con le bracca drammaticamente esili. Ciò che colpisce di più è la quantità di ferite presenti sul corpo di Gesù. Da queste scende il sangue a rivoli e ciò conferisce grande drammaticità all’opera. Nella seconda cappella vediamo ancora due opere, una di Filippo Ceppaluni l’altra di un ignoto pittore campano. La prima rappresenta un Compianto sul Cristo morto e risale alla prima metà del XVIII secolo, mentre la seconda mette in scena una Deposizione dalla croce risalente alla metà del XVII secolo.
La terza cappella della parete di destra offre allo spettatore due opere interessanti. L’Annunciazione è opera di Filippo Ceppaluni e risale alla metà del XVIII secolo. La scena è quella canonica con l’Angelo che si presenta alla Vergine regalandole un giglio, mentre indica con una mano il Padre Eterno che sembra planare sulla scena con la colomba dello Spirito Santo. La Vergine, sulla destra è in atto di preghiera e con grande sensibilità accetta il suo destino. L’altra opera rappresenta la Nascita della Vergine della prima metà del XVIII e attribuita a un collaboratore del Ceppaluni. La quarta e ultima cappella della parete di destra presenta le opere San Francesco riceve le stimmate e l’Estasi di San Francesco. La prima è attribuita a Filippo Ceppaluni ed è sempre della prima metà del XVIII secolo. Vediamo il santo inginocchiato con le braccia aperte, mentre alle sue spalle c’è un francescano che guarda la scena. Dall’alto appare un crocifisso tra luci e puttini.
L’estasi di San Francesco è un’opera sempre attribuita al Ceppaluni ed è una delle più dolci di tutta la chiesa. Su un letto, infatti, c’è il santo che ha una visione in cui un angelo in piedi suona un violino. San Francesco sembra essere sorpreso e cerca in tutti i modi di avvicinarsi alla figura angelica. Altre opere importanti si trovano nella zona del coro dove possiamo osservare lavori di grande importanza. Il più importante è un olio su tavola attribuita al grande Marco Pino rappresentante l’Immacolata Concezione. L’opera, datata alla fine del Cinquecento, ci mostra la Vergine avvolta in un mantello azzurro in piedi su una mezza luna con le mani giunte in atto orante e uno sguardo tenerissimo. L’Immacolata è attorniata da vari simboli e cartigli. La pala d’altare, situata in fondo all’abside, è un olio su tela di Giuseppe Simonelli che ci mostra la Vergine che dà la regola a San Francesco. L’opera, realizzata nell’ultimo decennio del XVII secolo, ha uno sviluppo verticale con la Madonna che dall’alto mostra una pergamena a San Francesco. Al di sotto sono raffigurati puttini, mentre in alto accanto alla Vergine c’è Cristo che assiste alla scena. Altre opere importanti nella zona del coro sono la Nascita di San Francesco di Carlo Ferrazzano del 1768, la Deposizione di Filippo Ceppaluni e un’Annunciazione di ignoto pittore campano della metà del Seicento. La chiesa di San Francesco d’Assisi è un meraviglioso esempio di architettura francescana e nello spazio in cui si trova dialoga in maniera straordinaria con l’Arciconfraternita di Visitapoveri, altro importante luogo di culto.