CULTURA & SOCIETA'

I Giardini Ravino chiudono la stagione degli eventi con una mostra di originali opere con la tecnica del chimigramma realizzata da Gino Di Meglio

Il pensiero speciale rilasciato dall'artista Ylenia Pilato presente alla mostra di Gino Di Meglio Mare Nostrum: "Sono stata felice di aver partecipato come spettatrice anche a questo ultimo appuntamento culturale proposto qui ai Giardini Ravino. Sono stata presente sull'isola anche ad altre mostre di Gino Di Meglio, che seguo con passione e stima da anni. La sua sensibilità artistica è immensa. Il mare è il luogo dove si raccoglie l'energia del mondo. Il titolo della mostra "Mare nostrum" viene dal passato, ma l'interpretazione dell'autore è anche in chiave moderna e aggiungerei senza tempo. "Mare nostrum" era la locuzione latina con la quale i romani chiamavano il Mar Mediterraneo.  Ma "Mare nostrum" , per me , oggi sta indicare le suggestioni del mondo interiore di Gino Di Meglio e le sue emozioni più profonde…”- Il commentol dell’archeologa e curatrice della mostra Mariangela Catuogno: “Nella produzione artistica, a partire dal seicento, lo sviluppo del genere della natura morta di pesci a Napoli trova una delle possibili cause di questa predisposizione al tema nei retaggi della cultura classica. Nelle nature morte delle Ville Vesuviane di Pompei, Ercolano, Stabia e Oplonti, la rappresentazione illusiva e realistica delle cose di natura, di chiara matrice ellenistica, è ravvisabile sia sulle pareti affrescate delle stanze delle ville romane in cui si svolgevano le opulente cene, sia nei piccoli quadretti su tavola chiamati Xenia, in greco doni ospitali, che i padroni di casa regalavano ai loro ospiti come offerta di ospitalità e augurio di abbondanza:”

Chi possiede una barca e la usa ama il mare e il suo mondo sommerso dal fantastico scenario degli anfratti e delle praterie sottomarine in fiore popolate di filari di pesci multicolori ed altro che lasciano incantati chi va alla loro “scoperta”. Gino Di Meglio ha la barca e ama il mare da ragazzo, a volte in veste di sub, altre volte nella qualità di osservatore appassionato capace di celebrarlo con le sue espressioni di artista fra le più singolari ed esclusive. Lo ha fatto con “Mare Nostrum” dove si è svelato esecutore di una tecnica maestra per raffigurare dieci esemplari scelti di una natura che lo ha portato alla nuova esperienza artistica e concettuale.

Per questo, nella splendida cornice dei Giardini Ravino a Forio, è stata inaugurata il 20 ottobre scorso 2024 nella sala Moby Dick la sua mostra personale intitolata per l’appunto ” Mare Nostrum “, curata dalla dottoressa Mariangela Catuogno direttrice delle attività culturali dei Giardini Ravino. L’inaugurazione si è svolta alla presenza di numerose personalità, tra le quali la nota showgirl di origini ischitane Justine Mattera.  Un momento magico che ha celebrato la bellezza dell’arte. A far da cornice all’evento che durerà fino al 5 novembre prossimo, un bicchiere di vino e una bella atmosfera conviviale. Gino Di Meglio, avvocato nella vita, fotografo per passione da anni, precisamente dal 1973, ha esposto nelle migliori sedi e gallerie d’Italia, tra Napoli, Pavia, Torino , oltre che nella sua Ischia, e fino all’estero. Nella personale ” Mare Nostrum” gli scatti del fotografo sono il risultato di un grande pregio artistico.  Nello specifico, la mostra invita i visitatori ad andare in profondità del mare, abitato da meravigliose creature. Dieci tipologie di pesci che popolano il Mediterraneo, tutte rappresentate con la tecnica del chimigramma. Essa è una tecnica di stampa senza fotocamera che permette di realizzare un’immagine utilizzando sostanze chimiche e carta sensibile alla luce. La tecnica è stata inventata nel 1956 dall’artista belga Pierre Cordier mentre sperimentava con smalto per unghie su carta fotografica.  I chimigrammi utilizzano oggetti come materiali organici e carta fotografica, nonché soluzioni di sviluppo e fissaggio. L’oggetto viene immerso nello sviluppatore e posizionato sulla carta per circa un minuto. Viene quindi lavato per eliminare i residui di sostanze chimiche. Il chimigramma sostituisce la carta fotosensibile alla tela,la chimica al pigmento, divenendo un ibrido tra fotografia e pittura. Pierre Cordier scrisse: “come la vita sulla terra, il chimigramma è creato nell’acqua: quella dello sviluppo e del fissaggio”. Dunque, le immagini si ottengono grazie all’insieme di sostanze chimiche lasciate agire su una superficie fotosensibile come carta fotografica.  Quest’ultima viene ricoperta di sali d’argento che, se esposti alla luce, si riducono un argento metallico, conferendo al supporto un progressivo strato di annerimento. Sulla carta poi si stende una sostanza, il resistente, come il miele, la vernice, la schiuma da barba o lo smalto per unghie, in grado di offrire una certa resistenza all’azione degli acidi di sviluppo e, al contempo, di lasciarli agire negli spazi lasciati liberi.

Le stampe ottenute diventano tutti pezzi unici, come quelli proposti dal fotografo Gino Di Meglio, il quale ha trasmesso attraverso le sue immagini artistiche la bellezza della natura marina. L’affluenza dei visitatori nel giorno del vernissage ai Giardini Ravino è stata alta. Tutti uniti e rapiti ad ammirare ogni singola fotografia come se fosse un dipinto. Un pensiero speciale ha voluto rilasciarlo l’artista Ylenia Pilato:” Sono stata felice di aver partecipato come spettatrice anche a questo ultimo appuntamento culturale proposto qui ai Giardini Ravino. Sono stata presente sull’isola anche ad altre mostre di Gino Di Meglio, che seguo con passione e stima da anni. La sua sensibilità artistica è immensa. Il mare è il luogo dove si raccoglie l’energia del mondo. Il titolo della mostra ” Mare Nostrum” viene dal passato, ma l’interpretazione dell’autore è anche in chiave moderna e aggiungerei senza tempo. ” Mare Nostrum” era la locuzione latina con la quale i romani chiamavano il Mar Mediterraneo.  Ma ” Mare Nostrum” , per me , oggi sta indicare le suggestioni del mondo interiore di Gino Di Meglio e le sue emozioni più profonde. Il fotografo -artista che ci propone un tema a lui caro, quello del mare. Pesci che fluttuano in un’atmosfera irreale, vestiti in parte di riflessi dorati che creano magnifici giochi di luce. Da artista apprezzo molto la dimensione artistica e fotografica di Gino. Come un pittore lui riempie le composizioni di pesci che danno vita a una spettacolare festa per gli occhi. Il mare e le sue creature sono state presentate a noi spettatori in una veste inedita. Sono state opere immerse in un crescendo emozionale. Un percorso che ha intrecciato arte, cultura, storia e fotografia in una mostra al sapore di sale, che parla di mare, quel mare nostrum che ci accomuna, simbolo di vitalità e biodiversità, elemento che lambisce le coste di tutti i continenti e che li tiene uniti e collegati tra loro. Dal mio punto di vista la mostra “Mare Nostrum” di Gino Di Meglio, oltre a proporre la bravura della sua fine arte fotografica, porta con sé un messaggio subliminale per ricordarci di prenderci cura dei nostri mari e del nostro unico pianeta, la Terra”, ha concluso l’artista Ylenia. 

L’ archeologa e curatrice della mostra arch. Mariangela Catuogno ha così commentato: “Nella produzione artistica, a partire dal Seicento, lo sviluppo del genere della natura morta di pesci a Napoli trova una delle possibili cause di questa predisposizione al tema nei retaggi della cultura classica. Nelle nature morte delle ville vesuviane di Pompei, Ercolano, Stabia e Oplonti, la rappresentazione illusiva e realistica delle cose di natura, di chiara matrice ellenistica, è ravvisabile sia sulle pareti affrescate delle stanze delle ville romane in cui si svolgevano le opulente cene, sia nei piccoli quadretti su tavola chiamati xenia, in greco doni ospitali, che i padroni di casa regalavano ai loro ospiti come offerta di ospitalità e augurio di abbondanza”. Anche Caterina Mazzella presiedente dell’Auparc-Ischia presentge all’evento ha voluto commentare: “La Mostra di Gino Di Meglio, noto avvocato, ha per soggetto 10 tipologie di pesci che vivono nel Mediterraneo,lungo le nostre coste ,rappresentati dall’ Autore con la tecnica del chimigramma,suscitando nel visitatore sorpresa ( per la tecnica innovativa usata) ed ammirazione e consenso per il significato intrinseco che le opere rappresentano:..riuscire a cavalcare l’ onda della propria esistenza con tenacia e senso di appartenenza….Unanime il plauso dei tanti ospiti,Amici ed addetti ai lavori, tra questi la nota show girl ed attrice americana Justine Mattera (di lontane origini ischitane) che non ha voluto mancare all’ atteso evento culturale isolano”. Stupefacente e misterioso quindi il mondo dei pesci raccontato da Gino Di Meglio. Esso ha affascinato fin dalla più remota antichità l’immaginario dell’uomo. Da sempre fonte di sostentamento vitale, poi volano nel processo di accumulazione del capitale tra Medioevo e età moderna e, in seguito, motore di un settore industriale di prima grandezza, il pesce ha assunto valenze che trascendono l’aspetto meramente alimentare per definirsi come protagonista di raffigurazioni artistiche e veicolo di significati simbolici. Pesci di ogni tipo hanno da sempre affascinato gli artisti per il loro scintillio e i sorprendenti effetti cromatici. Sin dall’antichità reiterati in motivi unidirezionali o utilizzati come riempitivi, si connotarono immediatamente come figure privilegiate nella produzione greca e romana. Rappresentati con dovizia di dettagli nell’arte precristiana, a testimoniarne l’importanza nell’economia di popoli che prosperarono a ridosso del mare, nei secoli successivi a essi fu riservato un posto d’onore nelle rappresentazioni d’arte sacra. Dal Medioevo in poi la presenza della fauna ittica nelle opere pittoriche fu legata soprattutto alla simbologia del Cristianesimo.  Con l’emanciparsi dell’arte della religione, nelle tavole imbandite della fine del Cinquecento e del Seicento la fauna marina fu sempre molto presente. I pesci sono stati una costante della natura morta dal Seicento fino ad oggi.

Fotoricerca di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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