CULTURA & SOCIETA'

I gatti liberi di Roma ovvero di “Roma Mamma Gatta” celebrati in un film documentario del regista Gaetano Amalfitano proiettato alla Torre del Molino

Il commento dell’artista foriana amante dei gatti Ylenia Pilato; presente alla proiezione: " Questo docufilm dedicato alle celeberrime colonie feline romane è bellissimo! Emozionante, direi! I gatti liberi di Roma, patrimonio bioculturale della città, sono raccontati con una sensibilità del regista Gaetano Amalfitano che ho avuto il piacere di conoscere personalmente.  Sono felice di aver assistito alla proiezione di questo " affresco" che fotografa alla perfezione la situazione dei gatti liberi a Roma. A tratti poetico e commovente, a tratti crudo nel mostrare le ansie di chi ogni giorno si occupa di loro. Roma Mamma Gatta sottolinea la concretezza ma anche i sogni delle gattare/i delle associazioni animaliste, eroi quotidiani di una silenziosa battaglia di civiltà.  Un docufilm davvero interessante che merita di essere visto anche nelle scuole"

La Torre del Mulino, ex carcere di Ischia, ha ospitato domenica 22 settembre 2024  la proiezione del film documentario ” Roma mamma gatta” del regista Gaetano Amalfitano, alla presenza dell’assessore alla cultura del Comune di Ischia, della direttrice della biblioteca Antoniana di Ischia e di tanti altri amanti dei gatti. ” I gatti di Roma sono gatti letterati: si radunano soltanto nei luoghi più celebrati.  Al Pantheon ed al Foro, incuranti dei turisti, fanno i loro concerti quei nobili musicisti.  Sono poveri e spelacchiati, e se la passano male, ma restano pur sempre i gatti della Capitale. Ma i romani de Roma sanno la verità, e vogliono molto bene ai gatti di città.  Tu li vedi portare cartocci e cartoccetti con gli avanzi di cucina ai loro prediletti”…

IL REGISTA GAETANO AMALFITANO DI BARANO

Così Gianni Rodari, romano d’adozione, descriveva i gatti di Roma nei versi composti per l’opera, uscita postuma, che il grande scrittore e pedagogo aveva deciso di dedicare ai felini. Sono parole che ben descrivono il rapporto di Roma con i suoi mici, da sempre raccontati nelle opere degli artisti più legati al cuore della città, da Trilussa a Gioacchino Belli, entrambi maestri nell’utilizzare gli stereotipi legati ai gatti nell’immaginario collettivo come metafore dei difetti e dei vizi tipici dell’uomo stesso. Ma quanto fosse speciale il rapporto di Roma con i gatti era chiaro fin dall’età imperiale, epoca in cui il felino veniva considerato animale sacro, fedele compagno sia nella vita terrena che ultraterrena.  Per questo molti cognomi della Roma Antica prendevano spunto dalla parola cattus, per l’appunto gatto in latino. Un legame tramandato anche nel culto della dea Iside, protettrice degli animali e dei gatti in particolare, a cui erano dedicati molti templi in giro nell’impero. È dunque millenario il legame di Roma con i propri gatti, come ha raccontato Carla Rocchi, antropologa, presidente dell’Enea Ente Nazionale Protezione Animali e grande amante dei felini. ” Il legame dei gatti con Roma è molto antico, tant’è che in una delle colonie più antiche della citta’, quella dei Mercati di Traiano, una decina d’anni fa sono stati ritrovati dei resti databili al carbonio 14 risalenti al 400 d. C., ciò significa che lì è presente una colonia da 1600 anni”. Dunque, quella presente ancora oggi a Roma è una lunga dinastia di gatti che si perpetua, e che ha scelto per la propria stanzialita’ i luoghi storici più belli e significativi della città, da Torre Argentina, il luogo simbolo dell’uccisione di Cesare, al Colosseo, alla Piramide, solo per citare le colonie più antiche e numerose. Così come è significativa la presenza di gatti nei luoghi di riposo, su tutti la grande colonia del cimitero del Verano. Oggi sono oltre 5 mila le colonie feline censite dalle ASL nella Capitale, alcune in luoghi insospettabili come, ad esempio, l’Università ” La Sapienza” , dove un insediamento di gatti è diventato oggetto di un provvedimento di tutela da parte del Rettore.

Una curiosità sull’orgine del termine ” gattara”, parola nata a Roma a indicare non una persona ma un luogo, e cioè quello che Papa Innocenzo aveva destinato alla raccolta dei mici randagi. Erano soprattutto le donne a prendersi cura dei gatti. C’è sempre stata una forte connessione tra la donna e i gatti, perché il gatto è sempre considerato simbolo di una indipendenza da osteggiare, tant’è che nei roghi delle donne considerate streghe il più delle volte c’era anche un gatto. Roma e’ una città dai mille volti e dalle mille storie e in tutto questo i gatti giocano un ruolo fondamentale. I gatti di Roma sono quasi un simbolo della città, sono forse i veri padroni di questo luogo ricco di storie. Con il patrocinio del Comune di Ischia, di Enpa e di Gaia Animali e Ambiente è andato in scena per la prima volta a Ischia il docufilm ” Roma mamma gatta” che da subito ha catturato l’attenzione dei presenti che per ben due ore non hanno staccato gli occhi dallo schermo durante la proiezione presso la Torre del Mulino di Ischia, trasformata per una sera in una sala di cinema. Roma Mamma gatta è un viaggio alla scoperta della realtà delle colonie feline romane, tra le più grandi di Europa, e la vita e il mondo delle gattare della Capitale. Si è espressa così l’artista Ylenia Pilato presente alla proiezione: ” Questo docufilm dedicato alle celeberrime colonie feline romane è bellissimo! Emozionante, direi! I gatti liberi di Roma, patrimonio bioculturale della città, sono raccontati con una sensibilità del regista Gaetano Amalfitano che ho avuto il piacere di conoscere personalmente.  Sono felice di aver assistito alla proiezione di questo ” affresco” che fotografa alla perfezione la situazione dei gatti liberi a Roma. A tratti poetico e commovente, a tratti crudo nel mostrare le ansie di chi ogni giorno si occupa di loro. Roma mamma gatta sottolinea la concretezza ma anche i sogni delle gattare/i delle associazioni animaliste, eroi quotidiani di una silenziosa battaglia di civiltà.  Un docufilm davvero interessante che merita di essere visto anche nelle scuole”, ha concluso l’artista Ylenia. 

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