CULTURA & SOCIETA'

Guy Nattiv presenta “Skin”, «il mio film contro l’odio»

Si chiama ‘Skin’, è un cortometraggio che ha vinto l’Oscar lo scorso febbraio, ed è stato proiettato ieri sera all’Ischia Global Festival insieme al lungometraggio omonimo (ma con vicende differenti), che risponde al primo, originario progetto del regista israeliano Guy Nattiv.

Presentato a Toronto e poi a Berlino, è tratto dalla storia vera di Bryon Minder, che nel 2011 decise di lasciarsi alle spalle una vita fatta di odio e violenza, cancellando tutti i tatuaggi che aveva sul corpo. Due concetti, quelli dell’odio e della violenza, che il regista esplora con una forte dose di sincerità e realismo, mettendo in scena un giovane protagonista, magnificamente interpretato da Jamie Bell, conteso tra due mondi.

«In realtà – dichiara il regista nell’incontro con la stampa insieme a sua moglie, l’attrice e co-sceneggiatrice Jaime Ray Newman – l’idea era farne un lungometraggio. Abbiamo cominciato a scriverlo nel 2012, ma ci siamo resi conto che tutti i produttori che abbiamo contattato non erano disposti a finanziare una storia di razzismo e fascismo. Ci dicevano: presto Hillary Clinton diventerà Presidente degli Stati Uniti, non ci sono neonazi negli States, sono solo piccoli gruppi, temi come questi non saranno più attuali»
«Dopo molti rifiuti – continua la Newman – eravamo davvero scoraggiati, così abbiamo deciso di realizzare un cortometraggio. Stesso titolo ma con un’idea centrale diversa. Ci abbiamo messo tutti i nostri soldi e nel frattempo sono successe tante cose: l’elezione di Trump, la tragedia di Charlottesville, Trudie e Sting che hanno visto il corto aiutandoci tantissimo a realizzare anche il film.» «Ciò che mi ha colpito – osserva la produttrice Trudie Styler – è la manipolazione sui bambini. Ho sei figli, sette nipoti, so cosa sia l’infanzia e quanto possano essere corruttibili. Se fai del male a un bambino, non importa se fisica o psicologica, le ramificazioni di questa violenza dureranno per tutta la vita»

L’attore inglese Jamie Bell, lanciato quasi vent’anni fa con ‘Billy Elliot’, regala una prova di una fisicità diversa, guidata anch’essa da una corsa disperata che rasenta l’autodistruzione. «Per lui – racconta Nattiv – è stata una sfida. Ha lavorato durissimo, conoscendo di persona il vero Bryon e passando con lui un’intera settimana. Ha dovuto immergersi nel suo lato più oscuro. Uno squalo ferito, diceva.»
Cresciuto da una coppia che professa la supremazia della razza bianca, Bryon Minder è un giovane pieno di rabbia e odio, dentro e fuori: il suo volto e il suo corpo sono quasi interamente coperti da tatuaggi, molti dei quali simboli neonazisti. Un giorno conosce Julie (Danielle Macdonald), madre single di tre bambine, che non ne vuole più sapere di avere contatti con l’organizzazione del “padre” di Bryon. L’uomo decide quindi di rimanere con lei e, con l’aiuto dell’attivista afroamericano Daryle (Mike Colter), di abbandonare completamente l’ambiente neonazista, denunciandone i principali esponenti. Ma la sua “famiglia” non lo lascerà andare tanto facilmente.
“Skin” uscirà in Italia distribuito da Sun Film Group.

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