GRAFFITI Nefertiti, regina e diva egizia
DI ENZO RUJU
Non poteva mancare la cultura egizia la divina Nefertiti. Sposa di Anemofi IV XIV sec. A.C. La regina donna fervente del culto Aton Dio Sole, la stella nascente, la luce perpetua, la luce del pane quotidiano. Bellezza e regno, Nefertiti splende al suo popolo per carattere, ambizione, fermezza nel potere. Stella splendente, lungo le sponde nel Nilo, fiume sacro, il limo per la fertilità delle sponde e irrigare i campi alimenti del popolo, pesca, ortaggi e prodotti animali per il nutrimento delle anime. La figura nobile della donna amata, acclamata dalla voce del popolo, rende grazia al consorte Anemofi per ricevimenti a corte, feste conviviali, rapporti con altri faraoni e unisce il potere ricevuto con la diplomazia.
Donna intelligente, diplomatica, corteggiata, per il fare galante, prezioso indice dell’idea di bellezza che qualsiasi Faraone vorrebbe al suo fianco. Sposa, amante il genio femminile alle sponde dell’amato Nilo. Acque, oro divino ricco di pesce e come citato il Limo rende abbondanza per la fertilità di madre natura. La regina e il Sole Aton culto divino, stella di fuoco che illumina la terra dall’alba al tramonto dando vita ai lavori terreni per sfamare operai e aristocratici del periodo dinastico. Sacerdoti, scribi scrivono la storia delle dinastie per un insegnamento futuro di in popolo che ha costruito la sua immagine sul fiume sacro. Sacro e profano per il culto Aton luce divina e perpetua per gli amanti di un Dio che accompagna i suoi figli dalla dimora alla fine celeste. L’ aldilà sulla nave del riposo eterno con averi, cibo, oggetti vari per il trasporto a una vita ultraterrena, piacevole nell’infinito costellato di stelle. Nefertiti resta nella storia, simbolo di una donna regina per la sua bellezza e temperamento, degna di una sovrana che detta legge con il sorriso suadente e inchina faraoni al suo cospetto. Nefertiti, magna pars illuminata dinastia presieduta. Buona lettura udite popolo femminile e maschile, l’esempio di una grande donna accanto a Anemofi.
CRITICO D’ARTE