GRAFFITI Andrea Palladio, il teorico dell’architettura

DI ENZO RUJU

Il nome d’arte di Palladio, Andrea di Pietro  della Gondola nato a Padova il 1508 deceduto  a Maser 1580, architetto e scenografo italiano del Rinascimento e cittadino della Repubblica di Venezia.Nel 1570 pubblicò i quattro libri dell’architettura, architetto versatile i suoi modelli di scrittura e innovazione delle fabbriche di Palladio per il rinnovamento dell’urbe,creò nuovi percorsi nel sistema palladianesimo in riferimento al mondo classico per oltre tre secoli..Oggi le sue ville patrimonio dell’umanità Unesco.Durante la sua permanenza a Vicenza Goethe disse: c’è davvero alcunchè di divino nei suo progetti,nè meno della forza del grande poeta,che dalla verità e dalla finzione trae una terza realtà, affascinante nella sua fittizia esistenza. Sguardi su Palladio 1786. Le proporzioni il punto di forza di Andrea  che si misura con il classico, geometria eleganza strutturale, volumetria e anticipa il Neo Classicismo, il nuovo corso di aspetti architettonici. Non dimentichiamo Brunelleschi e l’Alberti promotori della rivoluzione,l’uno dal Tempio Greco e l’altro l’Alberti dalle Basiliche romane. Palladio studia Vitruvio architetto romano e rinnova il trattato   De Architectura di Vitruvio,con una nuova edizione insieme all’amico Daniele Barbaro 1567. Opere scenografiche colonne, archi capitelli,un susseguirsi di archi,luci e ombre si susseguono a vicenda, pieni e vuoti ritmici come un pentagramma dalle note musicali piacevoli si distendono gli occhi umani nella bellezza territoriale.

Palladio illumina il periodo rinascimentale e anticipa il Neo Classicismo. Fascino ,eleganza il mistero della bellezza divina,statue ,ornamenti,nulla di superfluo,il tutto in un canto corale dove Andrea esprime il destino dell’architettura,colori,rapporto uomo natura,il suffragio di una ridente e sinuosa architettura  che omaggia l’umanesimo e le aristocrazie venete. Paesaggio,solarità,il destino aperto al pluralismo dell’esistenza di corte,Palladio supera mecenatismo e committenza in una straordinaria costruzione di fabbriche in cui la natura si specchia e dona luce e aria nel di-segno dell’era Palladiana. I segni danno il tributo all’uomo della rivoluzione territoriale e Andrea Palladio lascia una dovuta testimonianza delle sue opere. Ingressi e interni nei sogni proibiti del sommo poeta dell’architettura.

* CRITICO D’ARTE

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