Gli ultimi due Vescovi di Ischia, Strofaldi e Sagnese, che hanno benedetto lo spettacolare ed artistico di Casa Lubrano: un’affascinante tradizione centenaria passata di padre in figlio

Antonio Lubrano realizza un presepe cosmopolita nel rispetto della tradizione nostrana, dove si possono individuare pastori acquistati nel Nord e Sud America, alle Haway, in Inghilterra, Svizzera, Austria, Germania, Francia. Ogni anno il medesimo impegno, ogni anno rimette mano ad un’opera, sempre nuova, sempre rifatta completamente da capo

di MICHELE D’ARCO

Una storia familiare che si svolge tre le due sponde del Mediterraneo in un momento storico particolare che precede i pochi anni la tragedia della seconda guerra mondiale. Nel 1933 un dirigente della Compagnia Universale del Canale di Suez in Egitto, di origine procidane, viene ad Ischia in vacanza. Prende alloggio presso l’hotel Floridiana, allora l’unica struttura alberghiera di prestigio. Conosce una sartina , Antonietta Ungaro, che frequentava un atelier sul Porto. E’ amore a prima vista. Lui ritorna in Egitto: lettere, cartoline, messaggi continui si incrociano tra il Largo Convento ad Ischia Ponte e Port Said. Si sposano e vanno a vivere sulle sponde del Nilo da dove inizia il Canale che aveva aperto le vie dell’oriente alla navigazione evitando il periplo del Capo di Buona Speranza. Un’opera ciclopica alla quale diedero un largo contributo i nostri connazionali, in special modo tecnici e ingegneri di livello mondiale. Giovanni LUBRANO, uomo serio, gran lavoratore, scrupolosissimo si era distinto, prima come pilota marittimo nel Canale di Suez e successivamente nella sua mansione di dirigente amministrativo della Compagnia. Aveva conservato intatti tutti i buoni insegnamenti che la famiglia gli aveva trasmesso assieme ad una cultura di matrice cattolica che mai smise di perseguire. In essa rilucevano particolarmente le belle tradizioni delle nostre contrade che egli continuava a rispettare con puntualità. Il presepe costituiva il suo hobby preferito e, lontano da casa, un’ancora cui era legato per non smarrire i legami con la Ismailia e Port Fuad), e tre maschi (nati a Ischia) Antonio, Michele e Giovan Giuseppe, vennero ad allietare la famiglia che presto avrebbe dovuto lasciare l’Egitto con l’inizio del conflitto mondiale.

Negli anni che precedettero quei terribili eventi Giovanni iniziò a collezionare pezzi rari di statuine che riusciva a trovare in quei luoghi. Il Bambino, la Madonna, San Giuseppe ed altri pastori erano stati modellati con la creta del Nilo. Continua questa ricerca per anni cogliendo ogni occasione per arricchire le sue ideazioni presepiali. Nasce così, sulle sponde del grande fiume, una piccola isola procidana-ischitana costruita intorno all’arte presepiale e ricca di genuina fantasia, mutuata dalle origini della coppia. Ritornati ad Ischia, dove prendono stabile dimora, anno dopo anno, il presepe cresce per ricchezza di motivi ornamentali, ma più ancora per la varietà dei pastori che arricchiscono le nuove realizzazioni. Ogni anno, già verso la fine di ottobre, in casa Lubrano allora, in Vico Marina, nel palazzo del notaio Mazzella ad Ischia Ponte, si cominciava ad armeggiare intorno alla costruzione in legno che avrebbe dovuto supportare il presepe. Erano quelli, i due mesi che precedevano il Natale, i più struggenti dell’anno. L’atmosfera, come in quasi tutte le famiglie del tempo, si tingeva di attesa, di mistero, di qualcosa che annunziava l’Evento straordinario. Assi di legno, chiodi, attrezzi di ogni genere, colori, muschi, verde e tutto ciò che la fantasia e l’estro mettevano in campo, riempivano quelle case animate da sana partecipazione familiare e da tanta allegria. Casa Lubrano si distingueva per la ricchezza dei materiali adoperati, per la varietà dei pastori e per l’impegno che il papà profondeva a piene mani. A chi, ancora oggi, è aduso a queste operazioni presepiali pre natalizie può sembrare una cosa quasi normale, dal momento che in grandi dimensioni o solo in scala ridotta, l’allestimento del presepe, dalle nostre parti continua a giocare un ruolo da protagonista. Ma quello dei Lubrano aveva e continua ad avere una sua particolarità che lo rendeva e lo rende più unico che raro: la continuazione lungo il corso di quasi un secolo dai suoi inizi delle stesse operazioni iniziate in Egitto e via via migliorate fino all’attuale presepe.

Con i pastori del Nilo e con quelli collezionati nel corso di svariati decenni dal degno erede Antonio, il risultato è fantasmagorico. Dai numerosi viaggi attraverso l’Europa e le Americhe, Antonio Lubrano non ha mai mancato di incrementare la già notevole collezione di preziose statuine. Pur nel rigoroso rispetto della tradizione dell’arte presepiale napoletana, il discorso si è andato allargando fino a diventare un motivo di natura globale per la varietà degli acquisti fatti nelle tante località visitate. Un presepe cosmopolita nel rispetto della tradizione nostrana, dove si possono individuare pastori acquistati nel Nord e Sud America, alle Haway, in Inghilterra, Svizzera, Austria, Germania, Francia. Ogni anno il medesimo impegno, ogni anno rimette mano ad un’opera, sempre nuova, sempre rifatta da capo. Due ore di lavoro quotidiano per oltre un mese, con la pazienza che solo chi ha dentro il fuoco della passione, sono necessarie per completare l’opera.

Se ti manca questa formidabile spinta è meglio che non ci provi”, asserisce con fermezza Antonio Lubrano, il continuatore dell’opera. Il numero dei pezzi è andato crescendo sempre più – sono oltre 700 – con l’intento di dare al presepe una caratura globale; ad oggi mancano…solo quelli che arriveranno da qualche altro pianeta. Ma la storia non finisce qui, perché nel rispetto delle formalità canoniche, alla mezzanotte della vigilia si rinnova la cerimonia della deposizione del Bambino Gesù sul fieno della mangiatoia in un toccante momento di generale commozione. Luci, canti natalizi e piccole batterie di fuochi pirotecnici annunziano il Mistero della Natività. E come in tutte le storie a lieto fine vi è la conclusione del lungo periodo che si dipana attorno al Natale con una festa familiare, la “Festa del Bambino”, alla quale quasi sempre, è presente il Vescovo diocesano. Negli ultimi anni il compianto Mons. Filippo Strofaldi è stato sempre presente portando il suo illuminato messaggio e la sua conclusiva benedizione. Tale tradizione ebbe inizio alla fine degli anni ’40 con la partecipazione del Santo Vescovo Ernesto de Laurentiis, del parroco Vincenzo Cenatiempo e de l Canonico Giovan Giuseppe Cortese. Quest’anno i fratelli Antonio e Giovan Giuseppe Lubrano avrebbero invitato anche il nuovo Presule di Ischia Mons. Gennaro Pascarella per la sua Benedizione al presepe, alla famiglia Lubrano ed al gruppo degli amici invitati presenti col parroco della Reale Chiesa di Portosalvo Don Luigi De Donato. Ma l’emergenza sanitaria da Covid ancora in atto ha impedito anche quest’anno che la tradizionale Festa del Bambino in Casa Lubrano potesse aver luogo con la partecipazione del nuovo vescovo Pascarella. Inevitabile quindi rimandare tutto al prossimo anno.

IL PRESEPE DI ANTONIO LUBRANO – UNA STORIA DI FAMIGLIA LEGATA ALLA TRADIZIONE DEL PRESEPE BENEDETTO DA TRE VESCOVI ISOLANI DE LAURENTIIS, STROFALDI E LAGNESE . Papà Giovanni Lubrano inizia la passione per il presepe da giovane a Port Said in Egitto dal 1905. Il figlio Antonio Lubrano la continua dal Natale del 1955 utilizzando preziosi pastori avuti in eredità ed altri di notevole valore acquistati in giro per il mondo. Con i pastori del Nilo e con quelli collezionati nel corso di svariati decenni dal degno erede Antonio, il risultato è fantasmagorico. Dai numerosi viaggi attraverso l’Europa e le Americhe, Antonio Lubrano non ha mai mancato di incrementare la già notevole collezione di preziose statuine. Pur nel rigoroso rispetto della tradizione dell’arte presepiale napoletana, il discorso si è andato allargando fino a diventare un motivo di natura globale per la varietà degli acquisti fatti nelle tante località visitate.

ECCEZIONALE FILMATO DEL MAESTRO ENRICO ROJA SUL GRANDE E CELEBRATO PRESEPE DI CASA LUBRANO CHE ANTONIO LO SPIEGA IN UN FILMATO REALIZZATO DA ENRICO ROJA E PUBBLICATO SU YOU TUBE)

LA DIFFUSIONE ONLINE ANCHE SU FACEBBOK E INSTAGRAM – COMMENTI APPASSIONATI DALLA CALIFORNIA E DALL’ARGENTINA – L’ULTIMA BENEDIZIONE DEL VESCOVO LAGNESE TRASFERITO ALLA DIOCESI DI CASERTA

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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