Giustizia, la rabbia dell’Assoforense
I vertici giudiziari ignorano il Protocollo d’intesa elaborato dai professionisti isolani per la ripresa delle udienze. E in serata ecco la nota di protesta
Doccia fredda per l’avvocatura isolana. Il Protocollo d’intesa volto a regolamentare le modalità per la ripresa delle attività giudiziarie, concordato tra i professionisti isolani e il Coordinatore della sede di Ischia del Tribunale, non è stato preso in considerazione a Napoli dai vertici giudiziari. Il Presidente del Tribunale, dottoressa Elisabetta Garzo, e il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli, hanno sottoscritto un protocollo che non tiene conto del testo inviato da Ischia: col documento vengono approvate le linee guida con le misure organizzative e i protocolli d’intesa per la trattazione delle udienze civili, disciplinando l’attività nel periodo dal 12 maggio al 30 giugno.
Viene contemplato lo svolgimento delle udienze che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori delle parti, con indicazioni operative specifiche per i procedimenti cautelari e quelli di istruzione preventiva iscritti dopo il prossimo 11 maggio, e lo svolgimento delle udienze che ugualmente non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori e dalle parti ma mediante collegamento “da remoto”. In via del tutto residuale vengono fornite poi le indicazioni per lo svolgimento delle udienze in tribunale.
Un ulteriore protocollo per la cosiddetta seconda fase è stato siglato relativamente agli Uffici del Giudice di Pace di alcuni Comuni, tra cui anche Ischia, Procida e Capri, oltre che di Napoli e Barra. Ogni giudice potrà trattare fisicamente soltanto dai sei agli otto procedimenti per udienza tra quelli di più “antica” iscrizione a ruolo, trattandoli secondo determinate fasce orarie, rinviando gli altri all’autunno.
Tuttavia, l’esito di ieri pomeriggio ha provocato grandissimo disappunto tra i professionisti dell’Assoforense ischitana, il cui direttivo nel tardo pomeriggio di ieri si è riunito in videoconferenza per ufficializzare una nota di protesta nei confronti dei vertici giudiziari.
Al vaglio del direttivo c’era anche l’ipotesi di una diffida con preavviso di eventuale denuncia alle Autorità competenti e di eventuale astensione ex art 2 comma 7 L. 146/90 a tutela del diritto alla salute costituzionalmente garantito, vista l’impossibilità oggettiva della sede giudiziaria di via Michele Mazzella a garantire l’applicazione delle norme precauzionali anti-covid19.
Solo le aule del settore penale e del giudice di pace consentono infatti un minimo di distanziamento di sicurezza. Il direttivo aveva ritenuto opportuno che fino al periodo pre-feriale l’attività giudiziaria dovesse essere limitata alle sole cause che non richiedano la presenza di testimoni o consulenti, tramite l’uso di modalità telematiche, soprattutto per le udienze civili. Problemi ulteriori dall’Ufficio del Giudice di Pace, che non dispone della piattaforma telematica. Si pensava anche qui a dare la priorità alle cause senza escussione di testi con trattazione fissata a un preciso orario di chiamato. Visto che le aule sono soltanto due, l’ipotesi più gettonata era quella un calendario con una sola udienza settimanale per ciascuno giudice.
Nella tarda serata, infine, il direttivo ha licenziato il testo della nota da inviare ai vertici del Tribunale per chiedere l’accoglimento delle proposte incluse nell’articolato protocollo approntato la scorsa settimana.