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Di Guida: «Da questa scuola dipende il futuro dell’isola»

Casamicciola T. Quali sono i vantaggi più immediati che i ragazzi traggono dall’incontro con il pensiero filosofico?
«Sicuramente sviluppano capacità relazionali e argomentative che non sarebbe possibile sviluppare in altro modo. Attraverso la filosofia imparano a porre e porsi domande, ad ascoltare, a formulare proposte, ad argomentare punti di vista. La filosofia è uno strumento fondamentale per sviluppare i pensiero e il senso critico dei ragazzi».
Il mancato insegnamento della filosofia negli istituti non liceali nasconde un pregiudizio?
«Certo. Come se la filosofia fosse appannaggio solo di alcuni studi considerati propedeutici allo sviluppo di alte professionalità. La storia ci insegna che la filosofia è nata per essere uno strumento per tutti i cittadini di una polis. La filosofia aiuta a vivere e a ben pensare, quindi ben venga il suo insegnamento in ogni contesto».
E’ ancora importante, oggi, porsi delle domande quando ovunque sembrano profilarsi risposte, efficaci oppure no?
«Oggi, paradossalmente, tutti sembrano offrire risposte ai quesiti. La filosofia allora potrà diventare la disciplina che insegna a valutare le risposte, che spesso sono solo un tentativo di rimandare la soluzione dei problemi. E’ senso critico anche questo».
Il prof. Ferraro parlava prima di una scuola senza voti o interrogazioni.
«La scuola non può fare a meno della valutazione. La sua mission è trasformare gli studenti, quindi misurare anche la trasformazione. E’ chiaro che il sistema di valutazione va ripensato completamente. In questa fase storica delle scuola italiana assistiamo a un eccesso di misurazione che però non restituisce il senso dell’intervento educativo. Pertanto occorrerebbe inventare nuovi strumenti di osservazione degli apprendimenti e anche di valutazione di tutto ciò che non è numericamente misurabile. Dall’ultima indagine internazionale dell’Ocse sul benessere degli studenti, emerge che quelli italiani sono mediamente più stressati dei loro colleghi europei perché vivono la valutazione come sanzionatoria e non come formativa. La valutazione, per essere più efficace, deve essere un processo che accompagna l’apprendimento».
La prossima sfida che l’attende dopo quella, vinta, per il plesso del Sanseverino.
«Ce ne sono tante. Ci stiamo impegnando, ad esempio, per arricchire l’offerta formativa dell’Istituto con una maggiore attenzione a quanto richiede il mercato internazionale. La sfida più grande, però, la combatto fuori dalla scuola. Su un territorio dove è necessario comprendere che l’Istituto “Cristofaro Mennella” non è una scuola secondaria ma quella da cui dipenderà il futuro dell’isola. Se il territorio guarda a noi con più sostegno e interesse, i nostri studenti troveranno lavoro sul loro territorio. Alleanze, innovazione, occupazione: è questa la sfida più grande». (Gia.Ca)

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