CRONACA

Giostre a Ischia Ponte, j’accuse di Chiariello: «Qual è il livello di sicurezza?

Il noto giornalista si sfoda sui social dopo l’installazione delle apparecchiature in occasione dei festeggiamenti di San Giovan Giuseppe della Croce. E si pone anche un inquietante interrogativo

“Anche quest’anno sono costretto ad andarmene, a lasciare casa mia a Ischia Ponte per qualche giorno. Lo faccio perché qualcuno in spregio di ogni norma che regola la sicurezza degli spettacoli pubblici e violando le ultime circolari del Capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli dopo i morti e i feriti di piazza Castello a Torino, concede (chi lo fa se ne assume la responsabilità) autorizzazioni a montare giostre con giochi pericolosi che possono anche causare morti in caso di incidenti per assenza delle più elementari norme di sicurezza”.

La denuncia partita attraverso i social è di Paolo Chiariello che mette sotto i riflettori quanto succede in questi giorni a Ischia Ponte. Per la festa in onore di San Giovan Giuseppe della Croce, santo protettore dell’isola d’Ischia non ci sono solo Messe, processioni, spettacoli musicali, stand gastronomici e gli immancabili fuochi pirotecnici. Anche quest’anno il Lungomare Aragonese è stato invaso dalle giostre. Che, in realtà, non sono neanche in numero tanto cospicuo (meno di una decina) ma quantomai ingombrante, visto che occupano tutta la carreggiata. Una strada che, già normalmente, è chiusa al traffico veicolare di sera ed occupata da tavolini e dei numerosi locali presenti in loco. E con la festa di San Giovan Giuseppe tutto cambia. Accanto ai tavolini c’è il tagadà, il tiro al bersaglio e tante altre attrazioni.

Ma proprio fermandosi ad ammirare la situazione del Lungomare, una domanda sorge spontanea: il livello di sicurezza qual è? E da qui parte la denuncia di Chiariello. “Pubblico, come faccio ogni anno da quindici anni in questi giorni, le foto dello scempio, dello schifo e della violenza che si commette nei confronti di chi viene cacciato di casa solo perché pensa che il relax, la vacanza, la qualità della vita non ha nulla a che vedere con le giostre potenzialmente killer sistemate in un luogo angusto, senza vie di fuga, senza sicurezza, senza un presidio sanitario etc etc etc. E questo a tacere dell’inquinamento acustico, dell’aver trasformato un posto bellissimo in una latrina pubblica. Senza parlare della ridicola dichiarazione di Ischia plastic free vista la plastica che viene usata a iosa. E continuiamo a fare finta di non capire che sempre in quel luogo meraviglioso come Ischia Ponte ci sono due piazze pubbliche usate in maniera privata. Un po’ come fanno le famiglie mafiose di Ostia Lido. Tutto questo lo fate in nome di San Giovan Giuseppe? Tutto questo lo fate per onorare un santo? Auguro a chi si é assunto questo rischio delle giostre che nulla accada”. A finire sotto accusa, quindi, chi ha rilasciato le autorizzazioni. Il Lungomare Aragonese è una strada ‘cieca’. Nessun mezzo di soccorso, quindi, con la presenza delle giostre potrebbe intervenire. I fatti successi lo scorso anno in Piazza San Carlo a Torino, probabilmente, non hanno insegnato nulla. Almeno ad Ischia. La presenza delle giostre è stata naturalmente autorizzata dal Comune. Ma chi ha autorizzato ha visto le reali condizioni di sicurezza? La commissione sicurezza che ha concesso il nulla osta ha effettuato un sopralluogo? Tutte domande che ci sono state poste anche da qualche genitore scrupoloso che ha negato al proprio figlio di fare un giro sulle giostre del Lungomare. Anche perché il rischio è che quello che dovrebbe essere un divertimento soprattutto per bambini e ragazzini potrebbe trasformarsi in tragedia. E forse non ci vorrebbe neanche molto ad evitare questi problemi, magari spostando la presenza delle giostre in altri luoghi più sicuri, meno ‘invasivi’ per i residenti e facilmente raggiungibili da eventuali mezzi di soccorso.

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Caro dottor Chiariello è la regola delle tre F di Re Ferdinando”: feste, farina e forca. Il popolo per prima cosa va distratto con continui festeggiamenti: funzioni religiose, balli, spettacoli gratuiti in grado di allontanare lo sguardo dai problemi reali, creare aggregazione e, soprattutto, far provare gratitudine per i governanti.

Evola

Feste e farina erano già previste dal “panem et circenses”

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