Metti voci di dentro di cui il sindaco ha reso edotte poche, pochissime persone. Talmente poche che si possono contare sulle dita di una mano e probabilmente ne avanza pure. Confidenze, informazioni riservatissime che non si vuole vengano (comprensibilmente) fuori e che pure vengono invece sussurrate all’orecchio del cronista al solito avido di notizie. Da fonti attendibili, attendibilissime, che aprono nuovi e improvvisi scenari sulla politica casamicciolese. Andando soprattutto a stravolgere quelli che tutti credevano fosse essere un “comandamento” al quale Giosi Ferrandino non avrebbe mai derogato: non muovere una foglia fino a quando il 30 novembre il Tar non avrebbe svelato se il percorso dell’attuale amministrazione è destinato a continuare o se invece si tornerà nuovamente alle urne dopo pochi mesi di mandato. Ma che cosa sta succedendo di preciso? Dalla “gola profonda” in questione abbiamo appreso che a poco meno di sei mesi dall’inizio della nuova avventura casamicciolese, il sindaco della cittadina termale sta pensando a un non meglio precisato “pit stop” della giunta municipale. Ma cosa sta balenando nella mente (mai benale e sempre col tasto “play” attivato) dell’europarlamentare di Azione?
Giosi ha avuto modo di vedere all’opera i suoi assessori in questo primo scorcio di mandato e dopo aver fatto una serie di riflessioni starebbe pensando ad un rimescolamento delle deleghe. Anche se tecnicamente sarebbe più opportuno chiamarlo “riequilibrio”. Il sindaco evidentemente si è accorto che ci sono assessori oberati da determinati carichi di lavoro forse eccessivi (o inadatti al loro peso specifico, ma questo non sta a noi dirlo) ed altri che invece viaggiano con un carico che è abbastanza leggerino. E allora si sta pensando ad azzerare tutto e provvedere ad una ridistribuzione dei compiti che possa essere più calzante alle caratteristiche di uomini e donne che compongono l’esecutivo, specialmente adesso che Ferrandino ha avuto modo di testarli e di “pesarli”. Tutto questo, ci assicura la nostra fonte, succederà di sicuro. Il che vuol dire – dal momento che certe dinamiche le conosciamo a menadito, non facendo questo mestiere da ieri mattina, che probabilmente Giosi ha già deciso come e dove agire. Chissà poi se questo potrà anche avere ripercussioni sull’umore di qualcuno perché altrimenti si aprirebbero anche scenari di altra natura ed oggettivamente imprevedibili almeno allo stato dell’arte.
Nell’attesa che arrivano ulteriori sviluppi, che ci vengono segnalati nei prossimi giorni (e di solito in casi del genere gli informatori sono di una puntualità “svizzera”) ecco che diventa impossibile porsi un interrogativo inquietante (tale ovviamente soprattutto per chi attualmente occupa le caselle destinate agli assessori): siamo sicuri che ci sarà solo un rimescolamento delle deleghe e non ci troveremo anche qualche testa mozzata rotolare sui pavimenti dell’ex convento dei Passionisti? Qualcuno dirà che magari la domanda è da un milione di dollari, ma magari non è assolutamente campata per aria. L’impressione, e qui restiamo al campo delle mere percezioni e non di informazioni trasferite da terzi, è che Giosi Ferrandino non è entusiasta all’unanimità del lavoro fin qui svolto dai quattro assessori e magari in alcuni casi anche delle modalità e dell’approccio con cui hanno esercitato la carica istituzionale che è stata loro assegnata. E anche se stavolta non andiamo sul sicuro con le soffiate della nostra “gola profonda” ma dobbiamo provare ad azzardare, ci andiamo a mettere comunque in un sentiero che potrebbe essere abbastanza tortuoso. C’è una storia che in pochi conoscono, anzi che forse dall’ambiente giosiano si conosce soltanto all’interno (e nemmeno all’unanimità). Come si ricorderà, all’alba del suo mandato sindacale, Ferrandino firmò dapprima i decreti di nomina per Antonio Carotenuto (che fu chiamato ad occuparsi di Bilancio, Tributi, Affari Legali, Trasporti, Programmazione Economica, Pianificazione Strategica per lo Sviluppo del Territorio, Agricoltura, Caccia, Pesca, Fondi PNRR), Ignazio Barbieri (Lavori Pubblici, Edilizia Scolastica, Demanio, Politiche dello Sport, Pubblica Illuminazione, Fiere e Mercati), Loredana Cimmino (Pubblica Istruzione, Politiche Ambientali, Riforestazione e Parchi, Ripascimento degli Arenili, Rapporti con Anci, Ancim e Ancot) e Ilaria Ferrandino (Ricostruzione, Energie Rinnovabili, Pari Opportunità, Informatizzazione dell’Ente, Gemellaggi) e soltanto in seconda battuta assegnò loro le deleghe che vi abbiamo elencato tra le parentesi. Ebbene, correva il 28 luglio 2023 e all’epoca si consumò uno “sfregio” che Ferrandino ha sempre tenuto nascosto ma che a quanto sembra non ha mai dimenticato: uno degli assessori designati non ritirò le deleghe in segno di protesta. Un gesto che oggi potrebbe costare molto, molto caro. Ipotesi, illazioni o semplice fantapolitica? Se dovessimo scommettere un euro diremmo di “no” e pure in maniera categorica, in ogni caso lo scopriremo a breve. Tra tanti dubbi, una certezza c’è e quella è inoppugnabile. La prima rivoluzione giosiana sta per concretizzarsi e configurarsi. Che dire, in bocca al lupo agli attuali assessori e… si salvi chi può!