CRONACA

GIORGIO NAPOLITANO NON E’ PIU’ LA SINISTRA PIANGE IL “MIGLIORISTA”

E’ scomparso alla veneranda età di 98 anni Giorgio Napolitano, ex presidente della Repubblica per due settennati ed esponente di spicco del Partito Comunista Italiano lungo l’arco di oltre cinquant’anni. Personaggio controverso e “odiato” dalla Destra per le sue iniziali simpatie per l’Unione Sovietica

Conosceva bene i suoi “polli”.  Fu l’unico presidente della Repubblica Italiana a strigliare ferocemente i membri del Parlamento riuniti in Seduta Plenaria per eleggere il nuovo Capo dello Stato, e ricevere scrosci di applausi in quell’indecente sceneggiata offerta agli attoniti spettatori TV in quel lontano  2013. “Seduta psichiatrica” commentò un autorevole giornalista de “Il Giornale” al mea culpa di una politica degenerata che accettava con sadica ammirazione le scudisciate sul fondo schiena sporco di cacca da un esponente di lunghissima navigazione, non certo esente da censure e riprovazioni per alcune scelte non sempre in linea  con i concetti di libertà e democrazia.

Giorgio Napolitano se n’è andato a 98 anni vissuti sempre in linea con la sua  natura “aristocratica” e distaccata dagli schemi plebei dei compagnoni comunisti, tanto da apparire -con la sua straordinaria somiglianza a re Umberto II di Savoia (?)-  come un personaggio elitario, tanto diverso dai “colleghi” Paietta, Ingrao, Amendola, Berlinguer e lo stesso Palmiro Togliatti, che almeno sapevano  entusiasmare la base proletaria con frequentazioni  apparentemente “rivoluzionarie”!

Napolitano non ha mai tentato di apparire per quello che non era mai stato, errore di strategia che gli ha alienato molte simpatie e suscitato una certa antipatia oggi “esternata” sui social soprattutto dai napoletani che non gli hanno lesinato sfottò e  perfino offese nel colorito idioma della bella Partenope.

Fu indicato come il “Migliorista” per  l’ appartenenza alla corrente moderata del partito. Liquidò Berlusconi, regalandoci Mario Monti. Ombre sulle sue deposizioni sulla trattativa Stato-Mafia. Fu uomo di parte strizzando sempre l’occhio a sinistra

Nel ricordarlo nelle prime apparizioni TV,  gli esponenti dei partiti non sono andati al di là delle solite parole di circostanza, prive di calore e di commozione:  uno stridente contrasto con gli indecenti funerali di stato di Berlusconi,  lasciato passare per un “eroe della patria” da una autentica politica da marciapiede!

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Re Giorgio  ha già avuto modo di “mazziarli” a dovere nella storica adunata, dove lo stesso Berlusconi guidava  la claque delle prime file in un applauso liberatorio che oggi non c’è stato, ma che va letto come un epitaffio esequiale di grande attualità.

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Giorgio Napolitano nasce a Napoli il 29 giugno 1925 dal padre Giovanni avvocato e da Carolina Bobbio, elevata al rango di contessa per le sue frequentazioni a palazzo reale e per l’amicizia che la lega a Maria Josè. Il giovanotto, sempre elegante e con  il portafoglio gonfio in una Napoli miserabile e poverissima,  frequenta il prestigioso Liceo Umberto I, ma nel 1942 si trasferisce con la famiglia a Padova a causa dei bombardamenti alleati che martellano impietosamente la città. Ritornato a Napoli si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’università ”Federico II” e fa parte del Guf (Gioventù Universitaria Fascista) e del Teatro degli Illusi, al palazzo Nobili. Scrive anche articoli di critica teatrale sul giornale fascista “IX maggio”. Nel 1944 si avvicina al PCI (iscrizione alla Sezione di Montecalvario) e assiste all’arrivo a Napoli dei partigiani fra cui Palmiro Togliatti, Mario Palermo e Maurizio Valenzi. Fa presto carriera e nel 1945 viene nominato segretario della Federazione Napoli-Caserta. Laureato nel 1947 è eletto deputato nel 1953. Tre anni dopo entra nel Comitato Centrale del PCI. Nel 1956 è fra i pochi comunisti a giustificare l’intervento armato dell’Unione Sovietica in Ungheria. Eletto sempre in tutte le legislature, segue fedelmente l’evolversi del partito comunista attraverso palingenesi  “riformiste” che approdano all’attuale Partito Democratico con appendice delle foglie d’ulivo di prodiana memoria.

Sempre guardingo, ragionatore e fortunatissimo in tutte le stagioni della lunga avventura dell’ex PCI,  Napolitano non va mai in disgrazia, come tocca a tanti suoi colleghi (Letta, D’Alema, Bersani, Franceschini, Veltroni, Zingaretti)  ma raggiunge l’ambitissimo traguardo politico della presidenza della Repubblica nel 2006 e il secondo settennato nel 2013, inaugurando la nuova stagione del doppio mandato presidenziale approdato a piaggia con l’attuale Sergio Matterella!

La lunghissima carriera politica di Napolitano è stata contrassegnata anche da vistose polemiche e attacchi durissimi di alcuni avversari che non gli hanno mai perdonato una pretesa  violazione della “super partes” nel corso dei mandati presidenziali. Detestato dai 5Stelle, non sono mancate occasioni per scatenare la furia di Beppe Grillo, che lo accusava di intolleranza verso  gli oppositori culminata con la famosa esternazione: ”L’antipolitica è unapatologia eversiva”! Grillo scese in piazza impugnando un cartello con la scritta: ”Sono un eversivo”!

 Ma non è finita. Il Beppe nazionale aveva dichiarato guerra al Colle per la legge Fornero, per lo scudo fiscale e per il secondo mandato presidenziale. Nella conferenza stampa estera del 2014 Grillò partì in quarta:” Il presidente Napolitano?  Non dovrebbe dimettersi, ma costituirsi! Da sessant’anni in politica; è un furbastro!” Francesco Storace passò addirittura alle offese personali incorrendo nel reato di vilipendio del Capo dello Stato. Anche all’estero non vi furono buoni rapporti…diplomatici. Ted Kennedy rifiutò per ben tre volte di incontrare Napolitano a Roma nel corso delle visite di Stato effettuate dal senatore USA.

Un’ultima notazione riguarda il processo palermitano per la Trattativa Stato-mafia dove fu sentito come testimone anche Napolitano. La sua deposizione lasciò molti dubbi. Oggi il presidente “migliorista” ha portato con sé molti segreti coperti dalla….”ragion di stato”. Ne valeva la pena?

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Francesco Storace

Purtroppo date una informazione parziale sul mio conto. Io sono stato assolto proprio dal reato di offese al Capo dello Stato, dopo nove anni di processo e mia rinuncia alla prescrizione. . Francesco Storace

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