Furto di carburante a IschiAmbiente, ennesimo rinvio
L’assenza dell’ultimo testa d’accusa ha imposto un nuovo slittamento della deposizione a giugno
Sembra ormai una serie infinita, quella dei rinvii per la deposizione degli ultimi testi dell’accusa nell’ambito del processo per il presunto furto di carburante ai mezzi della società Ischia Ambiente. Come si ricorderà, dopo la rinuncia della pubblica accusa a uno dei testimoni, resta anzi soltanto una deposizione da ascoltare per esaurire la lista dei testi del pm. Il rinvio – la prossima udienza è stata fissata a fine giugno – è stato causato dall’assenza del testimone che avrebbe dovuto deporre, il signor Marco Russo. A questo punto è difficile prevedere se prima della pausa estiva si riuscirà a completare l’elenco dei testi del pm. In passato l’udienza è slittata anche per impedimento di qualcuno dei quattro imputati, Salvatore Mazzella, Andrea Sorice, Emiddio Ungaro e Ciro Cenatiempo.
Questi ultimi sono chiamati a fronteggiare l’accusa di furto, abuso d’ufficio, ricettazione e incauto acquisto, ipotesi di reato legate alla presunta illecita sottrazione di carburante ai danni di Ischia Ambiente, società che gestisce il servizio di nettezza urbana sul territorio dell’ente di via Iasolino, partecipata al 100% dal Comune. I fatti risalgono a quasi nove anni fa. Secondo l’accusa il furto di benzina sarebbe stato perpetrato tramite un accordo tra Ciro Cenatiempo, che all’epoca rivestiva il ruolo di direttore di Ischia Ambiente, e Salvatore Mazzella, magazziniere della stessa società. Nel dettaglio, Mazzella è accusato di furto perché, si legge nel decreto di rinvio a giudizio, «s’impossessava del carburante destinato al rifornimento dei mezzi della società predetta, incaricata del servizio di trasporto rifiuti per poi rivenderla a terzi, cagionando, per il solo periodo effettivamente accertabile (da agosto a dicembre 2013) attraverso comparazione con gli stessi mesi dell’anno successivo, un danno patrimoniale di rilevante gravità pari a Euro 21.640,76». Altra ipotesi di reato è quella di abuso d’ufficio, in concorso, per Mazzella e Cenatiempo, «perché il Cenatiempo [..] intenzionalmente procurava al Mazzella Salvatore l’ingiusto vantaggio patrimoniale di cui al reato di furto, nonché a sé il vantaggio patrimoniale consistente nel rimessaggio gratuito e nelle riparazioni della imbarcazione da diporto, dallo stesso utilizzata, che veniva regolarmente effettuato (a partire dal 2009) presso il Cantiere navale del padre di Mazzella Salvatore». Nei confronti di Andrea Sorice, l’accusa è di ricettazione, perché «al fine di assicurare a sé ed altri un profitto, in occasione della propria attività di titolare di falegnameria, con la consapevolezza della illecita provenienza del carburante lo riceveva dal Mazzella Salvatore per rivenderlo a terzi ed effettivamente lo rivendeva a terzi». Infine, a Emiddio Ungaro viene contestato l’incauto acquisto di cose di sospetta provenienza «perché, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquistava dal Mazzella Salvatore e dal Sorice Andrea il carburante provento del furto».