FORIO E IL “NODO” DELLA CASA CONTESA
L’acquisizione al patrimonio comunale di un immobile ha scatenato una battaglia giudiziaria figlia di una serie di intrecci tra cui gli immancabili astii tra vicini. E adesso il contenzioso si sposta al Tar anche per evitare la demolizione, anche il Comune dovrà essere necessariamente della partita
Continua a tenere banco la discussa acquisizione al patrimonio pubblico di Casa Calise al Calosirto di Forio. I Pero tornano all’attacco! Una vicenda amministrativa in chiaro-scuro che in questo gelido gennaio ha portato alla levata di scudi innanzi al TAR da parte dei signori Antonio e Francesco al culmine di una surreale vicenda che davvero ha preso un sentiero dal quale diventa davvero complesso venire fuori. Il comune di Forio ora è costretto, per così dire, a difendersi. Da qui il conferimento dell’incarico legale in favore dell’avvocato Vito Trofa per resistere al ricorso promosso da Antonio e Francesco Pero. Un ricorso che, si badi bene, afferisce alle alle procedure di acquisizione del bene della proprietà del Giuseppe Calise da tempo oggetto degli strali dei Pero. Un immobile finito al centro di una disputa giudiziaria e amministrativa a suon di condoni, permessi a costruire in sanatoria prima resi e poi revocati fino all’ordine di demolizione ed ancora il tentativo di farne bene bene.
In particolare, il ricorso è stato acquisito ed è stato promosso dinanzi al Tar per la Campania proprio dai sig. ri Antonio Pero e Francesco Pero contro il Comune di Forio, in persona del Sindaco Stani Verde anche quale Ufficiale di Governo, nonché nei confronti proprio del sig. Giuseppe Calise, per l’annullamento della Deliberazione di Consiglio Comunale n.51/2023 avente ad oggetto “Acquisizione immobile a patrimonio comunale per l’esistenza di prevalenti interessi pubblici ad uso sociale”, del parere di regolarità tecnica, del parere di regolarità contabile, e per l’annullamento di ogni altro atto pregresso, prodromico, presupposto, connesso e consequenziale. Per l’incarico legale all’Avv.to Vito Trofa sarà corrisposto l’importo omnicomprensivo di € 1.500,0, oltre iva e cpa, ed oltre spese obbligatorie di legge se documentate.
LO STRANO CASO DEL CALOSIRTO
All’ombra del Torrione a finire al centro della proposta di acquisizione al patrimonio pubblico discussa ed approvata in consiglio comunale lo scorso autunno era stata la struttura di proprietà di Calise Giuseppe. Un immobile che Stani Verde & Co stanno tentando di strappare all’abbattimento appellandosi alle emergenze sisma ed alluvione e ricorrendo delle ordinanze speciali per far fronte anche all’emergenza abitativa. Una cruenta guerra di viucinato a cui non si riesce a mettere la parola fine.
Una vicenda controversa e perniciosa dal punto vista legale destinata a scrivere tomi di giurisprudenza.Un complesso immobiliare formato da quattro fabbricati ubicato in Via Calosirto a cui veniva rilasciata dal Comune di Forio concessione edilizia n. 433/78 per la realizzazione. La vicenda è poi finita al centro di una acerba contesta giudiziaria allorquando il suddetto titolo veniva impugnato dal Sig. Antonio Pero fino all’ultimo grado di giudizio e all’ordinanza di demolizione, nonostante il sig. Calise Giuseppe fosse riuscito ad ottenere il rilascio dal Comune di Forio di una ulteriore concessione edilizia in sanatoria straordinaria, ai sensi dell’art. 39 legge n. 724/94, relativamente a volumetrie non assentite formalmente ma in concreto realizzate. Un doppio titolo edilizio, una doppia concessione che non ha fatto che inasprire la guerra tra concittadini. Una guerra infinita innanzi al TAR e poi al Consiglio di Stato che ha visto l’affermazione di Antonio Pero, prima con l’accoglimento in parte del di lui ricorso che, per gli effetti, porta all’annullato del permesso di costruire in sanatoria n. 59/2006. Poi la mazzata finale per Calise. Il Consiglio di Stato non si ferma e con una ulteriore Sentenza, la n. 8811 del 24/12/2019 – resa ai sensi dell’Art. 112 c.p.a., la IV Sez. – ha ordinato al Comune di Forio di eseguire la sentenza n. 3837 del 2016 attraverso la rimozione delle opere edilizie abusive. Presto fatto. Il 28 aprile del 2020 viene emanata specifica Ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi del 28.04.2020. Con l’ordinanza n.53 veniva ordinato, al Sig. Calise Giuseppe di demolire, a sua cura e spese, le opere, con conseguente ripristino dello stato dei luoghi originario i 90 giorni decorrente dalla notifica della ordinanza, avvenuta il 13 maggio 2020. Ovviamente (per gli standard ischitani) Calise non ha ottemperato. Nel merito c’è il verbale della Polizia Municipale prot. 26462 del 07.09.2020. Nel luglio 2022 con Ordinanza n. 95 veniva ordinato al Sig. Calise Giuseppe, il pagamento della somma di € 20.000,00 da versarsi in un’unica soluzione entro e non oltre il termine sessanta giorni decorrente dalla notifica, avvenuta il 02.08.2022. In ultimo, ma non per ultimo, con Determina n. 400 del 07.03.2023 veniva affidato l’incarico per il servizio di frazionamento catastale finalizzato al completamento delle procedure compendiate dalla procedura sanzionatoria azionata in virtù della citata ordinanza di demolizione. Con Ordinanza di sgombero, acquisizione al patrimonio comunale ed immissione in possesso n. 127 del 10.08.2023 veniva ordinato al Calise di procedere allo sgombero da persone e cose delle opere abusivamente realizzate e contestualmente si dichiarava, con valore ricognitivo, l’acquisizione gratuita di diritto al patrimonio Comunale, delle opere abusivamente realizzate e accertate alla data dell’ultimo sopralluogo per la verifica dell’inottemperanza nello stato di fatto in cui ora si trovano, dell’area di sedime e di pertinenza. Tutte disposizioni, atti e fatti scritti agli atti e mai eseguiti che portano al rilievo di inottemperanza da parte del Consiglio di Stato che ancora con Ordinanza n. 2350/2023, ha evidenziato che “gli atti adottati dal Comune di Forio non dimostrano il pieno adempimento del giudicato e, pertanto, è stato richiesto l’intervento commissariale al fine di conseguire l’integrale e tempestivo adempimento del giudicato nelle forme specificate dalla sentenza n. 8811/2019”.
Dopo questo ennesimo passo, il prevalente interesse pubblico e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico, potrebbe fare miracoli e salvare, si fa pare dire, l’immobile del Calosirto. “L’immobile oggetto di demolizione, per la sua configurazione tecnico/costruttiva,soddisfa appieno le predette esigenze volte alla cura di prevalente interesse pubblici- spiega la acquisizione 2023 sostenuta in ottobre dai consiglieri comunali della maggioranza verde ed il cui deliberato ne acclarerà la sussistenza– e rappresenta per l’amministrazione comunale un’opportunità, in termini economici e sociali per sopperire alla mancanza di cui al punto precedente; lo stesso, inoltre, ricade in zona denominata insediamenti urbani prevalentemente consolidati – Disciplina strutturale – del PUC, in zona P.I.R. del P.T.P. in zona R1 del PSAI ed insiste in area sufficientemente urbanizzata”. A rigor di norma (art. 31 del DPR 380/01) “l’opera acquisita è demolita con ordinanza del dirigente o del responsabile del competente ufficio comunale a spese dei responsabili dell’abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico”.Per finalizzare gli intenti amministrativi si è dato mandato anche ad un tecnico incaricato, il geometra foriano Penza. Proprio sulla base della relazione tecnica, a firma del Geom. Francesco Penza, emergerebbe, tra l’altro, la necessità di eseguire opere di consolidamento del costone posto a ridosso del fabbricato; Per quanto di fatto ritenuto dall’Ente locale“l’immobile oggetto di demolizione, per la sua configurazione tecnica e costruttiva, soddisfa appieno le esigenze volte alla cura di prevalenti interesse pubblici rappresentando per l’amministrazione comunale un’opportunità, in termini economici e sociali per sopperire alla mancanza di spazi”.
Per questo motivo è stato dato mandato al Responsabile del Settore Edilizia Privata Giampiero Lamonica di redigere un apposito progetto, corredandolo di tutti gli eventuali pareri, che riguardi la messa in sicurezza del costone retrostante l’immobile ed ogni altro aspetto per rendere agibile tale immobile per i fini proposti, onde inoltre, poter effettuare una attenta valutazione anche dal punto di vista economico finanziario in modo da poter compiutamente valutare la eventuale demolizione del bene o altresi la sua conservazione per pubblica utilità. Quando tutto sembrava aver preso l’inerzia giusta il nuovo attacco dei Pero! Come andrà a finire? Vedremo!