Fonte di Nitrodi e acque termali, proprietà curative e terapeutiche confermate dalla scienza
Alla XIII edizione del Convegno “Biological Therapies in Medicine” di Ischia arrivano nuove validazioni scientifiche dal mondo della ricerca. Ulteriori evidenze sulla formidabile capacità antiinfiammatorie del patrimonio termale isolano. Poco conosciuto e ancor meno valorizzato. Il je accuse di De Paulis: “Politica e imprenditoria locali latitanti, Federterme preferisce Abano e porta soldi altrove»
Sono piacevoli, rilassanti, quasi sempre adatte a tutti e senza particolari controindicazioni. Acque sulfuree, fanghi, vapori e sorgenti d’acqua calda. Grazie alla sua origine vulcanica, Ischia è ricca di fonti termali, mete predilette di un turismo attento alla salute, alla bellezza e al benessere. Da millenni considerate cure estremamente efficaci per molteplici patologie. Perché i trattamenti termali, o crenoterapia, aiutano soprattutto nell’infiammazione, primo segnale che, nel nostro organismo, c’è qualcosa che non va.
Per molto tempo guardate con sospetto e scetticismo dalla medicina tradizionale; oggi pratiche alternative (o complementari) la cui validità scientifica si consolida sempre di più soprattutto grazie alla ricerca. Le acque termali funzionano, e alcune di loro, come quelle che sgorgano dalla Fonte di Nitrodi a Barano, sono oggetto di studi approfonditi che dimostrano ciò che altrimenti non sarebbe spiegabile.
Ulteriori risultati di queste indagini e continue verifiche sono stati illustrati alla XIII edizione del Convegno “Biological Therapies in Medicine”, uno dei principali appuntamenti italiani di Immuno-Reumatologia e Allergologia. L’evento, svoltosi al Polifunzionale di Via Morgioni e organizzato dalla SIAAIC, dal prof. Amato de Paulis con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e il patrocinio del Comune di Ischia e dell’Ordine dei Medici e Chirurghi di Napoli, riunisce ogni anno oltre 150 specialisti provenienti da diverse parti d’Italia e leader opinionisti internazionali per discutere delle più recenti acquisizioni in campo diagnostico e terapeutico per il trattamento ed il controllo delle malattie immuno-reumatologiche.
Durante la tre giorni sono stati trattati temi di indiscusso interesse scientifico e forniti aggiornamenti su tematiche di grande interesse pratico per il nostro territorio, perché legate alla natura, alla proprietà e all’efficacia delle acque termali. Oggi anche la scienza va confermando quanto i sostenitori della crenoterapia affermano da tempo. «Parliamo di acque scorgano ad almeno 20° e contengono almeno 1gr di minerali per litro», ha precisato il Roberto Berni Canani, professore di pediatria generale e specialistica. «Da ricercatori è logico chiedersi: c’è un’evidenza solida che va rafforzandosi anno dopo anno grazie gli studi e alle ricerche in corso? Quali sono i responsabili di questo effetto terapeutico delle acque termali? Le temperature? Una serie di minerale specifici di queste sorgenti che possono avere una serie infinita di modulazioni del sistema immunitario (basti pensare allo zinco)? O la presenza di micro organismi non patogeni in acqua termale?»
Nel suo intervento sugli “Effetti immunomodulanti del microbioma termale sulle patologie delle alte vie respiratorie, Berni Canani ha ricordato uno studio in pediatria fatto proprio sei anni fa a Ischia. Piccoli pazienti affetti da importanti allergie sono stati curati per almeno 15 giorni con trattamenti termali. «Osservammo una serie di marcatori di infiammazioni e il miglioramento in diversi parametri raccolti da otorinolaringoiatri coinvolti nella sperimentazione (ostruzione nasale, dolore, tosse e altri sintomi). Altro dato che ci colpì fu che, perfino a quattro settimane di distanza dalla cura, questi piccoli pazienti rimanevano in buone condizioni. Interrotta la cura, non c’era stato alcun peggioramento del sintomo. I bambini continuavano a stare bene. L’effetto terapeutico, in altri termini, si era mantenuto nonostante fossero passate oltre quattro settimane dalla fine del trattamento. Ricordando questo studio, e alla luce di quanto emerso dalla letteratura scientifica in questi anni, abbiamo pensato di analizzare quale poteva essere un meccanismo in grado di collegare il microbioma dell’acqua termale con quello che abbiamo visto in clinica. Il microbioma comprende tutti i geni presenti, è il dna, il genoma dell’acqua. Da non confondere con il microbiota, l’insieme di microorganismi presenti in un determinato ambiente. Le nostre ricerche – ha proseguito Berni Canani – hanno riguardato il microbioma, perché convinti che il DNA delle acque termali è in grado di farsi riconoscere dal nostro sistema immunitario e modularne certe funzioni.» I meccanismi d’azione sono vari e ancora da definire, cambiano dal tipo di sorgente, dai minerali presenti e dalla loro concentrazione, ma la caratterizzazione di certe acque giocano un ruolo fondamentale nelle terapie delle affezioni respiratorie.
Sull’effetto terapeutico dell’acqua della Fonte di Nitrodi è intervenuta invece la Dott.ssa Marina De Rosa, Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche dell’Università Federico II di Napoli. «Le fonti delle acque termali di Nitrodi sono considerate la più antica spa del il mondo, con proprietà terapeutiche ben note in patologie come psoriasi, artrite, gastriti, gastroduodeniti e insufficienze renali. Il progetto di ricerca al quale partecipo studia da tempo quali possano essere le basi molecolari di questi effetti così benefici per la salute. Il nostro modello sperimentale è costituito da linee cellulari continue i di adenocarcinoma del colon, trattate con Pbs (una soluzione salina la cui concentrazione combacia con quella del corpo umano) o con acqua di Nitrodi.
Trattamenti per un periodo di quattro ore al giorno, cinque giorni a settimana, per un totale di circa sei settimane. Protocollo simile a quello applicato a un potenziale paziente. Successivamente le cellule sono state analizzate in base a certe caratteristiche: capacità di migrazione, vitalità, proliferazione ma anche in base a diversi mediatori dell’infiammazione. Le cellule trattate con acqua di Nitrodi, già dopo 24 ore, sono state capaci di rimarginare una ferita quasi completamente. Cosa che non si era riusciti a fare sulle le cellule trattate con solo Pbs. Una maggiore vitalità confermata dalla conta a 24, 48, 72, 96 ore, dove aumenta sensibilmente la velocità di crescita.»
A questo punto il team di ricerca ha voluto capire se l’acqua di Nitrodi potesse agire sui mediatori dell’infiammazione, cioè su quelle sostanze chimiche sintetizzate durante il processo infiammatorio. «Quello che abbiamo potuto dimostrare fino a questo momento» ci ha spiegato la dottoressa «è che le acque termali di Nitrodi possono avere un grosso effetto antinfiammatorio mediato attraverso la regolazione di un enzima cardine dell’infiammazione, quindi regolare e contenere gli effetti infiammatori intracellulari». Perché proprio l’acqua di Nitrodi? «Tutte le acque termali sono diverse l’una dall’altra. Ognuna produce certi effetti e attiva una serie di meccanismi e azioni, ma è il cocktail complessivo che li produce, non un singolo elemento.» Naturalmente – la De Rosa lo ribadisce più volte – siamo solo alle prime evidenze scientifiche. « Sono risultati preliminari, quindi soggetti a ulteriori validazioni, perché dal mio punto di vista dobbiamo anche dimostrare che l’acqua di Nitrodi funziona sempre allo stesso modo indipendentemente dal momento in cui la raccogliamo. Proprio perché sappiamo che è un cocktail di elementi complessivo a funzionare, dobbiamo ora verificarne la stabilità. E capire se, ad esempio, i pazienti che ne usufruiscono a luglio sono più fortunati di quelli che vanno a settembre. O, altro esempio, cercare una validazione scientifica sui tempi: per quanti giorni può essere conservata l’acqua di Nitrodi restando inalterata la sua straordinaria efficacia? E’ quanto stiamo studiando in questa seconda parte del progetto.»
Insomma, abbiamo un tesoro tra le mani e forse non ce ne rendiamo conto. Ricco di vis polemica il je accuse di Amato de Paulis a margine dell’intervento della De Rosa. «Le ricerche in corso – ha sottolineato il Presidente del Congresso – testimoniano un’esperienza tradotta nel tempo da migliaia di anni. Nel caso delle fonti di Barano, dell’acqua di Nitrodi, voglio sottolineare la sensibilità del gestore del parco che sta supportando anche economicamente queste indagini scientifiche. Gli studi sul microbioma del prof. Berni Canani certamente ci permetteranno di andare a fondo sugli effetti terapeutici di queste acque altrimenti inspiegabili. Tuttavia vorrei anche segnalare una latitanza assoluta di Federterme, dei gruppi termali alberghieri dell’isola d’Ischia, degli amministratori e degli imprenditori, incapaci di puntare su un tesoro ancora troppo nascosto. Questa è una critica assoluta – ha ammesso De Paulis – non è possibile che l’Università debba sostenere una risorsa straordinaria che fa parte del patrimonio dell’isola d’Ischia quando fondi vengono rilasciati e dispersi chissà dove. Cercate di creare sinergie, lasciate perdere quelli di Federterme che portano i soldi ad Abano e in altri luoghi. Voi avete la Campania, i soldi sono della Campania e devono essere collocati qui per documentare e testimoniare quella che è la nostra realtà.»
«È un dato di fatto», ha commentato Giuseppe Di Meglio, direttore del Parco della Fonte di Nitrodi, «siamo un po’ carenti dal punto di vista politico-istituzionale e imprenditoriale. Non si riescono ad attivare determinate iniziative o percorrere con più convinzione strade che risollevino le sorti del turismo o che valorizzino il termalismo isolano, tra i pilastri fondanti che abbiamo a disposizione. Facciamo molto poco per la comunicazione e ancora meno per posizionare il termalismo isolano sui mercati internazionali creano flussi verso la nostra località. La responsabilità di attivare certe iniziative non può che ricadere su due soggetti: i politici e gli imprenditori. Forse non ci sono gli strumenti, più probabile invece che non siamo sufficientemente uniti.»
Eppure proprio la polemica di De Paulis, come le parole di Berni Canani a proposito dei fondi disponibili, evidenziano che in realtà qualche strumento c’è. «Fonte di Nitrodi – ha concluso Di Meglio – ha da tempo intrapreso un percorso di ricerca scientifica con l’università e con FROST, la Fondazione per la Ricerca scientifica termale. Lo abbiamo voluto fortemente perché, al termine di questo percorso, otterremo validazioni scientifiche autorevoli che ci permetteranno di realizzare prodotti termali credibili e soprattutto collocarli sui mercati. Rafforzare un brand e provare a seguire la strada tracciata da realtà consolidate come Avene o Vichy, cittadine francesi che, partendo dal termalismo, sono diventati colossi nella vendita di prodotti termali in tutto il mondo. Con ricadute enormi per l’economia del territorio. E’ vero, siamo molto indietro: ma se l’hanno fatto loro, perché non possiamo provarci anche noi?»
Foto Franco Trani