Con l’avvicinarsi della scadenza per il versamento del saldo Imu per il 2022 del prossimo 16 dicembre, gli italiani si preparano a versare 9,7 miliardi. Il gettito complessivo annuo sarà di 19,4 miliardi. Saranno chiamati al versamento dell’imposta oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati). È quanto emerge dal Rapporto Imu 2022 (secondo semestre) elaborato dal Servizio Uil Lavoro, Coesione e Territorio. “Il costo annuo medio complessivo dell’Imu calcolato su una seconda casa, ubicata in un capoluogo di provincia – spiega Ivana Veronese, segretaria confederale Uil – è di 1.074 euro medi con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città. Chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), versa l’Imu con l’aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 55 euro, con punte di 110 euro annui”.
Secondo i risultati del rapporto, il costo maggiore in valore assoluto per una seconda casa a disposizione si registra a Roma con 2.064 euro medi annui; a Milano, invece, si pagheranno 2.040 euro medi; a Bologna 2.038 euro; a Genova 1.775 euro; a Torino 1.745 euro. Valori più “contenuti”, invece, ad Asti con un costo medio annuo di 580 euro; a Gorizia di 658 euro; a Catanzaro di 659 euro; a Crotone di 672 euro; a Sondrio di 674 euro. Per una seconda pertinenza della stessa categoria catastale a Roma si pagano mediamente 110 euro annui; a Milano 99 euro; a Bologna 96 euro; a Firenze e a Napoli 95 euro. In 17 Città è in vigore la ex addizionale della Tasi, per cui, in questi Comuni, le aliquote superano quella massima dell’Imu (10,6 per mille).
In particolare, a Roma, Milano, Ascoli Piceno, Brescia, Brindisi, Matera, Modena, Potenza, Rieti, Savona e Verona l’aliquota è all’11,4 per mille; a Terni e Siena, all’11,2 per mille; a Lecce, Massa e Venezia all’11 per mille; ad Agrigento al 10,9 per mille.
Altre 75 Città capoluogo, sempre sulle seconde case, applicano l’aliquota del 10,6 per mille, tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Bari. In 10 Città le aliquote sono sotto la soglia massima, tra cui, Gorizia, Pordenone, Ragusa, Udine, Belluno. “Si pone il tema della revisione della tassazione locale con il completamento del percorso avviato nel 2009 con la legge sul federalismo fiscale. Il tema della tassazione degli immobili è fortemente ancorato alla revisione del catasto. Per la Uil la riforma del catasto – chiarisce Veronese – si rende necessaria per riportare equità nella tassazione sul mattone, annunciata più volte nel corso degli ultimi anni e mai attuata. Riforma che deve prendere vita prestando, però, molta attenzione: questo cambiamento non dovrà significare maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo fiscale sugli immobili”.