Filisdeo: «Movida, proteste assurde: Ischia cambi registro»

Il noto musicista ed organizzatore di eventi ischitano non ci sta all’attacco indirizzato alle serate svolte alla Pinetella, difende l’isola e mette in guardia sulla necessità di tutelare un settore come quello del divertimento capace di offrire tanto in termini di indotto turistico. E poi…

E così, puntuale come un orologio svizzero, anche la stagione 2024 ripropone l’eterno dibattito sulla movida sull’isola d’Ischia. Ma stavolta gli attacchi che arrivano più che ingiusti appaiono addirittura paradossali, non credi?

«Il problema sta all’origine ed è proprio legato all’interpretazione e ancor più al racconto dei fatti. Avrei desiderato tanto che si parlasse del fatto di aver portato nuove feste, un diverso format del divertimento, party che accomunano un certo tipo di clienti e turismo di varie fasce d’età, dai giovani agli adulti, tutto questo in presenza di artisti internazionali. Ecco, la vera notizia sulla quale accendere i riflettori sarebbe stata questa, non il presunto fastidio dato a terzi da pochissimi eventi che si svolgono in un anno. Perché una cosa deve essere ribadita, qui parliamo di due-tre date spalmate in 365 giorni. E poi…».

E poi?

«E poi le polemiche fanno dimenticare o comunque passare in secondo piano che alla Pinetella sono sbarcati artisti di calibro internazionale, che forse non sarebbero mai passati per Ischia. Mi riferisco a Gazebo, che è una vera e propria icona, è stato primo in classifica in tutta Europa nel 1984 con la sua hit “I like Chopin”, per non parlare di Neja che nel 199 con la sua “Restless” ha collezionato un analogo successo. Insomma, la notizia importante è che a Ischia si sono esibiti artisti di livello che hanno dato lustro al nostro paese».

E invece le cose sono andate diversamente.

«Vedi, se ci rapportiamo ad altre realtà insulari turisticamente affermati e consolidate – penso a Ibiza, oppure Mikonos o magari la vicina Capri – l’attenzione non si sarebbe focalizzata sul fastidio che reca la musica perché magari è a un volume leggermente più alto e qualcuno invece di andare a dormire all’una deve farlo alle due per massimo tre volte l’anno. La notizia è la programmazione artistica, grazie alla quale in determinate realtà si riescono ad attirare ogni anno centinaia di migliaia di turisti».

La questione ha suscitato l’inevitabile e fin troppo scontato dibattito, però mi piace sottolineare il fatto che il vento pare stia finalmente cambiando nel senso che gran parte della cittadinanza isolana – a prescindere dalla fascia d’età – ha preso le difese di chi promuove questo tipo di eventi ed appuntamenti. Verrebbe voglia dire che è un buon inizio…

«Certo, sono segnali da accogliere con soddisfazione e favore. D’altronde ricordo a tutti che noi stiamo parlando delle considerazioni di un cittadino che purtroppo non conosco e che ha demonizzato l’evento della Pinetella. Ribadisco, ce ne sono stati solo due in un anno intero, ma la verità è che a Ischia quest’anno ci sono stati decine di party in ogni angolo dell’isola di vario genere e con tipologie diverse di musica. Insomma, il divertimento non è mai stato così completo e variegato. Mi sento addirittura di azzardare una cosa».

«A Ibiza, Mikonos o Capri non si sarebbe discusso del fatto che qualcuno due volte l’anno invece di andare a dormire all’una deve farlo alle due ma avrebbe fatto notizia la programmazione artistica, che funge da attrattore turistico»

Prego.

«Forse l’estate che ci metteremo alle spalle ha rappresentato una sorta di anno zero per la rinascita musicale e per la movida made in Ischia. Voglio dire che quest’anno chi veniva in vacanza sull’isola per la prima volta doveva solo chiedere quel tale giorno che evento c’era e trovava sempre una risposta. Abbiamo avuto la musica classica, quella underground, la disco revival, passando per dubbing, house anni ’90, musica commerciale. Abbiamo avuto tutto, anche i borghi in festa come a Ischia e Casamicciola e tutte quelle manifestazioni in piazze e corsi che comunque hanno avuto dalla musica una forma di intrattenimento. E non devo essere io a dire che siamo davanti a un’equazione che vale in tutto il mondo: quando c’è musica e intrattenimento c’è turismo. Poi, se vogliamo demonizzare tutto questo, allora io davvero alzo le mani e non so più cosa si possa fare per Ischia. Personalmente in alta stagione arrivo da 11 mesi di lavoro in terraferma: torno a casa, cerco di programmare e organizzare delle cose principalmente per il bene e lo sviluppo del nostro paese».

Anche la stagione 2024 ha mostrato in maniera chiara come il divertimento ischitano stia cambiando pelle. Eventi che iniziano al calar del sole, quindi molto prima rispetto a un passato anche recente, e che proseguono fino alle 2 di notte, insomma non si tira più l’alba come una volta. Passami l’espressione forse inappropriata ma che rende l’idea, siamo davanti a una movida più “sostenibile”?

«Sì, siamo davanti a una tendenza che inizia a consolidarsi. In ogni caso è giusto ricordare che tutti gli eventi sono regolamentati da apposite ordinanze comunali che stabiliscono il limite di orario in base anche alle stagionalità. Ad esempio a Ischia, le emissioni sonore sono consentite fino alle 2 esclusivamente nel periodo ferragostano, altrimenti lo stop è un’ora prima. Ci sta quando arriva l’estate, in fondo è come l’ora legale, tutto va avanti di un’ora e mi riferisco naturalmente a chi è in vacanza. E questa è stata un’estate che, lasciamelo dire, finalmente ci ha visto allinearci a quello che è il resto del mondo. Ecco perché bisogna continuare così, poi se vogliamo fare un altro tipo di turismo a questo punto chiedo a tutte le persone che continuano insistentemente a lamentarsi di darci anche soluzioni alternative di sostentamento. Perché troppo spesso si ignora o si dimentica che quando si generano serate, eventi e spettacoli, si genera lavoro per famiglie, persone e soprattutto prodotto interno lordo, quindi economia che fa soltanto bene al territorio».

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