Ieri la Capitaneria di Porto ha notificato al presidente di Ischia Ambiente, l’avvocato Massimo Stilla, il verbale di sequestro del cassone dove furono raccolti i resti dei documenti provenienti dal Comune di Ischia bruciati alcuni giorni fa. Come è stato spiegato dagli stessi vertici della società partecipata, non sarebbero ancora stati emessi avvisi di garanzia. L’avvocato Stilla provvederà a presentare istanza di dissequestro, nella qualità di terzo interessato, non di indagato. Al momento dunque la pubblica accusa sembra attendere l’esito delle indagini, prima di iscrivere eventuali nominativi di persone coinvolte nel registro degli indagati. Vista la struttura apicale della società, verosimilmente si cercherà di accertare prima se c’è stato un incendio innescato da cause umane, per poi individuare l’eventuale autore, e in seconda istanza analizzare i possibili ruoli del responsabile dell’area di compattazione, per finire ai vertici.
Sono infatti proseguite le attività d’indagine della Capitaneria di Porto, che hanno continuato a raccogliere le deposizioni, a titolo di sommarie informazioni testimoniali, di tutti gli addetti che hanno lavorato di notte e di coloro che subentrarono di buon mattino nelle ore in cui si verificò l’episodio: l’intento è ovviamente quello di capire chi possa avere appiccato il fuoco. Un particolare curioso è emerso nelle ultime ore: i militari continuano a non riuscire a rintracciare da giorni un dipendente che si sarebbe dato alla macchia.
Come si ricorderà, alcuni giorni fa, su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli, gli uomini della Guardia Costiera di Ischia guidati dal comandante Meloni si recarono presso l’area ecologica della Ischia Ambiente, in via Arenella, proprio per porre sotto sequestro il cassone nel quale sono stati depositati i resti dei documenti che provenivano dal Comune di Ischia e che per motivi ancora da accertare risultarono bruciati nottetempo proprio all’interno del compattatore. Nel verbale di sequestro si ipotizzano soltanto due reati, che sono quelli di gestione illecita di rifiuti e combustione illecita di rifiuti, in quanto secondo quello che finora è emerso si tratterebbe di carta da macero che non poteva essere smaltita in quel modo.