Pensare al prossimo è sempre stata la priorità di Rosa Iacono, figura nota a tutti sull’isola d’Ischia per il proprio altruismo che è ben testimoniato da oltre quarant’anni di battaglie per la difesa dei diversamente abili e dei più bisognosi. L’A.D.I. (Associazione Disabili Ischia) e la Croce Rosa Ischia Soccorso, fondata la prima nel 1987 e la seconda nel 1997, sono oggi un importante realtà sul territorio perché grazie a una rete di volontari riescono a prendersi cura degli emarginati e di chi ha bisogno di cure mediche. A Rosa, poi, si devono mille battaglie, iniziative e progetti tesi ad alleviare le sofferenze di chi è vittima di una società sorda e indifferente. Per questa sua caparbietà domenica 2 giugno a Napoli in Piazza del Plebiscito, alla presenza di istituzioni e forze dell’ordine, le è stato conferito l’attestato di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Non c’è che dire, un grande riconoscimento per una persona che ha speso la sua vita per gli altri e un vanto per la nostra collettività. Per avere maggiori informazioni, siamo andati proprio da Rosa Iacono nella sua sede operativa a Serrara Fontana:
Come ha saputo che avrebbe ricevuto a Napoli l’attestato di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana?
«Tramite una telefonata di un collaboratore del Prefetto di Napoli ho ricevuto la piacevole quanto inaspettata notizia. Mi dicevano di essere stata segnalata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendomi se ero disponibile a recarmi il 2 giugno in Piazza del Plebiscito a Napoli per la cerimonia di consegna dell’attestato. Ovviamente io ero felicissima e un po’ incredula perché in tutta onestà non me lo sarei mai aspettato. Comunque, ho subito detto di sì e il giorno seguente mi è arrivata una PEC che rendeva di fatto ufficiale l’invito».
Quali emozioni ha provato quel giorno?
«Per me essere lì in Piazza del Plebiscito a ricevere l’attestato di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana è stato qualcosa di incredibile che non si può descrivere a parole. C’erano il Prefetto di Napoli, il sindaco di Napoli e una nutrita pattuglia di forze dell’ordine che ringrazio di cuore per l’organizzazione dell’intera cerimonia, tenutasi in un clima di assoluta compostezza. L’emozione, ovviamente, era tanta e avrei voluto tanto avere accanto a me mio marito Cristofaro Fiorentino, purtroppo venuto a mancare tre anni fa. Al mio fianco c’era la mia famiglia e condividere quei momenti con loro è stato davvero stupendo perché non capita tutti i giorni di avere una simile onorificenza».
Lei è una persona che non si è mai arresa nella vita nonostante le difficoltà incontrate negli anni. Ma come è nata in lei questa esigenza di aiutare il prossimo?
«Se non avessi avuto un figlio diversamente abile sicuramente sarei stata una persona indifferente come tante altre. Ho sempre visto mio figlio Maurizio come un dono del Signore e non come una punizione. È grazie a lui che ho cominciato la mia battaglia a difesa di chi è escluso dalla società. Ricordo che negli anni ’80 sull’isola non c’erano strutture per i disabili e chi aveva in casa una persona con problemi era visto come la vergogna della società. Non so perché, ma c’era questo stigma che ci accompagnava. Ho sofferto molto per questa situazione, ma non mi sono mai arresa e piano piano mi sono fatta largo nelle piazze dove urlavo per far riconoscere i diritti delle persone disabili che fino ad allora erano completamente emarginate. Così, nel lontano 1987 ho deciso di fondare l’A.D.I. (Associazione Disabili Ischia) con l’obiettivo di aiutare tutte le persone con disabilità portando le loro istanze alle Istituzioni, mentre nel 1997, esattamente dieci anni dopo, ho fondato la Croce Rosa Ischia Soccorso, un’associazione operante sul territorio specializzata nell’assistenza sanitaria con ambulanza attrezzata, mediante l’impiego di personale qualificato, medici, infermieri e autisti soccorritori. In quegli anni, poi, andavo spesso in giro per far curare mio figlio Maurizio e una volta, di ritorno dalla Germania, scrissi una lettera infuocata contro le Istituzioni dell’epoca che non avevano a cuore le esigenze e i diritti delle persone diversamente abili. Nessuno la prese in considerazione, tranne il giornalista di Rete 4 Giancarlo Funari che mi invitò a leggerla in diretta tv nel suo programma. Andai in trasmissione e lessi questa lettera davanti al Ministro dei trasporti Raffaele Costa che mi assicurò che di lì in poi sarebbero cambiate diverse cose».
E la situazione è cambiata? Oggi, rispetto al passato, c’è maggiore attenzione verso il tema della disabilità?
«Si, sono cambiate in meglio tante cose e oggi rispetto a prima si parla apertamente di questo tema. Un tempo era impensabile, ma oggi ci sono treni, navi, autobus a regola che vengono incontro alle necessità dei diversamente abili con pedane, scale particolari e ascensori. Sulla nostra isola, poi, sono nate strutture specializzate come il Dhc che aiutano chi necessita di cure particolari. Inoltre, negli anni sul territorio sono sorte tante altre associazioni a tutela dei più fragili e questo è un segno tangibile dell’inversione di rotta. Sono molto felice di queste iniziative che partono dal basso, ma non dobbiamo pensare che la battaglia sia finita. C’è ancora molto da fare e le sfide del futuro ci portano a guardare oltre e a immaginare una società in cui la persona diversamente abile sia completamente inserita nel tessuto sociale».
E le Istituzioni fanno il loro dovere?
«Come ho detto, negli anni la sensibilità verso la disabilità è cambiata e il terzo settore ha preso a cuore questo tema così delicato. Anche le Istituzioni isolane e nazionali si sono mosse, ma chi è espressione del potere dovrebbe fare sempre di più per chi è in difficoltà. La politica non si accontenti di fare il minimo indispensabile, ma si adoperi continuamente per il bene di tutti. È una lotta continua ed è necessario che ognuno faccia la propria parte perché solo così riusciremo ad avere una società più giusta e inclusiva».
Si sente di fare dei ringraziamenti? E a chi vuole dedicare la prestigiosa onorificenza che le è stata conferita?
«I ringraziamenti sarebbero tanti e ci tengo a riproporre integralmente quelli che ho messo per iscritto alcuni giorni fa in una lettera: ‘Innanzitutto ringrazio Dio per avermi accompagnata in questo difficile e dolce cammino che è stata la mia vita. Ringrazio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per avermi concesso l’onore di un riconoscimento così importante. Ringrazio il signor Prefetto di Napoli, S.E. Michele di Bari, e tutti i suoi collaboratori che mi hanno invitato a questa meravigliosa Cerimonia. Questo riconoscimento lo dedico al mio amore che non c’è più e a tutta la mia famiglia per avermi supportata durante questo percorso. Ringrazio tutti i volontari delle due associazioni che ho l’onore di guidare, senza di loro non avrei potuto fare tutto questo. Ringrazio tutte le Autorità Civili e Militari presenti sull’isola d’Ischia. Ringrazio la famiglia dell’armatore Agostino Lauro che ha creduto in questo sogno. Infine, voglio dedicare un pensiero a tutte le persone che soffrono e che stanno attraversando questo difficile momento di guerra, del terremoto, di calamità naturali nefaste. Un pensiero speciale ai diversamente abili. Vi voglio bene e vi chiedo di avere tanta fede perché il Signore non abbandona mai nessuno. Solo Lui può darci la forza di andare avanti anche nella sofferenza. Un grazie di cuore a tutti’. A queste parole scritte di getto vorrei aggiungere dei ringraziamenti rivolti a quelle persone che mi hanno contattato tramite canali social, messaggi e telefonate per farmi i complimenti. È un riconoscimento molto importante che però non mi cambierà. Io continuerò a essere sempre la stessa Rosa, umile e accanto alle persone in difficoltà perché è questa la mia natura».