“Falle” nel Tribunale, tutte le accuse di Paolo Rizzotto
L’avvocato critica aspramente l’operato dell’Assoforense e invoca la dichiarazione di astensione contro l’inerzia dei vertici giudiziari a poche settimane dalla ripresa delle udienze in presenza, con i pesanti interrogativi sulla sicurezza che si aggiungono alla drammatica carenza di personale
È un durissimo atto d’accusa quello che l’avvocato Paolo Rizzotto rivolge verso lo stato della giustizia locale, ma soprattutto verso coloro che la rappresentano, a partire dall’Associazione forense dell’isola d’Ischia. Accusa che arriva a poche settimane dalla ripresa, fissata al primo luglio, delle attività d’udienza civili e penali in presenza, pur con gli accorgimenti dettati dai protocolli, ad esempio dando la priorità alle udienze che non comportino la presenza contemporanea di un eccessivo numero di persone, o quelle che non richiedono deposizioni di testimoni.
«Non si capisce a cosa sia servito l’incontro tra le due associazioni forensi locali, compresa quella dei giovani avvocati, col Presidente del Tribunale Garzo lo scorso maggio – attacca l’avvocato Rizzotto – visto che di fronte al quadro prospettato, costituito dalla mancanza di sicurezza igienico-sanitaria, di spazi per il distanziamento, di pulizia quotidiana, di controlli di temperatura all’ingresso, l’unica cosa eseguita in concreto è stata realizzata dal Comune di Ischia che si è accollato una sanificazione e la pulizia dei filtri dei condizionatori. Tuttavia, la ripresa di luglio dovrebbe avvenire solo in presenza di tutte le misure di sicurezza che a Ischia non sono state di fatto predisposte». Una situazione confermata da altri professionisti, che lamentano l’insufficiente dotazione di igienizzante, ormai agli sgoccioli, o addirittura la mancanza di sapone nei bagni del Tribunale. «Per non parlare del personale – continua l’avvocato Rizzotto – che era e continua ad essere clamorosamente carente, con le cancellerie che soffrono per un numero di addetti infinitamente sotto-dimensionato. Ebbene, di fronte a questo stato di cose, l’assoforense non ha ancora proclamato l’astensione – che io chiedo con forza – per dare almeno un segnale concreto degli infiniti disagi che i professionisti sono costretti a subire. In questo contesto andremo a celebrare le udienze senza che sia garantito a noi e ai cittadini un minimo di sicurezza. Riprendere le attività è necessario, ma non in questo modo. Persino nei negozi più piccoli i commercianti isolani si adoperano per predisporre ogni accorgimento di sicurezza necessario, mentre un ufficio pubblico come il Tribunale, forse il più importante di tutti, è praticamente sguarnito».
Fra le gravi carenze, quella della mancanza di un programma di igienizzazione: «Non dico che si debba procedere a un’igienizzazione quotidiana, ma almeno ogni due giorni sì per arrivare alla partenza delle udienze in presenza con aule sufficientemente pronte». Insomma, il Tribunale anche prima dell’emergenza da covid-19 era già in pesantissima sofferenza per le ben note carenze, e adesso si ritrova a dover aumentare il ritmo delle udienze in assenza delle misure anti-contagio.
L’avvocato Rizzotto è esplicito nell’individuare ruoli e responsabilità: «Il Presidente del Tribunale non ha fatto nulla di concreto, il coordinatore della sezione distaccata non ha avuto molta voce nel far presente le nostre necessità, inoltre le associazioni forensi locali si sono dimostrate praticamente inutili, senza nemmeno dichiarare lo stato di agitazione, oltre alla citata ipotesi d’astensione, e noi professionisti stiamo colpevolmente celebrando le udienze dinanzi al giudice di pace. In passato è stata proclamata astensione per motivi che potrebbero essere definiti come autentiche sciocchezze, al punto da far balenare il dubbio che servisse solo per non far celebrare determinate udienze penali, e oggi di fronte a guai infinitamente peggiori si evita di farlo». L’avvocato è ancora più duro: «Oltre al presidente del Tribunale di Napoli, in particolare io critico aspramente l’assoforense locale guidata dal presidente Gianpaolo Buono, ma non per malafede, né per mancanza di volontà, bensì per totale incapacità e per la mancanza di coraggio di proclamare l’astensione, così come critico l’operato del coordinatore della sezione distaccata, la cui flebilissima voce non è servita a nulla. Alla luce di tutto ciò io sono ben felice di non far parte di questa associazione, che non serve a nulla: anzi, entrambe le associazioni forensi farebbero bene a mettersi da parte». Una bocciatura senza appello, quella dell’avvocato Rizzotto: «Ripeto, riconosco la loro buona fede e la loro buona volontà, ma il problema è la loro incapacità. L’unica cosa che sono capaci di fare è predisporre l’affissione dei manifesti mortuari in occasione della scomparsa di un collega, o a fare salotto.
Non si capisce nemmeno come vengano impiegate le risorse economiche derivanti dalle iscrizioni annuali, se non per organizzare passerelle di avvocati che arrivavano sull’isola a tenere quei fantomatici corsi di aggiornamento, ai quali partecipava in realtà soltanto il 10% degli iscritti. Tutti gli altri lasciavano a qualche associato il badge con cui formalizzare la presenza, senza in realtà presenziare, dunque percependo i crediti in maniera illegale». Una sola iniziativa, dunque, potrebbe in minima parte riscuotere il consenso dell’avvocato Rizzotto: «Mi auguro che coloro che guidano l’associazione abbiano un moto d’orgoglio, almeno in questo frangente, e dichiarino l’astensione: in questo caso apprezzerei molto tale segnale».
C’è comunque una specifica eccezione: «L’unico professionista che in questo periodo ha fatto sentire la sua voce è l’avvocato Antonio De Girolamo, che ha preso una posizione forte, e con cui concordo pienamente, di fronte all’assurda regola che richiede la presenza in aula degli avvocati per le cause rinviate d’ufficio, quando basterebbe una comunicazione via Pec. Una norma che è un surreale paradosso».