CRONACA

“Faida” per la scuola, a Lacco Ameno il Comune corre ai ripari

L’ente vara un avviso di manifestazione d’interesse per individuare un immobile in cui ospitare alcune classi dell’istituto “V. Mennella”

L’emergenza sanitaria si intreccia con l’emergenza scuole, tutt’altro che finita. A Lacco Ameno il Comune ha lanciato un avviso di manifestazione d’interesse per individuare un immobile da destinare alle esigenze di spazi scolastici dell’Istituto “Vincenzo Mennella”. Di fatto, l’immobile che verrà individuato servirà ad ospitare gli alunni delle scuole medie del plesso situato alla Fundera, che è incluso nel Piano di ricostruzione e recupero dell’edilizia scolastica varato dal Commissario Schilardi.

Per poter rientrare nel piano di ricostruzione e recupero dell’edilizia scolastica previsto dal Commissario Schilardi l’istituto necessita di uno stabile dove accogliere gli alunni delle scuole medie della Fundera (il cui plesso dovrà essere integralmente ricostruito). Sullo sfondo, permane la contesa tra Comune e Città metropolitana circa la titolarità dell’edificio che ospita alcune classi liceali

Come è noto, lo scacchiere scolastico isolano è complicato oltre che strettamente interconnesso, ed ecco che la querelle tra la Città Metropolitana, Liceo Ischia, istituto Mennella ed enti locali si ripercuote pesantemente sulle tessere di questo mosaico, creando un corto circuito istituzionale.

L’istituto lacchese, gravemente colpito dal sisma del 2017, è a corto di spazi, sia per ospitare adeguatamente i propri alunni, viste anche le nuove norme sul distanziamento fisico di prevenzione del contagio da covid-19 che aumentano ulteriormente le necessità di locali adatti, sia per consentire la realizzazione del citato piano di ricostruzione post-sisma delle scuole. Di conseguenza Lacco Ameno rivendica la proprietà dell’edificio in cui dal 1993 erano ospitate le classi dello Scientifico.

Da parte sua, il Liceo chiede di poter disporre anche per il prossimo anno di quindici aule, in attesa che venga portata a compimento la trattativa con il Comune di Ischia per ottenere la disponibilità di altri spazi nei pressi del Centro Polifunzionale, laddove la gran parte del Liceo è ospitata.

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Altro attore di questa situazione è la Città metropolitana, che rivendica la titolarità dell’edificio lacchese e la legittimità della messa a disposizione a favore del liceo.

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E proprio questo è forse il punto focale, il nodo irrisolto all’origine delle contese a colpi di catenaccio che hanno animato le ultime settimane. Anche a causa di disposizioni legislative piuttosto ambigue, l’edificio lacchese poi concesso in uso al Liceo viene rivendicato sia dalla Città Metropolitana sia dal Comune di Lacco Ameno. E infatti all’ombra del Fungo l’atteggiamento dell’ex Provincia viene vissuto come un’ “occupazione”, di un edificio che peraltro fu costruito su terreno acquistato dal Comune e costruito dall’ente stesso, dapprima adibito a mercato e poi modificato, sempre dal Comune di Lacco, per usi scolastici. Un’occupazione che impedisce alla terremotata scuola lacchese di provare a risolvere i guai provocati dal sisma di tre anni fa, in quanto la disponibilità dell’intero edificio potrebbe consentire quei movimenti di classi diretti a pianificare adeguatamente le opere di ricostruzioni dei vari plessi sul territorio di Lacco Ameno.

Dall’altro capo dell’isola, la versione è ben diversa: secondo i rappresentanti d’istituto del liceo, l’edificio fa capo senz’altro alla Città metropolitana, come è stato anche affermato nell’ultimo incontro tra le parti in causa presso la Prefettura. Incontro che sembra aver sancito una tregua, apparentemente tutt’altro che solida, ribadendo il diritto del liceo a utilizzare quindici aule del plesso.

Intanto il Comune cerca un’alternativa: l’edificio da individuare mediante manifestazione d’interesse, che sarà oggetto di un contratto di locazione, dovrà essere ubicato sul territorio lacchese, e preferibilmente in una zona lontana da attrezzature urbane che possano disturbare bambini e ragazzi. Inoltre dovrà trattarsi di un immobile già realizzato o con interventi di manutenzione già conclusi entro il 31 agosto prossimo. Oltre a rispondere alle normative vigenti in materia di edifici scolastici, l’avviso specifica che l’edificio dovrà disporre di almeno quindici aule di circa 35-40 metri quadri ognuna, con tre aule speciali per i laboratori.

Le istanze, tramite l’allegato scaricabile dal sito dell’ente, andranno inviate con annessa proposta economica, la cui congruità verrà valutata dall’Ufficio tecnico dell’ente, all’indirizzo protocollo@pec.comunelaccoameno.it entro e non oltre il termine delle ore 12.00 del 17 luglio 2020. L’avviso specifica che il Comune si riserva di non selezionare alcuna offerta o di scegliere quella ritenuta preferibile, oltre alla facoltà di recedere dalle trattative senza obbligo di motivazione, qualsiasi sia il grado di avanzamento. Individuato l’immobile o gli immobili rispondenti alle richieste, sarà avviata una trattativa con la proprietà, finalizzata all’indicazione delle condizioni definitive di contratto e dall’individuazione della migliore proposta. Le certificazioni richieste, in luogo delle quali è stata prodotta dichiarazione in sede di offerta, dovranno essere presentate a richiesta del Comune entro dieci giorni, ai fini della valutazione positiva, e costituiscono requisito propedeutico alla sottoscrizione del contratto. Infatti nel caso in cui venisse accertata la non rispondenza a quanto attestato nell’offerta, o nel caso di accertata irregolarità dal punto di vista urbanistico o normativo, si intenderà revocato ogni eventuale accordo sopravvenuto e il soggetto sarà obbligato a rimborsare tutte le spese sostenute fino alla data dell’interruzione della trattativa. Il responsabile unico del procedimento è l’architetto Vincenzo D’Andrea.

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