Un boato fortissimo che spezza la tranquillità di un’isola all’apparenza placida ma nelle cui viscere ribollono costantemente fuoco e lava. E poi un inferno di cenere, lapilli, esplosioni e alte colonne di fumo, che raggiungono in breve tempo centinaia di metri di altezza. Alcuni turisti, terrorizzati, si sono rifugiati nelle rare case che popolano Stromboli, faro del Mediterraneo, uno dei vulcani più attivi di tutto il mondo. Altri, d’istinto, si sono gettati in mare, mentre piccole pietre di fuoco li sfioravano pericolosamente. Gli escursionisti che cercavano la fotografia perfetta sul versante più pericoloso dello Stromboli sono stati colti di sorpresa, tutti in salvo tranne Massimo Imbesi ucciso dall’impeto imprevedibile della natura. Un quadro apocalittico, allarmante che purtroppo potrebbe essere uno scenario cui la popolazione campana potrebbe essere costretta a vivere in prima persona. Inutile negare che il Vesuvio potrebbe dare dimostrazione della propria immane potenza da un momento all’altro ed è bene ricordarlo, in modo che la popolazione chieda e pretenda protocolli chiari ed efficienti di evacuazione, in caso di cataclisma. Ma non è solo lo scenografico Vesuvio a destare preoccupazione. Anche i Campi Flegrei, che impensieriscono da tempo gli esperti, sono da tenere d’occhio costantemente e dovrebbero impensierire anche gli isolani, per i noti legami con la nostra isola. Lo scotto da pagare per vivere in luoghi meravigliosi forse è proprio questo. Intanto, quasi a ricordare come un monito il rischio che corrono gli abitanti campani e l’esigenza di avere sempre più strumenti che possano intercettare quei piccoli ma importanti segnali che il terreno può fornire agli esperti scienziati, gli esperti di terremoti hanno rilevato anomalie.
Dal sito “Meteovesuvio” hanno evidenziato alcuni segnali catturati dai sismografi del Vesuvio. “Ci riferiamo – hanno scritto – alla stazione BKE, soprattutto, ove è chiaramente visibile alle ore 16.59 circa un segnale sismico “ambiguo”. Abbiamo analizzato, per quanto ci è possibile, con software sismico dedicato l’onda come catturata da varie stazioni e siamo giunti ad una conclusione: il segnale potrebbe essere semplicemente l’onda d’urto dell’esplosione dello Stromboli. Si tratta forse di un azzardo ma lo spazio percorso nel tempo visibile sui tracciati Stromboli-Vesuvio, è perfettamente compatibile con la velocità di propagazione delle onde sonore nell’aria. In pratica Vesuvio e Stromboli sono ad una distanza di circa 240km in linea d’aria; la velocità del suono a 20°C è di circa 340 metri al secondo, quindi pari a circa 20 km al minuto. Il segnale sismico alla BKE è visibile alle ore 16.59.00 circa, vale a dire poco più di 13 minuti dopo l’esplosione più forte avvenuta allo Stromboli alle 16.45.45 sec. circa. In 10 minuti l’onda ha percorso circa 200km; in 14 minuti 280km, in 13.30 minuti circa 260km. Questo vuol dire che è del tutto verosimile che il segnale visibile su BKE sia dovuto all’onda d’urto dell’esplosione avvenuta allo Stromboli.
Stesso anomalo segnale registrato anche a Ischia. Un piccolo ma importante monito che ci ricorda quanto l’isola di Stromboli sia vicina ai nostri litorali e che le conseguenze di eventuali altri manifestazione del vulcano eoliano potrebbero giungere fino alle nostre coste anche sotto forma di maremoto, come d’altronde già in passato è successo.