Beh, di certo non lo vedremo arrampicarsi sul tetto del Municipio, in bilico sulle tegole, come fece tempo fa la Virginia su quello ripido del Palazzo Senatorio, al Campidoglio, per poi spiegare che il motivo di quel gesto, il motivo per il quale era salita fin lassù, era perché quello le sembrava il posto giusto per la sua ora d’aria e che ” l’ora d’aria non si nega a nessuno”. No, non è questo che accomuna Enzo, il nostro sindaco, alla grillina che governa Roma, ma qualcosa che si poggia bene a terra come l’asfalto nuovo di via Alfredo De Luca e poi giù verso Ischia Ponte e che ben si sposa con la dichiarazione candida che la sindaca, scopertasi “monopattina”, lanciò nei primi giorni della Fase 2 dell’emergenza Covid : “Cari concittadini, dovrete abituarvi a usare bici e monopattino”. Già, è proprio così, avete capito bene, la quarantena è finita e i chili messi su a furia di gustose pizze e sfornati di ogni tipo che hanno fatto sparire per molto tempo il lievito di birra da salumerie e supermercati, devono andare persi, smaltiti, bruciati. Basta con i flash mob sui balconi a battere le mani e canticchiare, è ora di pedalare, una pedalata sciolta, “rotonda” e magari un pò assistita, perché si sa, ad Ischia, le strade sono un pò ripide e non sempre agevoli. Ma poi vien da chiedersi quanti, in realtà, sull’isola sono dotati di una bici, per non parlare poi di chi stranamente potrebbe possedere un monopattino, anche perché dove vai con un monopattino? che in meno di mezz’ora su strade come le nostre, quasi mai pianeggianti, è già in rosso di carica e quindi serve a ben poco, anzi diventa un giocattolo inutile. Ma intanto i basoli in pietra lavica che costeggiavano via Alfredo De Luca, una caratteristica centenaria che sembrava indelebile per la sua tipicità, tutta isolana, sono stati saltati tutti, e giù via con l’asfalto, occorre fare spazio e dare vita alla nuova “pista ciclabile”, forse, di fatto, solo una striscia contigua al marciapiedi e con tanti “disegnini” di bici intervallati, sai che incanto? già, sono quelli che sostituiranno quelle antiche pietre, levigate dal tempo, posizionate con grande cura da veterani scalpellini, i maestri di un tempo. E noi? possiamo solo guardare, e soffrire, oltre a chiederci il perché. Già, il perché di questa ciclopista che dal Palazzo comunale dovrebbe arrivare a Piazza degli Eroi e poi scendere per via Antonio Sogliuzzo, anch’essa asfaltata di fresco, per poi fermarsi a quell’ecomostro di cemento armato (difficile persino dargli un nome) che ha preso il posto dell’incantevole vigneto della Siena che ospitava anche un pò di auto. Anche lì ci si è dati da fare per distruggere un pezzo di storia della nostra isola, ma soprattutto un angolo di verde, di vecchi pergolati sui quali si adagiavano i grappoli di uva, biondi e profumati.
Una pista ciclabile deve avere uno scopo?
Allora, dopo questa lenta uscita da una quarantena lunghissima sembra proprio che la bici e il monopattino siano diventati la panacea di tutti i mali. Certo, nessuno smentisce che la bicicletta è il più grande killer del grasso che spesso ci portiamo a spasso, ma può essere questo il vero motivo per andare su e giù dal Palazzo reale all’ingresso del borgo ischiapontese per dire che siamo “green”, che abbiamo sempre sognato quella pista per tirare fuori finalmente il nostro spirito di veri “bikers” e quindi comportarci come dei criceti irrequieti e nervosi che girano in tondo sempre nella stessa ruota? abbiamo davvero bisogno di questo accessorio che è indispensabile nella gabbia dei piccoli roditori? ma non bastava come pista per gli amanti della bici già quella che si sta realizzando nella pineta degli atleti? insomma, siamo ragionevoli, non abbiamo le larghe e pianeggianti strade di Bologna né tantomeno i kilometri di lungomare in piano come a Rimini e quindi, se i nostri amministratori ci vogliono tutti in bici, noi rispondiamo: ma dove?
Quel “lifting” a metà su via Antonio Sogliuzzo
Su via Antonio Sogliuzzo, la strada che congiunge Piazza degli Eroi all’antico borgo di Ischia ponte, è arrivato l’asfalto, ma niente da fare per il risanamento di alcuni tratti dei marciapiedi che la costeggiano e che in buona parte presentano rialzi anche in parti centrali e profonde sconnessioni con piastrelle taglienti persino nei punti degli attraversamenti pedonali dove bisogna cercare di evitare una rovinosa caduta. Con la posa in opera del nuovo manto di asfalto sulla strada era logico pensare anche ad alcuni interventi su quel marciapiedi così malmesso e dove da anni non arrivano interventi di buon senso. Alla mancanza di una manutenzione seria si aggiunge la beffa delle tante “toppe” costituite da un pò di graniglia di asfalto a freddo, sparsa qua e là per colmare le buche pericolose ed è davvero spiacevole ricordare che un marciapiedi dovrebbe essere, per sua natura, un luogo particolarmente sicuro e protetto per le persone anziane, per coloro che hanno difficoltà motorie, per le tante mamme che amano passeggiare con i loro bimbi. Ma le segnalazioni che arrivano mostrano invece un quadro nero per quello che riguarda la sicurezza: molti cittadini e turisti inciampano nelle piastrelle sconnesse e le foto che corredano l’articolo restituiscono l’immagine di un pericoloso abbandono persino dove insistono alcune attività commerciali molto frequentate, e descrivono la fondatezza delle nostre parole che non vogliono innescare polemica spicciola ma accendono le luci su un vero problema. Già, perché forse, una domanda dovremmo porcela, ed è quella della legittimità di potersi sentire al sicuro e che forse è il caso di ripristinare la sicurezza e il decoro, per uno scopo molto semplice: quello di evitare danni fisici ai cittadini con conseguenze anche gravi. Se vi capitasse di andare ad Ischia ponte, procuratevi davvero una bici, il marciapiedi è “off-limits”.