Entriamo nell’ atmosfera prenatalizia con il mirto che gia’ fa la sua parte una pianta simbolo che conserva la palma di regina delle nostre pinete
Anche attrazione della natura boschiva dell’isola per addobbi, liquori e profumi – negli anni ’ 50 si organizzava a Ischia la la sagra della Mortella
Ormai stiamo entrando nella dolce atmosfera natalizia, con un autunno che ci riserva il suo vero volto di stagione che spiana la strada ai primi umidi e freddi invernali con la vegetazione che subisce il cambio di stagione e va perdendo inesorabilmente le sue foglie ed i colori della sua naturale vivezza.
Il tutto ci porta col pensiero ad una pianta dei nostri boschi, della quale, qui di seguito si dirà tanto, per quello che ha rappresentato e rappresenta insieme ai funghi ed alle castagne trattati in nostri precedenti servizi.. Nel nostro piccolo Continente che è l’isola d’Ischia, da millenni esiste una fioritura di piante seminate e fatte crescere dai vari popoli che l’hanno abitata, piantandovi la specie che è stata, attraverso i secoli fino ad oggi, materia di studio di svariati botanici ed agronomi, visto che molte di quelle piante hanno dato e continuano a dare anche magnifici frutti di ogni tipo. Fra la miriade di piante di piccolo, medio ed alto fusto, da sempre hanno fatto la loro parte il Mirto ed il Mirtillo o Mortella (diamo le iniziali in maiuscolo perche sono i protagonisti di questo nostro servizio) con altalenanti annate di rigogliosa presenza e di blanda vivezza a seconda delle bizze misteriose della natura.
Per ogni Natale non tradisce l’attesa. Si fa trovare pronta, sempreverde col suo frutto a palline colorate per qualsiasi tipo di addobbo nei luoghi più frequentati. La mortella, è il nome più popolare, è considerata insieme all’abete la pianta simbolo di Natale. L’isola è andata sempre fiera per queste due piante (mirto e mirtillo o mortella) che vanno in tandem, legate fra loro come fossero sorelle siamesi, considerate dagli antichi e dai contemporanei rassicuranti e regali. Rassicuranti, per l’aspetto del proprio fogliame sempre verde, accompagnato dal carico vistoso del loro frutto a forma di palline sbocciate di intenso colore come il rosso, il blu, il nero e l’arancione.
Regali, invece, per il fatto che si racconta che negli ultimi secoli dell’impero romano il Mirto e il Mirtillo erano considerati alberi propiziatori per i giovani sposi e venivano regalati per la loro abitazione, se ne facevano ghirlande per le feste nuziali. Questa tradizione è ancora in uso oggi nella nostra isola, dove in occasione di feste nuziali, si usa mettere, nei mesi estivi e in quelli autunnali, alcunirametti di Mirto o di Mirtillo nel bouquet della sposa. Un’altra leggenda narra che Bacco, dio del vino, della vendemmia e dei vizi (Dioniso secondo la mitologia greca), quando si era recato negli inferi per liberare la madre Selene, uccisa fulminata da Giove, aveva promesso di lasciare in cambio della madre una pianta di mirto.
Questo è il motivo perchè qualcuno attribuisce al mirto un significato funereo e usa decorare i sepolcri con i suoi rami. Nella mitologia greca si narra anche che Afrodite (Venere secondo la mitologia romana) dea dell’amore, della bellezza e fertilità, moglie di Vulcano, uscita nuda dal mare venne inseguita dai satiri (figure mitologiche maschili che abitano boschi e montagne, personificazione della fertilità e della forza della natura) e trovò rifugio in un bosco di mirti. Secondo Ovidio (poeta elegiaco romano del 43 a.C.) invece, Venere, nata dal mare, approdò sulla spiaggia di Citara a Forio d’Ischia e coprì le sue grazie con dei rami di mirto. Ma al di là dei racconti mitologici, storici e leggendari e fantasiosi, sull’esistenza di queste due amate piante boschive, sull’isola ed altrove, bisogna chiarire la differenza , sia pur minima, che corre fra di esse.
Il Mirto è un arbusto che per quanto riguarda la nostra isola da sempre cresce nella ex Pineta Villari a Ischia, al Cretaio, nel bosco della Maddalena, a Zaro, a Punta Imperatore e nella Pineta di Fiaiano. Produce frutti e foglie per preparare un liquore casalingo in alcune zone fuori dall’isola, abbastanza noto. ll colore dei suoi frutti a forma di palline è tipico del rosso sfumato antichizzato. Il Mirtillo invece, col suo fogliame folto e sempre verde vanta frutti cosiddetti di bosco dolci di colore blu-viola da mangiare freschi o trasformati in marmellate o gelatine. Sono tutte e due delle bacche dalle quali si ottengono delle bevande,il mirto e il succo di mirtillo, il primo alcolico, l’ altro no.
Nella realtà sono due piante arbustive che si somigliano ad attirano l’attenzione degli amanti delle salutari passeggiate nei boschi. Hanno inoltre una fioritura bianca da giugno ad agosto e presentano un portamento di arbusto o alberello sempreverde, dal profumo, chi meno e chi più, fortemente aromatico. Il Mirto e il Mirtillo sono piante universali che uniscono popoli e culture diverse. Sono, fra l’altro utilizzate per le affezioni delle vie urinarie (cisti-ti e prostata). L’acqua del Mirto, in special modo, è usata in profumeria ed ha un’azione medicinale, balsamica ed astringente. L’infuso del Mirto veniva impiegato per preparare le botti di rovere prima di ricevere il vino giovane della vendemmia. Ne facevano uso, e qualcuno lo fa ancora oggi, diversi viticultori di Panza e di Serrara Fontana
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