Emendamento Cannabis light: «I Semi della Discordia? Continueranno a germogliare»
Valerio Orlando, patron di alcuni shop sull’isola porta avanti la battaglia di liberalizzazione nonostante il provvedimento governativo che lascia i negozi del THC in un limbo
Dopo la bocciatura dell’emendamento che avrebbe permesso ai cannabis shop di poter fare affidamento su un quadro normativo più chiaro, i consumatori, ma anche e soprattutto i rivenditori si chiedono quale sia il proprio destino. Cosa rischia un curioso acquirente nell’entrare in uno dei negozi che mette in bella mostra piantine di marijuana e vende derivati della cannabis che però hanno – ed è bene specificarlo – appena lo 0,5 % del principio attivo? Nello specifico, a Ischia, quale rischio si corre nell’entrare nel negozio “I Semi della Discordia” di Valerio Orlando? Se faccio qualche acquisto Polizia e Carabinieri potrebbero contestarmi qualche reato? Continua a non essere chiaro. E lo è ancora di meno dopo la bocciatura dell’emendamento sulla Canapa stralciato per inammissibilità alla Camera. Spaccio di Stato. Così è stata etichettata la rivendita di prodotti a base di cannabis con principio attivo al di sotto delle 0,5% da Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno, uno dei principali detrattori della liberalizzazione della cannabis light.
«Pur rispettando la decisione e l’autonomia della Presidente del Senato, che ha ritenuto inammissibile l’emendamento per la stabilizzazione del settore legato alla produzione e commercializzazione della canapa, non posso non rimanere amareggiato. Il nostro intento, con l’emendamento portato avanti da Matteo Mantero non era quello di liberalizzare alcunché ma di regolamentare un importante settore produttivo del nostro Paese», ha scritto su Facebook il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.
«L’emendamento avrebbe colmato un vuoto normativo e regolamentato un settore che, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione di giugno scorso, non ha più norme chiare e definite e rischia di mandare in tilt una filiera fatta di 3 mila aziende e 12 mila addetti. La canapa viene utilizzata in molteplici produzioni: fibre, biocarburanti, plastiche biodegradabili. Viene usata anche per la produzione di prodotti da forno come biscotti, pane e dolci». Valerio Orlando però, uno dei primi a portare a Ischia la cannabis legale, o non illegale, non demorde, nonostante le difficoltà
Un altro duro colpo ai negozi di cannabis light, cosa ne sarà adesso de “I Semi della Discordia”?
Continuerò la mia battaglia assieme agli altri attivisti. Non c’è ancora una legge che vieta la vendita del fiore della cannabis light, quindi noi continueremo a farlo. Se ci sarà una legge precisa naturalmente saremo costretti a chiudere, ma intanto teniamo duro. Almeno per quanto mi riguarda. La mia è più una missione che un’attività commerciale. C’è da dire invece che chi ha aperto con finalità prettamente commerciali potrebbe essere scoraggiato da tutti questi ostacoli.
Nel 2016 lo Stato ha autorizzato la coltivazione di alcune piante di cannabis industriale e se permetti che il contadino faccia crescere questa pianta essa genera un fiore. Fiore che non ha sostanza psicotropa, raggiunge appena lo 0,5 % di principio attivo. Questo fiore quindi posso commerciare. Al momento non c’è nulla che vieta la vendita di cannabis light. Lo Stato negli ultimi anni ha permesso la coltivazione di alcune genetiche. Le legge, a nostro parere, rimane ancora troppo fumosa sulla cannabis light e noi saremmo i primi a gioire nel sapere che finalmente abbiamo chiarezza legislativa sul commercio della cannabis.