Guardiamo il lato positivo: almeno non prendono fuoco come succede ormai con una cadenza spaventosa nella capitale. Stiamo parlando naturalmente degli autobus che nel cuore dell’estate, a mesi dalla fine della stagione turistica, dichiarano forfait e si fermano esausti sotto gli occhi e le mani impotenti degli autisti. Dipendenti dell’Eav che niente possono fare se non sventolare bandiera bianca e annunciare la fine della corsa ai passeggeri che riempiono i sempre più rari mezzi che dovrebbero unire le parti più periferiche dell’isola.
Guasti che innescano un micidiale ciclo di ritardi e inadempienze che poi si ripercuotono su tutta l’isola. Al di là del traffico che rallenta a causa dei mezzi di grandi dimensioni agonizzanti sul ciglio della strada, come l’ingranaggio di un complicato meccanismo, se un bus si ferma o ritarda a pagarne le conseguenze sono tutti i viaggiatori che decidono di spostarsi con i mezzi pubblici. Alle fermate accrescono le persone spazientite che sperano di vedere all’orizzonte i mezzi arancioni, diventano man mano sempre di più, troppi per entrare tutti nel bus successivo ed ecco che un guasto trasforma in men che non si dica la volontà di spostarsi da un capo all’altro dell’isola in un vero e proprio inferno. Raccontare la cronaca vale ormai poco, i bus si rompono quotidianamente, segno che il parco auto che per la maggior parte risale ormai al secolo scorso risulta essere del tutto inadeguato alle esigenze di spostamento di migliaia di residenti e turisti.
Eppure nel week-end si è forse data la dimostrazione di quanto impellente e urgente sia parlare di mezzi pubblici a Ischia. L’avaria quasi simultanea di un bus nei pressi del ponte di Buonopoane e di un altro proprio sotto i Pilastri ha ricordato, semmai ce ne fosse bisogno, di quanto sia urgente parlare di mezzi pubblici e della loro qualità qui sull’isola. Ischia e Procida figlie di un dio minore. Lo grida a chiare lettere Maria Grazia Di Scala che ricorda quanto sia urgente una normativa ad hoc per le zone disagiate. “Il trasporto pubblico su gomma al collasso – ha ricordato al consigliera regionale – Trasporto marittimo che ne parliamo a fare, l’inferno parte dai porti della terraferma per poi attraversare il mare. Una politica regionale e nazionale fatta di annunci e di chiacchiere, ma fatti zero. Che avvilimento! Non posso far altro che presentare un ordine del giorno nel consiglio regionale di mercoledì prossimo, lo farò per la guardia medica, ben consapevole – purtroppo – che pur avendo valore di atto ed impegno concreto, esso resterà lettera morta come quello, pur approvato all’unanimità, presentato per la costituzione dell’ufficio regionale territoriale per la gestione delle incombenze del post terremoto. Se la Regione non tradurrà mai in atti concreti gli ordini del giorno approvati, e finora non ne ho visti, ogni azione è vanificata, e ciò senza rimedio alcuno”.
Le fa eco Mariarosaria Urraro dei Verdi che con una raccolta fotografica dei numerosi disservizi registrati su tutta l’isola ha ricordato quanto impellente sia trovare una soluzione definitiva per un caos trasporti che non accenna ad allentare la propria morsa sulla popolazione ischitana.