Droga e furti, slitta ancora la deposizione dei consulenti
Nel processo a quattordici imputati per traffico di stupefacenti la diversa composizione del collegio ha imposto il rinvio
Nuova battuta d’arresto ieri mattina presso la nona sezione, collegio A, del Tribunale di Napoli nell’ambito del processo per quattordici giovani isolani accusati di alcuni reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. Un avvicendamento tra magistrati (la dottoressa Coronella è stata trasferita ad altra sezione) ha imposto il rinvio. Quindi il Tribunale ha fissato a fine novembre la prossima udienza, data nella quale è prevista la presenza della dottoressa, per consentire la trattazione dei processi già con lei avviati. In quell’occasione dovrebbero essere ascoltati due consulenti che avevano analizzato la sostanza sequestrata. Nell’ultima udienza utile, l’avvocato Gianluca Maria Migliaccio aveva sollevato un’eccezione di nullità delle intercettazioni, in relazione al fatto che nella scorsa udienza venne consentito al teste di deporre sul contenuto di esse. Per evitare sanatorie sul punto, il penalista aveva eccepito quindi la nullità citando ampia e copiosa giurisprudenza di legittimità secondo cui è nulla la deposizione nella quale il testimone sostanzialmente “legge” le trascrizioni delle intercettazioni: se è stata eseguita la perizia trascrittiva, di fatto non c’è alcuna ragione che il teste la legga in aula. Il Tribunale si era riservato lo scioglimento dell’eccezione in occasione della sentenza. Gli imputati, com’è loro diritto, non erano comparsi in aula. Il processo si basa in prevalenza sulle attività di intercettazioni portate avanti dagli investigatori, dirette a individuare i componenti di una presunta associazione che si era costituita per gestire il traffico di sostanze stupefacenti, attraverso la “filiera” dal trasporto alla custodia fino alla distribuzione e lo scambio. L’attività investigativa ebbe anche notevole impulso dalla collaborazione di personaggi “introdotti” nell’ambiente che accelerò la tessitura della rete che gli uomini della Polizia di Ischia hanno progressivamente stretto intorno agli imputati in quell’autunno di oltre otto anni fa, rivelando un “giro” ben più esteso di quanto inizialmente fosse stato ipotizzato. La colonna portante delle accuse restano dunque le intercettazioni che la Polizia eseguì mettendo sotto controllo l’automobile di uno degli imputati, tra i quali figurano: Vito Castaldi, Gaetano Boccanfuso, Domenico Guerra, Raffaela Lubrano D’Alena, Adrian Robert Najda, Umberto Scotti, Serena Di Costanzo, Marco Cammarano, Luca Marna, Michele Morgera, Francesco Ferrandino, Ermenegildo Lubrano Lavadera, Vincenzo Scarpato e Antonio Arcidiacono. Per i primi sette, l’accusa è di traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver ceduto le sostanze a minori (articoli 73 e 80 del Testo unico sulla droga). Due degli imputati sono accusati anche di un furto, avvenuto in discoteca: avrebbero approfittato della distrazione dei legittimi proprietari per sottrarre loro un capo d’abbigliamento e due telefoni cellulari.