Donne e violenza, il monito: «L’isola è lontana dalla dimensione femminile»
Il 25 novembre ed il pensiero della consigliera regionale Maria Grazia Di Scala che analizza il fenomeno e non ha dubbi: «Qui le donne non sono viste come figure autonome in grado di produrre atti o pensieri autonomi»
Poco meno di 7 milioni di donne in Italia hanno subìto violenza fisica o sessuale nel corso della vita, una su tre; per quasi 3 milioni l’abuso è perpetrato dal partner o dall’ex. Nel 2018 le vittime di femminicidio sono state 142, un numero in crescita rispetto all’anno precedente, e 94 quelle registrate nei primi dieci mesi del 2019 (fonte: Istat). Ogni 72 ore, nel nostro Paese, una donna viene uccisa da una persona di sua conoscenza e tre femminicidi su quattro avvengono in casa.
La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, fissata dalle Nazioni Unite il 25 novembre, rappresenta il momento più importante dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su un problema così grave. Abbiamo dato voce alle donne dell’isola per sapere che cosa ne pensano della “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” e quanto Ischia sia a favore delle donne. “La violenza sulle donne si elimina con l’educazione degli uomini. Non ci sono corsi di formazioni per insegnare l’educazione”. Così la consigliera regionale Maria Grazia di Scala commenta la giornata dedicata a combattere la violenza sulle donne. “Sono convinta – continua – che da sole le leggi che possono inasprire le pene ed introdurre nuove e diverse misure cautelari per l’uomo violento, hanno ben poca valenza se non funziona il sistema giudiziario. Da rinforzare anche il potere conferito agli organi di polizia giudiziaria per questi reati. Si può partire da una ‘banale’ aggressione verbale per poi arrivare anche all’omicidio di donne, ovvero ai cosidetti ‘femminicidi’”.
Secondo Maria Grazia di Scala “Questo è un fenomeno che non avrà mai fine”. Perché “Si possono potenziare le pene, ma se il sistema giudiziario non funziona e se non vengono incrementate le forze dell’ordine che devono fare controlli, è dura”. Per quanto riguarda la situazione sull’isola di Ischia la consigliera regionale è severa. “Spesso manca educazione e rispetto che dovrebbe essere proprio degli essere umani e non solo legato al sesso. Se ad esempio un uomo ed una donna vanno in tribunale, in automatico si associa la figura della donna come segretaria”. “Purtroppo sulla nostra isola, anche se non è un fenomeno solo ischitano, le donne non sono ancora identificate ancora come figure professionali autonome degne di produrre atti o pensieri autonomi”. Per questo di Scala afferma: “Purtoppo la nostra isola è ancora lontana dalla dimensione delle donne. Però ci sono tente donne che con caparbietà e determinazione riescono ad imporsi. Malgrado ci sia una considerazione sociale molto più ‘blanda’ legata alle donne, ce ne sono tantissime che, con qualità riescono ad emergenre. Ed allora le soddisfazioni sono anche maggiori”. E chiosa: “La costanza, che è tipica delle donne, premia sempre”. Chi si occupa da anni di violenza sulle donne e della sensibilizazione contro questo triste fenomeno è l’assessore di Forio Gianna Galasso. “Rispetto agli anni passati i dati sono allarmanti”, ci confessa. Ed infatti in Italia le donne vittima di violenza sono 88 ogni giorno, una ogni 15 minuti. Il 41% subisce maltrattamenti, il 31% stalking, il 10% violenza sessuale e il 18% percosse. È quanto emerge dal rapporto della polizia di Stato “Questo non è amore 2019” riferito ai dati aggiornati al mese di marzo 2019 e pubblicato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che come ogni anno si celebra il 25 novembre. Nel biennio 2018-2019 il fenomeno della violenza sulle donne appare in diminuzione: calano del 16,7% le violenze sessuali (nel 2017 erano in aumento del 14%), del 2,9% i maltrattamenti in famiglia e del 12,2% gli atti persecutori. Nel 61% dei casi, la vittima ha indicato l’ex partner come il presunto autore degli atti persecutori. A seguire conoscenti o amici con il 15%, poi i partner non conviventi in un caso su 10.
L’autore della violenza, come dice il rapporto, “non bussa ma ha le chiavi di casa”. Nell’82% dei casi, infatti, si tratta di una persona già conosciuta dalla donna. Negli ultimi tre anni le vittime di violenza di genere di sesso femminile risultano in aumento: dal 68% circa del 2016 al 71% del 2019. Le vittime sono nell’80% dei casi italiane, mentre l’autore è italiano in tre casi su quattro (74% del totale, +1% rispetto al 2018). Tra le donne straniere, sono le rumene ad aver denunciato più di altre una violenza nell’ultimo biennio. La metà delle violenze denunciate è avvenuta in strada, in auto o in parcheggi, mentre nel 35% dei casi l’atto persecutorio avviene in un luogo chiuso. “Questi dati sono davvero allarmanti – conferma Gianna Galasso (che firma l’editoriale di oggi de Il Golfo con un’ampia ed articolata riflessione, ndr) – ma c’è anche un dato ‘positivo’: le donne finalmente hanno trovato il coraggio di denunciare. La violenza sulle donne resta un grave problema dell’isola malgrado siano anni che siamo riuscite a porre in essere campagne di sensibilizzazione e a dar vita, a Forio, uno sportello antiviolenza. Dal punto di vista pratico, però, siamo lontani dalla risoluzione: manca un supporot pratico”. “Non pensare alla violenza contro le donne solo quando si parla di casi estremi, come il femminicidi”. Questo è il monito di Nunzia Piro. “Dobbiamo parlare di donne e di violenza ogni giorno. Spesso la violenza comincia in casa, nelle famiglie e purtroppo non viene nemmeno percepita come tale. È il caso di donne che si vedono privare, anche nelle piccole cose, della libertà, di portare avanti le proprie idee”. Secondo la presidente del consiglio comunale di Casamicciola: “La violenza è nel quotidiano anche legata al ruolo di madre e moglie che restringe alcune donne alla discriminazione. Una cosa inaccettabile al giorno d’oggi”. E chiosa: “Ciò che dico a tutte le donne e di non avere paura. L’argomento della violenza contro le donne, per fortuna, non è più un tabù e proprio per questo non bisogna accettare, sopportare né tollerare alcun tipo di violenza e denunciare”.