CULTURA & SOCIETA'

Domani ai Giardini Ravino a Forio conferenza sulla coltivazione della vite e dell’uso rituale del vino nel mondo antico e cristiano

Nel Nuovo Testamento, il primo miracolo compiuto da Gesù è la trasformazione dell'acqua in vino alle nozze di Cana - Il vino nuovo dato da Gesù, migliore del primo, è segno di gioia, di convivialità e indica che le promesse di Dio, in Gesù, sono giunte a compimento. Il culmine del simbolismo del vino avviene nell'ultima cena, quando Gesù prendendo il calice con il vino, afferma che quel vino è il suo sangue, versato per tutti. Tramite il suo sangue versato inizia la nuova alleanza fondata nella sua morte e risurrezione.

Il vino ha un ruolo importante nella liturgia cristiana e cattolica e non solo, con una lunga tradizione che risale all’Antico Testamento. La Catuogno su indagine vasta ne fa uno studio accurato, svelando i particolari nella conferenza di domani ai Giardini Ravino insieme a Don Antonio Mazzella. Nella Bibbia, la vite e il vino sono citati più di duecento volte, rappresentando il dono di Dio, la cura delle sofferenze umane e la fonte di gioia. Domani quindi, lunedì 14 Ottobre presso la sala Moby Dick dei Giardini Ravino a Forio d’Ischi, alle ore 19:00 ci sarà questa conferenza dedicata alla coltivazione della vite e dell’uso rituale del vino nel mondo antico e cristiano, che vuol essere un approfondimento culturale nell’ambito della mostra Folia, che ha visto protagonista le creazioni dell’orafo Giovan Giuseppe Lanfreschi dedicate in particolare alla foglia di vite.

La conferenza “Vino: iconografia, uso simposiastico e uso liturgico nel mondo antico” vedrà come relatori la Dott.ssa Mariangela Catuogno, curatrice della mostra e direttrice delle attività culturali dei Giardini Ravino con un intervento dal titolo “L’uso rituale del vino nel simposio” e il Sacerdote Antonio Mazzella, Dottore in Liturgia, con un intervento dal titolo “Frutto della vite e del lavoro dell’uomo: il vino nella prassi liturgica delle prime comunità cristiane”. La vite e il vino nella Bibbia: La vite nella Genesi, La vite, frutto della terra promessa da Dio agli Ebrei, Il vino: una certezza nell’antichità,Il vino nell’Illiade e nell’Odissea, Vino, un liquido prezioso che ha anche un uso medico, Qual è il simbolo del vino nel Nuovo Testamento?Gesù trasforma l’acqua in vino alle nozze di Cana,Il simbolismo del vino nuovo nel Nuovo Testamento, Perché il pane e il vino?Il vino nella liturgia.In questi tempi di vendemmia, è interessante per noi cristiani interrogarci sul simbolismo del vino nella nostra vita spirituale. Più volte citati nella Bibbia, il vino, la vite e il vigneron rappresentano molto più di un albero, di un frutto o di una professione.Come simbolo di vita e di benedizione in tutti gli scritti religiosi, la menzione del vino ha un contenuto allegorico. Questo contenuto è per lo più positivo: è la promessa di una terra da coltivare, di un raccolto dopo lunghi sforzi, e soprattutto il vino è un segno di ricchezza e di benedizione da parte di Dio. Il vino può avere anche una simbologia negativa, poiché l’ebbrezza è una colpa e può quindi essere il frutto di molti abusi.Già nell’Antico Testamento la vite e il vino sono citati più di duecento volte. Ripercorriamo innanzitutto i numerosi episodi della storia del popolo eletto.

Limitandoci ad alcuni passaggi, vedremo in che misura la vite e il vino sono un simbolo importante che aiuta a trasmettere un messaggio.A seconda del contesto, i messaggi riguardanti la vite e il vino sono di due tipi: la vite e il vino sono simboli della speranza, del successo e della ricchezza concessi da Dio,il vino è sinonimo di ubriachezza, di indegnità, di dissolutezza.Una delle prime menzioni della vite nella Bibbia appare quando Noè lascia l’arca. Secondo la Genesi, Noè è l’inventore della viticoltura: “Noè, uomo della terra, fu il primo a piantare una vigna”. L’impianto di questa vigna simboleggia il ritorno alla terra dopo il diluvio. Noè scopre gli effetti piacevoli del vino ma anche il suo aspetto pericoloso: l’ubriachezza. Da quel momento in poi, la Bibbia, che fa dei frutti della vite un simbolo, trasmette anche un messaggio: quello della moderazione.Su istruzioni di Dio, Mosè inviò un uomo di ogni tribù per esplorare la terra di Canaan donata da Dio. I dodici uomini riportano un tralcio di vite su cui è cresciuta l’uva, simbolo di prosperità futura.Il vino è citato più volte nell’Illiade e nell’Odissea. In particolare, nel canto IV dell’Odissea, Omero (VIII secolo a.C.) prescrive il vino come rimedio al dolore: “Elena versa nella coppa del marito una sostanza che dissipa la tristezza, calma l’ira e fa dimenticare tutti i mali”.Già nell’Iliade e poi nell’Odissea, il vino sembra essere sacro. Tra i Troiani, nessun pasto inizia senza una libagione di vino agli dei.Nella tradizione giudaica, il vino viene utilizzato nel contesto della medicina ebraica in occasione della circoncisione. Il rabbino spruzzava un po’ di vino sulla ferita chirurgica l’ottavo giorno dopo la nascita del bambino, perché era considerato emostatico e antisettico.Allo stesso modo, già Ippocrate utilizzava il vino nella sua pratica medica per equilibrare gli umori, il cui disordine è causa di malattia.Nel Nuovo Testamento il vino è generalmente usato nelle feste, come segno di celebrazione. Nelle nozze di Cana, il valore sacramentale è stabilito attraverso il simbolismo del vino. Secondo San Giovanni, Gesù scelse la celebrazione di un matrimonio per compiere il suo primo miracolo. Su indicazione di Gesù, vengono riempite sei giare d’acqua, il cui contenuto si trasforma in vino quando viene versato agli invitati.Il simbolismo del vino nuovo compare più volte nel Nuovo Testamento: Giovanni, Matteo e Luca ci riportano queste parole di Gesù in cui si paragona al vino nuovo da versare in pelli nuove.

Ciò significa che Gesù porta la Buona Novella attraverso nuove persone: un messaggio diverso da quello già trasmesso nella Bibbia attraverso nuovi messaggeri.Il vino nuovo da mettere in otri nuovi è un altro modo per differenziare il suo messaggio, la Buona Novella.Egli rinnova la parola di Dio, porta un nuovo messaggio.L’evangelista Giovanni ritorna sul tema del vino. Nel capitolo 15 ripete le parole di Cristo: “Io sono la vera vite e mio padre è il vignaiolo”… Io sono la vite e voi i tralci”. “Sono io che ti ho scelto e ti ho stabilito perché tu possa andare avanti, perché tu possa portare frutto, perché il tuo frutto rimane simbolismo da trasmettere alle generazioni future per ricordare lui e le sue parole.Usa il pane, che è menzionato anche in molti luoghi della Bibbia. Riprende anche il tema della vite e del vino, che gli sono cari.Come in tutti i pasti festivi della tradizione ebraica, il pane e il vino vengono benedetti all’inizio del pasto. Gesù dà un nuovo significato a questa benedizione, poiché il pane e il vino diventano il suo corpo e il suo sangue offerti per la salvezza dell’umanità.Il vino nella liturgia – È in ricordo dell’Ultima Cena e su richiesta di Gesù “farete questo in memoria di me” che il vino accompagnato dal pane assume oggi un ruolo forte nelle celebrazioni cristiane.Durante la messa, il vino viene mescolato con l’acqua. Il vino rappresenta Cristo e l’acqua rappresenta l’umanità, che si unisce a Dio nel sacramento.Ogni messa diventa quindi come un’attualizzazione della celebrazione dell’Ultima Cena di Gesù Cristo. Un rito che i cristiani compiono per essere in comunione con i cristiani di tutto il mondo, per essere in comunione con i cristiani di tutti i tempi. Con il Nuovo Testamento, il vino è diventato così un simbolo universale di condivisione e di fede.

Fotoricerca di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

Ads

lubranoantonio516@gmail.com

Ads

info@ischiamondoblo.com

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex