Differenziata 2022, Ischia resta ancora indie

L’Osservatorio Regionale per la Gestione dei Rifiuti ha reso noti i dati relativi alla raccolta nei territori campani nello scorso anno. L’unica performance apprezzabile è quella di Procida, che raggiunge il 57.66%, decisamente più bassi (ed in alcuni casi finanche imbarazzanti) i risultati conseguiti dai Comuni dell’isola verde

Non è propriamente dei più entusiasmanti, e non è la prima volta che questo accade, il dato relativo alla percentuale di raccolta differenziata nei sei Comuni dell’isola d’Ischia e nella vicina Procida, che consegna ancora numeri che francamente non entreranno certo nel guinness dei primati né tantomeno porteranno ad una medaglia. Segno evidente che le due comunità delle isole del golfo di Napoli sono ancora ben lontane dal raggiungere gli standard auspicati a più riprese anche con una serie di campagne che (sia pure in maniera non massiva) sono state effettuate anche presso diverse scuole isolane con l’intento di educare al meglio le nuove generazioni. Il Comune che fa registrare le migliori performance è proprio Procida che si attesta al 57.66% (nella tabella in pagina tutti i dettagli) ed è tra l’altro l’unico a superare la soglia del 50 per cento che sulla nostra isola non viene raggiunta da nessuno. Chi sta messo meglio, ma verrebbe voglia di dire meno peggio, è Forio che collaziona un 43.76% di differenziata, poi segue a ruota Ischia con il 39.25% e Barano con il 34.94%. Poi c’è Lacco Ameno con il 33.26% ed a chiudere la graduatoria ci sono i Comuni di Casamicciola e Serrara Fontana con la percentuale di differenziata davvero imbarazzante che si attesta al 28.33% per la cittadina termale e al 27.21% per il Comune montano, che pure ha investito tanto anche in iniziative di sensibilizzazione indirizzate alla cittadinanza per invogliarli a differenziare i rifiuti.

Chi sta messo meglio (o meno peggio) è Forio che si attesta al 43.76&, decisamente male tutti gli altri con Casamicciola e Serrara Fontana che non arrivano nemmeno a toccare quota 30%. Su scala campana si registra invece un aumento di quasi un punto percentuale rispetto al 2021

Numeri che indubbiamente non possono non far riflettere e porsi più di un interrogativo, specialmente alla vigilia di uno storico passaggio che dovrà mettere nella condizione le aziende che operano sulle due isole del Golfo di essere inglobate in un’unica realtà, come sancito dalla legge regionale che ha introdotto gli ambiti e nel caso di specie al massimo un sub ambito.Intendiamoci, i dati su scala regionale neppure sono esaltanti eppure (eccezion fatta per Procida) sono lontani anni luce da quelli che possono vantare i Comuni dell’isola d’Ischia. IO dati diffusi dall’ORGR (Osservatorio Regionale per la Gestione dei Rifiuti) evidenziano in maniera eloquente come nel 2022 la percentuale di raccolta differenziata in Campania sia aumentata di quasi un punto percentuale (+ 0.95%) rispetto all’anno precedente, quando era stato registrato il 54,68%. Nel dettaglio, sono stati raccolti 1.446.399.511 chilogrammi di rifiuti differenziati, pari a 2.241.917 in più rispetto all’anno precedente. Tra le province, ottiene la performance migliore Benevento al 72,78% (+0,1), ma è Napoli a registrare il miglioramento più significativo, guadagnando quasi 6 punti. Infatti, il territorio provinciale di Napoli è ora al 55,21 (+5,61%). Tra il capoluogo sannita e l’area metropolitana si allineano nell’ordine le altre province, che migliorano con performance diverse : Salerno con il 65,98% (+0,4); Avellino al 64,15 (+0,33); Caserta in crescita al 55,21% (+1,93).

Sono dati certificati, e dunque rapporti a quelli che ci vedono protagonisti ci vuole poco per il lettore a farsi un’idea dello stato dell’arte. Il tasso di riciclaggio dei rifiuti (che misura quanta parte delle frazioni riciclabili presenti nel rifiuto urbano sono state effettivamente avviate agli impianti per il recupero) si stabilizza sul 42,10%, in flessione dopo il balzo del 2021, ottenuto però in piena emergenza sanitaria, quando le restrizioni imposte dalle norme a salvaguardia della salute pubblica avevano imposto per molti mesi la chiusura di esercizi e attività pubbliche. Il dato attuale è comunque superiore a quelli della fase pre Covid. Complessivamente, i rifiuti urbani prodotti in Campania nel 2022 sono stati 2.613.200.034 contro i 2.654.370.577 di chilogrammi del 2021 (in calo per 41.170.543 kg. rispetto ad un anno, il 2021, in gran parte ancora condizionato dal lockdown imposto dalla pandemia, con la chiusura per molti mesi delle attività produttive, commerciali, terziarie e turistiche). La produzione media pro capite di rifiuti ammonta nel 2022 a 467 chilogrammi, 8 in meno nel confronto con i 12 mesi precedenti. La provincia che ha prodotto più rifiuti è Napoli, con 502 kg. pro capite, ma è anche quella che ha registrato il calo più vistoso (-6 kg.). Avellino è l’ultima sul territorio regionale, con 372, ma in controtendenza: cresce di un punto. Guardando alla suddivisione per ambiti ottimali, in testa c’è Napoli 1 con 538 chilogrammi di rifiuti pro capite prodotti, in crescita di 7. Infine, la parte non differenziata dei rifiuti nel 2022 ammonta in Campania a 1.159.349.322 chilogrammi, 43.481.719 in meno rispetto al totale del 2021.

Valutando la performance della Campania nel suo complesso, il presidente dell’Osservatorio Regionale Rifiuti, Enzo De Luca, osserva che «il costante incremento della raccolta differenziata anno dopo anno, pur in un complesso contesto economico e congiunturale, conferma i passi avanti compiuti in questi anni». De Luca considera i numeri del 2022 «il migliore viatico in vista della svolta attesa nei prossimi mesi, quando con l’affidamento del servizio integrato dei rifiuti da parte delle autorità locali nei sette ambiti ottimali e il completamento della filiera impiantistica nelle cinque province, la Campania potrà chiudere il ciclo integrato dei rifiuti interamente sul territorio regionale».

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