DELL’AVV. LUCIANO VENIA
Difendere la Natura in tutte le sue dimensioni e manifestazioni è un imperativo categorico sostenuto dalla logica e dalla esperienza. La storia recente di Ischia con i suoi traumi multipli e in particolare con le due frane-alluvioni e il terremoto del 2017 impongono l’adozione del Principio di precauzione in ogni attività sul territorio e in particolare nella gestione e nel consumo di suolo. Ischia non ha bisogno di sviluppo, bensì di tutela e valorizzazione poiché le bellezze fisiche rappresentano già un complesso disponibile di beni ad altissimo valore culturale e ambientale senza pari nel Mediterraneo; e la fase di sviluppo strutturale è già avvenuta fino agli anni ottanta del secolo scorso con grandi e bastevoli trasformazioni.
Ecco perchè siamo contrari ad ogni ulteriore getto di cemento o alla posa di ferro, materiali o e pietre a mare e a terra che modifichino l’aspetto dei siti quando invece sia possibile realizzare una alternativa. Ogni luogo naturale vive di vita propria in un legame di sistema con le decine di crateri del vulcano Ischia; ed è un errore e talora un sacrilegio usare materiali artificiali o altrove reperiti per utilizzarli in iniziative di modifica dello stato dei luoghi. Ogni intervento deve suscitare una vigile attenzione della Comunità e degli enti preposti per competenza alla tutela trattandosi di beni comuni e di valori non replicabili. Penso alle competenze di Città Metropolitana dopo la legge 56/2014, Regione Campania dopo la modifica del Titolo V della Carta Fondamentale, Demanio etc. L’articolo 9 della Carta Costituzionale afferma che “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.” Io credo che la decisione della Amministrazione Comunale di occupare la Spiaggia San Pietro di Ischia con una strada contrasti con lo spirito di questa norma. La Costituzione ci chiede di rispettare nel nostro agire le nuove generazioni alle quali non possiamo e non dobbiamo togliere natura e paesaggio. Inoltre la biodiversità censita nel sito della spiaggia dalle specie ittiche alle colonie di conigli filmate,la possibilità che altre specie dagli uccelli alle tartarughe vi nidifichino o vi si stanzino impongono misure di prevenzione. Questo ecosistema San Pietro va salvato, recuperato, protetto e valorizzato. Se avessimo avuto la possibilità di contribuire a un dibattito e ad una consultazione pure contemplate dalla legge ma pare non avvenute, prima che la Giunta e il Consiglio formalizzassero le decisioni di intervento in zona, avremmo espresso questa idea progettuale: “Si a una strada panoramica che raccordata alla riva del Porto in pietra lavica e con aree di sosta panoramica ovvero di belvedere con sedili ed essenze arboree tipiche, dalla cosiddetta area del cantiere possa appena tecnicamente possibile salire in quota con sbalzi e percorsi lungo la parte finale del promontorio San Pietro al fine di creare emozioni e rinnovata bellezza; e recuperare il paesaggio, bene pubblico antecedente a ogni uso privato per valore e tutela ex art. 41 della Costituzione (L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali). Indi tentare di recuperare nei modi di legge una o piu’ delle 4 strade già esistenti sulla Collina per realizzare una o più discese: e cioè una sulla Via Regina Elena (esiste ancora o è stata “privatizzata”?) e l’altra di discesa sulla strada asfaltata che conduce a via Francesco Buonocore e si apre tra il Parco Punta Verde e il Bar storico fondato dalla famiglia di Antonio e Michele Barile oggi con diversa gestione. Naturalmente impiegando i mezzi e gli strumenti giuridici e costituzionali che l’ordinamento prevede. Il sito della Spiaggia di San Pietro ha un valore ambientale immenso ed è patrimonio dei cittadini, ma ha anche un valore economico ingentissimo. E questo basterebbe. Ma vi è un elemento ulteriore che precede tutti gli altri, il sito di San Pietro, la costa e la spiaggia con gli scogli sono secondo due studiosi il Luogo che avrebbe ispirato una delle più famose opere pittoriche di tutti i tempi, “L’isola dei morti” di Bocklin (Die Toteninsel). Questo è il nome di cinque dipinti del pittore svizzero Arnold Böcklin, realizzati tra il 1880 e il 1886 e conservati a Basilea , New York, e Berlino Lipsia. La quarta versione andò perduta. Questa opera sarebbe la riproduzione unita alla immaginazione e alla creazione del Pittore proprio della nostra Spiaggia San Pietro.
Ecco perchè avremmo detto NO e diciamo fortemente NO a una strada sulla spiaggia. L’immagine della quinta versione del dipinto “L’isola dei morti” è straordinaria ed emozionante. Non possiamo cancellare o modificare quel sito anche se con opere parziali. Basti dire che quest’opera pittorica è uno dei valori culturali universali più noti e significativi; e dunque i Luoghi che sono stati immortalati, la costa di San Pietro, vanno protetti, valorizzati e preservati integralmente. Avremmo detto SI e diciamo SI invece a una strada caratteristica, un Sentiero della Bellezza realizzato anche salendo in quota e realizzando dei Belvedere illuminati di sera per il riposo e la contemplazione, come si fece negli anni trenta del novecento sulla strada litoranea per restituire e offrire una veduta favolosa recuperando l’intero paesaggio che le vicissitudini storiche dei luoghi hanno comportato. In definitiva invitiamo il Sindaco di Ischia a fermarsi, a riflettere avendo egli colto lo Spirito di Amore per la Terra che ci muove e con queste valutazioni ripensare insieme alla Comunità il Destino di una delle aree ambientali più preziose al Mondo. Creare un Sentiero della Bellezza su uno dei laghi vulcanici più originali al mondo, il Porto d’Ischia. Il nostro Porto. La nostra Spiaggia San Pietro. La nostra Ischia. Anche un grido può provocare una valanga !