Nonostante il Dpcm di Giuseppe Conte prevede la didattica in presenza per le scuole inserite nelle regioni in ‘zona gialla’ (dall’infanzia fino alle Medie), in Campania si continuerà a non andare a scuola. La Regione resta ferma sulla chiusura di ogni grado delle scuole che proseguiranno con didattica a distanza. Per il presidente Vincenzo De Luca, la scelta del governo di adottare una ‘linea soft’ per la Campania non è stata certo una vittoria. Il governatore, infatti, avrebbe voluto una chiusura totale (zona rossa o almeno arancione) per cercare di bloccare l’aumento dei contagi, che ieri ha segnato un altro record (oltre 4mila casi in 24 ore). Invece l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza è andato in controtendenza, inserendo la Campania nell’alveo delle regioni meno colpite dalle nuove restrizioni. De Luca, già nel pomeriggio, aveva avuto modo di far sentire la sua “voce contraria” nei confronti delle scelte del governo Conte, scaricando tutte le responsabilità per le conseguenze del «mancato lockdown».
Nella giornata di ieri, poi, è arrivato puntuale il commento del Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, alle misure ordinate dal Governo in materia di lotta al contagio da Covid-19. Secondo il presidente della giunta regionale «le decisioni del Governo sulla divisione in zone epidemiologiche dell’Italia hanno creato problemi del tutto prevedibili. Rimango convinto della necessità di misure nazionali unitarie, anche più rigorose, per una azione più efficace di contrasto al Covid, a fronte di una diffusione sostanzialmente omogenea del contagio». De Luca poi parla della Campania: «Per quello che ci riguarda, sarebbe fuori luogo ogni atteggiamento di autoconsolazione e di rilassamento. La situazione è pesante. E si rischia ora un paradosso: che chi è in zona rossa o arancione fra un mese riapre tutte le attività, avendo frenato il contagio; e chi oggi chiude gli occhi, dovrà bloccare tutto nel periodo natalizio. Deve essere chiaro che da oggi in poi saranno decisivi i comportamenti dei concittadini. Il contagio non scomparirà da solo. E il rischio di avere situazioni drammatiche è dietro l’angolo. Comportamenti irresponsabili, ancora largamente presenti nei nostri territori, rischiano di pregiudicare tutto e di far saltare due dati per noi decisivi che stiamo difendendo con l’impegno straordinario di tutto il personale sanitario: una presenza contenuta nelle terapie intensive, e un numero contenuto di persone che perdono la vita in relazione alla popolazione residente». E quindi sostiene la necessità di «considerarci la realtà più esposta, e che dobbiamo adottare prima di altri, e con più rigore, le misure necessarie. Invito i Sindaci a predisporre da oggi la chiusura dei lungomari e di parte dei centri storici nei fine settimana. Non possiamo tollerare che ci siano, in questa situazione, migliaia di persone che vanno a passeggio come se niente fosse. Invito a predisporre attività di controllo e di sanzione per chi ancora oggi, gira senza mascherina. Sollecito infine il Governo a decidere misure immediate per i congedi parentali o i bonus baby-sitter per le mamme impegnate nella cura dei bambini più piccoli. Per il resto, attendiamo di vedere e valutare le misure di ristoro economico annunciate dal Governo, chiarendo da subito che la proroga dei termini ordinari per versamenti Iva e ritenute, non può che essere una misura di carattere generale».