Vi siete accorti che siamo abituati a parlare degli stessi argomenti e a non affrontarli con la forza dei provvedimenti che bisogna adottare per risolverli sul serio? Tutti, per la maggior parte, siamo persuasi da tipiche discussioni rassicuranti. Come se il semplice discuterne ci mettesse in una condizione favorevole e senza ansia solo per farci sentire meglio, in specie se ci pronunciamo su problemi urgenti che magari competono ad altri. Se guardate bene anche questa domanda è uguale ad altre che ho lasciato, qui, in diverse occasioni. I ragionamenti sulla presenza di criticità rispecchiano, naturalmente, i relativi nodi che puntualmente non sciogliamo tranne che comunicare prese di posizione da spot pubblicitario o elettorale. Da anni. Depuratori, servizio di trasporto pubblico, tariffe taxi ed Eav, tanto per citarne i più famosi, ribollono in un brodo di coltura senza soluzione di continuità. Non basta avere chi ce li sventola sotto il naso o ce li fa leggere inseriti in un articolo su un quotidiano. O che qualcuno ci ricordi cosa non funziona allo scopo di tentare di formalizzare almeno uno stimolo o un riflesso condizionato capace, a sua volta, di indurre un tentativo per ricercare una risposta idonea per questa o quella situazione. Tornerà l’estate a breve. Dopo Natale ripartirà la giostra – in realtà non si è mai fermata, a cambiare sono soltanto le polemiche che riteniamo importanti- su cui turismo, elezioni, traffico, spiagge e così via, hanno trovato un posto fisso nella precarietà del nostro sistema. Non siamo in grado di smantellare il carosello per cambiare strada anche perché un po’, ammettiamolo, ci siamo abituati. Provate a fare questo esperimento. Ogni volta che qualcuno -magari un amministratore- vi parlerà di un problema di cui vi ha già accennato una o due o tre volte, provate a dirgli: “coglione, ti sei accorto che sei ricaduto nella questione dell’anno scorso, come di quello prima, senza ancora esser riuscito a risolvere niente?”. Dopo osservate la sua faccia. La cosa si accentua a livello pubblico-istituzionale. Del resto, come potrebbe diverso? Pare di assistere a un teatro in cui politici «muli» sono gli attori e nella percezione alterata di camminare per arrivare da qualche parte restano fermi a girare intorno al pozzo. Di notizie ce ne sono. In certi casi, a volte, riportarle è una questione di scelta mista a un certo imbarazzo. Si potrebbe dire, per esempio, del Comune di Forio e dei “suoi” poco più ottanta mila euro stanziati a favore delle luminarie di Natale. In questo caso ciò che va rilevato è l’energia usata per approvare entro i giusti tempi delibere per le luci mentre, al contrario, le risorse – specie quelle mentali – che sarebbero utili per la costituzione di una «squadra» intercomunale per la ricerca di risposte alle questioni più urgenti, sono distratte su “gli addobbi natalizi”. Bah! Le “luminarie”, in definitiva, occupano il posto di parole come “sinergia” e dei comportamenti relativi per rendere un “servizio idoneo” alla collettività. In ognuno dei sei comuni gli amministratori che governano dovrebbero avere difficoltà enormi per la quantità di risorse sprecate. Invece la miopia di certe maggioranze propone se stessa come la più corretta delle visioni e ne suggerisce la validità in modo diffuso, moltiplicando le occasioni per fare proseliti. Tradotto: molti affermeranno che parlare delle luminarie di Forio non ha niente a che vedere con i problemi relativi, per esempio, al trasporto pubblico, che pure esistono. Vero. Tuttavia si tratta di una situazione deprimente, che, non è faticoso immaginarlo, rispecchia una cecità a livello nazionale e mette i brividi. Fermiamoci un momento e cerchiamo di analizzare il problema degli autobus che, mancando, di fatto, non riescono a coprire il servizio. Sì, va bene. Il Presidente Eav, De Gregorio, ha detto che la situazione è delicata e che arriveranno altri autobus oltre a quelli destinati nei giorni scorsi a Ischia e Procida. Bisognerà aspettare altre due settimane per vedere i ventotto mezzi in circolazione. Fermo restando che la battaglia per un regolamento unico dei taxi è ampiamente condivisa anche da parte del mondo imprenditoriale, forse meno da quello dei “politici”, il disservizio Eav è un tema urgente. Certo. Spetta alla Regione Campania risolvere la difficoltà. A nessuno però è venuto in mente che pure i comuni dovrebbero darsi da fare oltre a inviare lettere o diffide, poiché non possono essere soltanto raccoglitori passivi di lamentele da spedire a De Gregorio per mezzo di De Luca che parrebbe non avere soldi necessari. E che ottantamila euro per le luminarie a Forio non riusciranno sicuramente a risolvere, magari per quota parte, un problema collettivo che si rispecchia in un trasporto obsoleto con qualche annetto sulle spalle. Neppure, però, possono essere spesi per qualcosa di effimero e non duraturo (anche se forse potrebbe esserci un effettivo ritorno in termini di immagine ma in misura minore rispetto alla fotografia dei turisti fermi ad aspettare autobus che non passano). In definitiva non vi sentite, al cospetto di questa reiterata sensibilità natalizia, per la festa e le lucine che troveranno spazio sul corso di Forio, come forse accadrà in altri comuni, un po’ presi per il culo?