Dalla Russia a Ischia sulle tracce di Luchino Visconti
di Isabella Puca
Forio – «L’Italia è la nostra seconda patria e siamo qui a Ischia sulle tracce di Luchino Visconti». È così che si sono presentati Tatiana Bassova e Gamer Bautidinov i due giornalisti russi che, la scorsa settimana, erano ospiti della nostra isola. Non solo vacanza premio, ma un modo per approfondire il legame che il grande regista Luchino Visconti ebbe con la nostra isola. Gamer e Tatiana hanno vinto, due anni fa, questo soggiorno a Ischia come premio della Regione Campania durante la fiera del turismo di Mosca, un modo di dire grazie per aver parlato in Russia di noi. «Oltre alla solita targa – ci raccontano in un italiano perfetto – ci hanno invitato qui una settimana e abbiamo colto l’occasione per scrivere un pezzo su Ischia e su Visconti. Siamo due giornalisti freelance, autori di un reportage pubblicato sulla rivista Discovery che conta 160 mila copie solo in Russia, incentrato proprio sulla Campania in modo particolare sui dintorni, tra Procida, Pozzuoli con la Solfatara e la costiera amalfitana». Durante l’edizione del Mit i due, senza conoscerlo, regalarono a Tonino Baiocco un libro incentrato proprio sulla figura di Luchino Visconti, suo grande amico, da qui il desiderio di lasciarsi condurre proprio da Tonino all’interno della Colombaia alla ricerca delle tracce di Visconti. «Qui a Ischia – ci raccontano – abbiamo trovato tracce di uno dei grandi poeti russi che, 200 anni fa, da diplomatico presso il consolato russo a Napoli, veniva a Ischia a curare i suoi nervi. Parliamo di Kostantin Batiushkov che, tornato in Russia fu chiuso in manicomio e visse altri 30 anni non sapendo della sua esistenza. Duecento anni fa, per molti russi che vivevano sotto il potere dello Zar, l’Italia era il paese a cui ci si doveva ispirare; fu declamata da tanti e tutti volevano visitarla. Pittori, musicisti, poeti, ciascuno lasciò le sue tracce arricchendo quel territorio culturale». Da Batiushkov a Visconti, sarà pressoché questo il titolo dell’articolo che uscirà su una nuova rivista dedicata ad arte e cultura e che metterà al centro Ischia in Russia, ancora una volta. Ad attenderli fuori i cancelli ormai chiusi della Colombaia il sindaco di Forio Francesco Del Deo e il consigliere Mario Savio. L’emozione di Tonino Baiocco è palpabile, manca da quel luogo da anni, da quando qualcuno non ebbe rispetto per l’artista, e depredò la villa rubandone i pavimenti, il caminetto e persino l’ascensore fatto di vetri colorati; quella che era considerata una vera e propria opera d’arte. «Qui ci manco da una vita – racconta loro Tonino – ormai della Colombaia di Luchino c’è solo l’involucro esterno». Gli aneddoti che legano Tonino a Visconti si susseguono, ai giornalisti russi racconta del loro primo incontro quando galeotta fu quella cucciolata di barboncini nani uno dei quali venne acquistato proprio dal Visconti. Li porta in giro per la Villa senza nascondere la nostalgia di quel tempo e il dispiacere di vedere, ormai, tutto diverso. «Qui c’era la sala da pranzo, lì dietro la cucina – racconta ancora entrando in una delle stanze poco aperte al pubblico – era qui che ci riunivamo per le nostre cene». Insieme ci si reca poi sulla tomba del grande regista, lì dove sono conservate le sue ceneri e dove una targa ricorda i quarant’anni dalla sua scomparsa. «Quando mia moglie aspettava nostro figlio,- dice loro ancora- Visconti, guardandola, disse: sarà un maschio. Nacque Gianluca e io lo chiamai un po’ come lui».