Gianluca Castagna | Forio – I pannelli di controllo su ogni postazione riproducono (quasi) perfettamente la plancia di una nave. Schermi radar, carte nautiche, sistemi GPS. Tutto è pronto per salpare e affrontare una nuova avventura in mare. Il porto è quello di Napoli. E quello di Lisbona. L’entusiasmo è lo stesso che precede l’inizio di una lunga traversata che avrà come cuore simbolico lo stretto di Gibilterra, con tutto il fascino irresistibile dei luoghi di frontiera, dove si incontrano (e convivono) due mari, due culture, due mondi. In realtà non c’è nessun porto, nessun molo e ovviamente nessuna nave.
La strumentazione hi-tech è quella del simulatore nautico Transas 5000 e gli aspiranti ufficiali pronti a partire sono gli studenti del Nautico “C. Mennella” di Forio. Tredici allievi che, divisi in sei postazioni tutte fornite del sofisticato software di gestione, riprodurranno lo scenario tipico di una traversata da Napoli a Lisbona, e viceversa. Il nome del progetto, presentato martedì mattina nel Laboratorio dell’Istituto di Via Matteo Verde, è “Oltre le colonne”, con esplicito riferimento alle famose Colonne d’Ercole. Secondo la mitologia, i due promontori rocciosi che danno forma allo Stretto indicavano il limite oltre il quale non era più possibile fare ritorno. Lo stesso Ercole, in una delle sue dodici fatiche, separò il monte presente in due parti (le due Colonne) e incise la scritta “non plus ultra”.
«Si tratta di traghetti tipo Tirrenia e Snav che coprono la tratta Civitavecchia Barcellona. Una scelta per misurare i ragazzi con realtà critiche di traffico marittimo e condizioni meteo particolari. Gli studenti hanno previsto anche rotte alternative, tutto naturalmente partendo sempre dalla cartografia tradizionale, tracciando le rotte, i Way Point, con particolare attenzione nel passaggio negli stretti. Con le consegne del comandante, il terzo ufficiale o il secondo ufficiale pianifica il viaggio, un lavoro che viene poi riportato sulla cartografia elettronica. La navigazione è strumentale ma, come tutti sanno, e lo sanno anche loro, la navigazione deve essere condotta con il metodo tradizionale, così come ci hanno insegnato i vecchi comandanti. L’uomo si confronta con la tecnologia, ma non ne è dominato». Insomma una realtà così complicata necessita sempre di sensi umani raffinati, soprattutto nelle sfere del comando. Ed è la vista la primaria necessità, che si tratti del capitano o dell’ufficiale di rotta, in un mondo che ha regole ferree e in cui l’acume individuale è talvolta il discrimine unico tra la riuscita e la sconfitta.
Il compito iniziale, particolarmente delicato per gli studenti, è l’uscita dai porti. Le navi sono davvero grandi, gli studenti concentratissimi iniziano le manovre e serve davvero tanta concentrazione per guidare queste navi fuori dal porto, quasi a fare una sorta di slalom tra gli altri giganti del mare che attendono all’imboccatura ma anche tra pilotine, pescherecci, rimorchiatori, aliscafi e bettoline che solitamente affollano i porti, quello partenopeo in particolare. A uno dei primi Way Point, proprio di fronte alla Punta Imperatore dell’isola d’Ischia, la sensazione è che il viaggio in mare può dirsi davvero cominciato. Una traversata di circa 1500 miglia (come quella dei colleghi partiti simultaneamente dal porto di Lisbona) durante la quale i ragazzi avranno modo di utilizzare al simulatore tutti gli strumenti di Radio – Navigazione studiati nel corso dell’anno scolastico. Le sei navi saranno monitorate lungo tutto il tragitto; il simulatore Transas, infatti, riproduce fedelmente tutte le condizioni esterne e interne alla nave. Inoltre con il GMDSS, gli alunni dovranno comunicare con le zone VTS (aree di controllo del traffico marittimo), con il Traffic Control dei porti di arrivo e partenza e con i piloti.
«Ho insegnato in questo Istituto per più di 20 anni» racconta Lamonica. «Siamo partiti dal niente: aule sparpagliate sul territorio, un Commodore 6 e pochissimi altri mezzi. Oggi assistere a questa simulazione con strumenti avanzatissimi è motivo di grande soddisfazione. Cosa mi auguro? Il triennio del Nautico “C. Mennella” ha questa sede, ma non ho perso le speranze per una struttura migliore, più ampia che ospiti anche il biennio. Per qualche tempo si è parlato di una sede in via Marina, poi tutto è sfumato. I nostri politici dovrebbero avere l’intelligenza per capire che l’Istituto Nautico rappresenta una scuola importantissima per la nostra isola. Un vanto da un punto di vista storico. Capace, come avviene per gli Istituti Nautici di Procida, Sorrento e Napoli di lasciare una fortissima impronta culturale sull’intero territorio».
Per il capitano Nino Mattera « Ci è stato insegnato che la tecnologia è un aiuto per l’uomo, ma non può sostituirlo. Fra non molto temo non ci saranno più nemmeno la carte nautiche. Un errore gravissimo, perché anche i sistemi elettronici sono vulnerabili. L’ufficiale che sta sul ponte dovrebbe fidarsi soprattutto del suo occhio, della sua esperienza. Contano i fari, le boe, l’occhio è velocissimo e se in condizioni particolari, di visibilità ridotta, la macchina fornisce un aiuto straordinario, non bisogna mai dimenticare che anche le macchine possono sbagliare o essere ingannate. Da un’altra macchina, ad esempio. Il consiglio che posso dare agli studenti è adottare il buon senso affidarsi alla propria esperienza. Senza il buon senso da parte di chi comanda una nave ci sarebbero molti più incidenti. La tecnologia rende la navigazione più sicura, ma i vecchi metodi non vanno mai dimenticati».
La scuola sta facendo passi da gigante. E navigare, in fondo, è anche un po’ come insegnare: non si finisce mai. «Oggi si arriva a essere ufficiali di guardia anche a 21 anni» conclude il prof. Salvati. «Forse un po’ presto. La preparazione psicologica, nell’andar per mare, ha una sua importanza e comincia dal primo imbarco. E’ l’esperienza a insegnarti le scelte da fare. Con gli strumenti tecnologici si impara tanto, ma solo stando a bordo, sul ponte di comando, si riescono a gestire, gli imprevisti. Noi come insegnanti cerchiamo di dare ai nostri studenti una formazione al passo coi tempi attraverso conoscenze, competenze e padronanza degli strumenti, anche tecnici, più aggiornati. Una piattaforma di partenza essenziale a cui va aggiunta la grande lezione dell’esperienza in mare».
“Oltre le colonne” si concluderà il prossimo 30 maggio con l’arrivo delle navi nei porti di Lisbona e Napoli. L’entusiasmo per il progetto è palpabile, il viaggio è appena cominciato, l’avventura continua.