Da Ischia la “Carica” per lo sviluppo del turismo

Il sud per far crescere la principale industria del nostro paese: ieri, in un clima di fiducia ed ottimismo, se ne è discusso presso l’Auditorium Leonardo Carriero nel corso del forum promosso da Unicredit. Molti e qualificati i relatori, i cui interventi evidenziano una costante crescita e criticità ancora da colmare. Ma tutto questo all’insegna di un ritrovato (e certificato) ottimismo

Il turismo motore di sviluppo del sud, è stato questo il tema del Forum promosso da Unicredit e che si è svolto nella mattinata di ieri presso l’auditorium “Leonardo Carriero” di Lacco Ameno. All’appuntamento ha partecipato una platea di assoluto rispetto, tra cui stakeholders ed esponenti imprenditoriali e del mondo associativo del turismo e dei settori ad esso collegati (agrifood, cultura, trasporti), supportati dal mondo della ricerca con Svimez e Nomisma. Un modo per attivare il Network di riferimento e discutere in modo strutturato e programmatico del turismo nel Sud. Il forum è stato preceduto da tre tavoli di lavoro preparatori riguardanti il turismo congressuale al Sud, il turismo tematico ed esperienziale e il potenziamento dell’offerta turistica attraverso lo sviluppo di nuove strutture e la riqualificazione di quelle esistenti. I risultati dei tre tavoli di lavoro sono stati illustrati e presentati nel corso della discussione, ecco una sintesi degli interventi dei partecipanti.

FERDINANDO NATALI (REGIONAL MANAGER SUD UNICREDIT)

«L’isola d’Ischia è un simbolo di quanto i cambiamenti climatici stiano impattando sul territorio ma rappresenta anche una vetrina straordinaria per cultura, ospitalità e bellezze paesaggistiche. Il turismo nel Mezzogiorno è fondamentale per creare occasioni di lavoro per i nostri giovani e nessun settore lo fa come questo. Oggi ritengo che non si debba più parlare di turismo ma di industria del turismo, che è un qualcosa di complesso da affrontare in maniera programmatica e strutturata. Così facendo può proporre un valore davvero unico generando una ricaduta positiva su altri settori di eccellenza del Sud Italia come enogastronomia, fashion e cultura. Insomma, il turismo è attrattore di benessere ed attività economiche, questo deve essere chiaro».

REMO TARICANI (DEPUTY HEAD OF ITALY UNICREDIT)

«Proponiamo progetti per il territorio. Siamo partiti dal 2022 con 10 milioni di credito per famiglie e imprese, poi abbiamo fatto l’edizione del 2023 dove ci siamo riconvertiti puntando verso spinta e ripresa, guardando al made in Italy ed alla Zes unica come modello da scalare. Nell’anno in corso il piano è diventato di 28 milioni di euro ed esiste un plafond dedicato espressamente al turismo. Questo perché è emersa la convinzione che il settore ha un grosso potenziale soprattutto al Sud. I dati sono positivi, tutti stanno crescendo e questo perché ci sono ampi margini di crescita e quindi adesso è il momento di accelerare. Noi come banca dobbiamo costruire un modello di servizio dedicato per questo specifico settore: abbiamo specializzato alcuni nostri gestori in varie filiere, è arrivata l’ora di farlo anche per il turismo costruendo iniziative particolari. Il turismo ha bisogno di investimenti ma rispetto ad altri settori ha tempi di rientro più lunghi e questo deve essere tenuto in debita considerazione. Speriamo, ad ogni modo, di collezionare risultati importanti».

CARLOTTA FERRARI (PRESIDENTE CONVENTION BUREAU ITALIA)

«Rappresentiamo da 10 anni circa 3.500 aziende che si adoperano per promuovere il turismo congressuale in tutto il mondo. Siamo nati grazie alla spinta di confederazioni e associazioni di categoria. Tenete presente che l’Italia è il primo paese in Europa per quanto riguarda il congressuale, in testa però figurano città del Nord anche se Roma ha fatto registrare una crescita issandosi al settimo posto. Napoli è soltanto 66esima, e soprattutto è l’unica città del sud presente in classifica. Per ospitare congressi servono determinati requisiti, in primis l’accessibilità: spesso però il Mezzogiorno paga anche il fatto che sono presenti pochi Convention Bureau e spesso questi mancano di coordinamento con il settore pubblico per le candidature».

GIOVANNA LUCHERINI (DIRETTRICE CONVENTION BUREAU NAPOLI)

«Convention Bureaeu Napoli è nato sulla spinta e le indicazioni delle categorie. Dopo oltre nove anni con più di 1 miliardo di investimento continuiamo a lavorare eppure senza avere nessun centro congressi a disposizione. La capienza massima che possiamo offrire è costituita dai 1.150 posti della Mostra d’Oltremare. Abbiamo nel tempo collaborato con i colleghi di Matera, Brindisi e della Sicilia per essere rappresentativi del territorio: in fondo, è Napoli che deve trainare l’intero Mezzogiorno e spesso la mancanza come detto di strutture adeguate finisce con l’escluderci da una serie di eventi di alto livello, anche di natura sportiva».

SARA FRONTERA (DIRETTRICE MARKETING E COMUNICAZIONE GRUPPO NICOLAUS)

«Il turismo esperienziale vale 170 miliardi di euro ed è diventata la tendenza principale in Italia. Il viaggiatore è ormai consapevole delle sue esigenze e vuole una vacanza personalizzata e disegnata su misura in base alle sue necessità. Il turismo esperienziale risponde a queste necessità. Il tema dell’overtourism? Va analizzato con attenzione. Bisogna osservare che il 20% dei visitatori italiani si concentra sul Mezzogiorno: i turisti arrivano in determinate aree e in alta stagione e qui allora nasce un evidente problema. Il turismo esperienziale produce invece benefici virtuosi, contribuendo a mettere in evidenza una serie di eccellenze e lavorando su territori che hanno problemi di natura occupazionale e di formazione qualificata. E poi costringe a lavorare in maniera sistematica e integrata oltre ad avere il pregio di essere sostenibile per l’impatto distribuito che genera sul territorio. In questo settore il primo posto lo occupano natura e svago che valgono 63 miliardi, il secondo cultura e scoperta dei territori con 49, il terzo MICE e Grandi Eventi. Alcune proposte? Parto dalla Via Appia, è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco ed attraversa Campania, Basilicata e Puglia. Poi cammini e glambing, tutto ciò che ruota attorno alla sostenibilità con un potenziamento delle rete ferroviaria storica che pure in tema di esperenzialità significa tanto e magari anche un tour dell’olio e del vino in salento. Infine, direi senza dubbio turismo del benessere, legato al food e alla Natura. Nel Sud abbiamo i migliori centri termali d’Italia, penso ad Agnano, Ischia e non solo ed allora auspico che si crei un circuito integrato anche sul trismo sanitario».

MARINA LALLI (PRESIDENTE FEDERTURISMO)

«L’Italia dispone di 5.2 milioni di posti letto ma nel sud ne è presente appena il 25%. Non solo, il 47% delle strutture ha più di trent’anni e paga un gap di competitività notevole, stimato nella misura del 28 per cento rispetto agli standard internazionale. Voglio far notare che nel nostro paese il turismo rappresenta il 13% del PIL, eppure dei 213 miliardi di euro ottenuti dal PNRR soltanto 6.68 sono stati destinati a questo settore ed il dato mi pare sia abbastanza eloquente e indicativo. Disponiamo di 11 aeroporti internazionali ma abbiamo carenze nella rete di trasporti interni. Non solo, è giunta l’ora di cominciare a guardarci dalla concorrenza di destinazione emergenti quali Dubai, Oman, Albania e Montenegro. A chiudere va sottolineata una certa inadeguatezza dei servizi e la carenza di un personale che non solo costa molto ma sul quale andrebbe anche svolto un adeguato lavoro di formazione».

LA TAVOLA ROTONDA CON MANFREDI E JANNOTTI PECCI

Dopo il dibattito è stato il turno della tavola rotonda cui hanno partecipato da remoto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e Giosi Romano (coordinatore ZES unica per il Mezzogiorno), Costanzo Jannotti Pecci (presidente Unione Industriali Napoli), Ferdinando Natali (regional manager Sud Unicredit) e Luca Bianchi (direttore SVIMEZ). Quest’ultimo in particolare ha sottolineato la crescita del Mezzogiorno con un saldo positivo stimato dalla SVIMEZ e confermato dall’Istat. Poi il plauso di Jannotti Pecci per la costituzione di un ministero del Turismo (che fa a cazzotti con le competenze ancora regionali) e la speranza che un giorno Napoli possa ospitare un appuntamento stile Olimpiadi del Mezzogiorno. Così quel motore di sviluppo metterà finalmente le marce alte.

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