Crisi del Commercio, Bottiglieri: «Paghiamo la concorrenza degli e-shop e il low-cost»
Il referente Aicast traccia un bilancio dell’anno ormai agli sgoccioli. I problemi non mancano ma prospettive per uscire dalla crisi ci sono, anche se serve sinergia tra terziario e politrica
I commercianti a Ischia sono preoccupati. I negozi sono sempre più vuoti e i corrieri viaggiano veloci su tutta l’isola, in una maniera sempre più vivace e assidua. Non è certo solo un trend isolano: in tutta Italia e in tutto il mondo ormai il commercio globalizzato consente di fare acquisti comodamente seduti da casa, scegliendo qualsiasi tipo di oggetti e avendo la garanzia e la comodità di vederselo recapitare a casa dopo qualche giorno a prezzi decisamente competitivi. Velocità e convenienza che stanno mettendo a dura prova i negozianti isolani. C’è chi si organizza, sperando che la coesione possa fare pressione sulle forze politiche e che le stesse possano bloccare una tendenza globale. Una vera e propria battaglia che rassomiglia all’epico scontro tra Davide e Golia. Riusciranno i negozi ischitani a sopravvivere nonostante la concorrenza dei colossi dell’ e-shopping? Difficile prevederlo.
Intanto Marco Bottiglieri, gioielliere di Corso Vittoria Colonna, referente isolano dell’Aicast e osservatore delle evoluzioni delle abitudini d’acquisto degli isolani e dei turisti, tenta di tracciare una mappa tutt’altro che lusinghiera e positiva. Dal punto di vista commerciale – spiega Marco Bottiglieri – l’anno appena passato non è andato affatto bene e per diversi motivi che stanno impedendo al commercio ischitano di toccare i fasti di un tempo. Innanzitutto c’è il problema della globalizzazione galoppante. Gli acquisti su internet – spiega Bottiglieri – stanno erodendo molto del nostro mercato. Un problema che non possiamo di certo risolvere da soli ma che andrebbe combattuto a livello mondiale. Siamo costretti a competere sul mercato con giganti che hanno agevolazioni fiscali inique e ciò ci impedisce di essere competitivi.
Come convincere, alla luce di questa concorrenza così spietata, le persone a tornare a fare acquisti in negozio?
E’ necessario personalizzare molto l’offerta. I ragazzi cercano griffe più conosciute e sponsorizzate, quelle che la moda comanda. Riuscire a convincere con un proprio prodotto non è semplice. Io ad esempio – spiega Bottiglieri – ho creato un prodotto che parla di Ischia, un prodotto originale, legato al territorio. Ma sono 2-3 persone su cento a richiedermi oggetti così particolari, tutti cercano il già noto e spesso lo comprano on line. I miei gioielli che richiamano la storia dei Nitrodi e delle sue lastre votive hanno avuto un grande successo in Cina quando le presentai diversi anni fa, ma hanno stentato a decollare sull’isola. Ciò ci ricorda che non basta essere originali e proporre prodotti originali.
La soluzione, come ha già ripetuto diverse volte sta nel cercare un pubblico qualificato. Ci rivolgiamo troppo a un turismo low-cost. A Positano ci sono tanti canadesi e australiani a frequentare le mete turistiche della Costiera, grazie a un discorso di appeal completamente differente che attira turismo di livello. E’ vero che abbiamo avuto 4 milioni di visitatori quest’ultimo anno ma purtroppo continuiamo a soffrire maggiormente rispetto alle altre località turistiche campane. Proprio perché abbiamo avuto molta quantità e non tanta qualità.
E dunque?
E’ evidente a tutti che a subire maggiormente la crisi sono stati quei negozi che hanno puntato negli anni sulla qualità e l’eccellenza. Buona parte dei grandi marchi sono scomparsi dai corsi principali dell’isola, altri resistono ma il timore di perdere le grandi firme nell’immediato è un timore che si fa mese dopo mese sempre più concreto. Resistono e crescono i venditori di souvenir, di limoncelli e di abiti a buon mercato, segno di una cambiamento dei tempi e della risma dei flussi turistici. Ma anche loro tentennano, colpa anche di chi non aggiunge novità a un mercato già saturo. L’isola continua a registrare arrivi invidiabili, ma la capacità di spesa media di chi sceglie di venire a Ischia è indiscutibilmente mutata. Decisamente più esigua. Vanno forti i ricordini a buon mercato, ma gioielli, vestiti firmati, artigianato di qualità e prodotti enogastronomici di alto livello stentano a trovare mercato. Segno che il cliente raffinato sceglie altri lidi. E i risultati di questa crisi di vendite (e anche d’identità) è visibile. Ad ogni passo lo sguardo dell’ischitano, ma soprattutto del turista della bassa stagione, non può fare a meno di notare la desolazione che aleggia sull’isola.