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Così hanno “schiaffeggiato” il Pio Monte

DI GINO BARBIERI

Dire che si dovrebbero vergognare per tanta impudenza è il meno. Per decenza e carità cristiana non aggiungo altro. L’ex ospizio termale del “Pio Monte della Misericordia”, a Casamicciola –ancora una volta- è stato “schiaffeggiato” da menti ottenebrate e insensibili, che fingono di non vedere lo scempio irreversibile in atto: crollo di solai e muri perimetrali, pareti sbrecciate, intonaci polverizzati, immondizie sparse dappertutto, radici di alberi di pino cresciute sui…tetti; un portale di piperno del 1604 –proveniente dall’antichissimo Pio Monte del XVII secolo , costruito alla località dei Bagni- pericolante e sul punto di sgretolarsi, gli scantinati abitati da extracomunitari, i giardini distrutti e invasi da rottami di auto, insomma un ludibrio infinito provocato da personaggi che, per Statuto, avrebbero dovuto rispettare la volontà dei costruttori delle Antiche Terme, orientata all’attuazione di un’opera sociale e filantropica, prescindendo dal contesto di tempi mutati e profondamente diversi dal secolo in cui fu data pratica attuazione alle” Sette Opere di Misericordia” che ispirarono la Fondazione del caritatevole Sodalizio.

Oggi il grandioso complesso versa in uno stato di totale annientamento per inerzia, per irresponsabilità, per scelte mercantili errate e censurabili sotto il profilo etico, morale e, forse, legale; per doloso immobilismo e per mancanza di Idee Progettuali serie, aderenti alla realtà contemporanea e…senza scopo di lucro, quale si confà ad un Ente che si professa “Morale” e si vanta di non aver mai chiesto contributi di natura pubblica per il suo mantenimento.

Vero è che il Pio Monte, a Casamicciola, ha svolto nel contesto cittadino, lungo l’arco di oltre tre secoli, un ruolo molto importante nell’alleviare le sofferenze umane e sostenere l’economia molto precaria della cittadina termale.

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Questo “Luogo della Memoria collettiva” avrebbe dovuto richiamare l’attenzione degli attuali governatori dell’Ente e degli stessi amministratori comunali di Casamicciola Terme, sulla necessità di scongiurare la definitiva distruzione delle fabbriche storiche, attraverso un intervento di riconversione e destinazione d’uso conseguente al terremoto che ha colpito Casamicciola il 21 agosto del 2017. Al contrario, i cittadini dell’isola d’Ischia, i turisti stranieri e i “ nostri Clienti Italiani, assistono, da anni, sgomenti e inorriditi, a tanto sfacelo e all’uso improprio e irragionevole delle aree esterne del complesso diruto, da parte del Comune, per attività commerciali ed estemporanee non consentite dalle condizioni di estrema pericolosità e igiene pubblica delle fabbriche, peraltro già interdette per il recente passato dalle autorità preposte.

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Prima di venire al dunque, occorre precisare che gli schiaffi” al Pio Monte iniziarono negli anni Ottanta attraverso l’usurpazione della pineta da parte del Comune, che volle proditoriamente occupare un’area privata astenendosi, poi, dal finalizzare gli atti di esproprio secondo legge. Ebbe in ogni caso la “fortuna” di trovare la proprietà accondiscendente e tutto finì a tarallucci e vino. Seguì una vera e propria “sceneggiata” negli anni Novanta, con la concessione di un “Diritto di Superficie” da parte del Pio Monte ad una società di speculatori, che voleva concludere buoni affari attraverso un progetto fasullo di costruzione alberghiera-termale nelle fabbriche semidistrutte con i soldi…europei e i mutui da contrarre con alcune banche. Sappiamo tutti come andò za finire. Gli euro non furono mai stampati per cotanti avventurieri, mentre gli istituti di credito non vollero sganciare nemmeno un centesimo arrugginito, conoscendo vita e miracoli degli impostori! Dunque non se ne fece nulla, benchè fossero scese in campo altre società che di lì a poco fallirono su tutta la linea.

Uno dei palazzinari mancati si buttò con la sua auto –per disperazione- nel porto di Pozzuoli, dove affogò miseramente! Seguirono una montagna di cause. Qualcuna sarà ancora in corso. Gli “schiaffi” al Pio Monte non sono finiti! Ci penserà il sindaco Luigi Mennella, subentrato ad Arnaldo Ferrandino (quello degli ottanta miliardi di fondi europei per “salvare” il Monte!) con l’ausilio delle…cesoie. Entrò nelle macerie, dopo aver tagliato catene e lucchetti, indossando la fascia tricolore; scortato dai Vigili Urbani e affiancato dall’avvocato Bruno Molinaro venuto apposta da Barano per “distendere” l’atto della Presa della Bastiglia senza colpo ferire!

Ma a Luigino male gliene incolse. Il Pio Monte (che a volte è capace –giustamente- di diventare “poco pio”) s’incazzò di brutto e dopo qualche mese buttò fuori dal recinto maleodorante – mercè l’intervento dell’ufficiale giudiziario- il sindaco e i colleghi “politici” che lo avevano sostenuto nell’insana operazione. Seguì un decreto ingiuntivo per un decina di miliardi di vecchie lire di danni! Non sappiamo ancora chi dovrà pagare.

Intanto la distruzione delle fabbriche continuava senza sosta. Acqua dai tetti, travi corrose dalla ruggine, finestre sbrindellate, pavimenti di marmo trafugati; un’ira di dio che non smuove i governatori del Pio Monte e i sindaci che si succedono a ondate successive in quel letamaio che è diventato il Comune di Casamicciola Terme. Ancora “schiaffi” al Pio Monte per tuti gli anni Novanta e Duemila. Arriva a spron battuto il sindaco Ferrandino e ottiene dall’Ente Morale un comodato d’uso gratuito per utilizzare gli spazi esterni dell’ex ospizio in rovina. Un mercatino e un parcheggio a prezzo di realizzo, purchè il Comune si assuma la responsabilità di eventuali guai, compresi gli annessi e i connessi. “Buoni sì –dice il governatore- fessi no”!

Ma gli “schiaffi” sono finiti? Nemmeno per sogno. Nell’area, lato mare, arriva la “Pista sul ghiaccio”: un baraccone che pianta le tende per un anno e poi smobilita. Segue l’Expo dei Fratelli Irace. Idem con patate. Ci fanno pure la musica lirica e il presepe vivente; i camion dell’immondizia e i pannelli luminosi dell’Ischia Film Festival. Poi arrivano i senzatetto e si accasano –poveretti- nei sotterranei scassati, fra rifiuti di ogni genere e topacci grossi come conigli! Tocca ai Vigili Urbani sloggiare gli intrusi.

Fine del racconto? Non ancora. Nel 2001 il Pio Monte di Napoli presenta al Comune un progetto di “restauro” dell’intero complesso sbrindellato per destinarlo ad Albergo-Terme Resort o giù di lì’. Una solfa, amici lettori, che ha stancato perfino la pazienza di Giobbe!

Il progetto è fasullo dalla testa ai piedi; lo scrissi in un articolo molto particolareggiato su Il Golfo della scorsa estate. Sette anni sono passati e i progetti del premiato Studio Ciamarra giacciono sconsolati e coperti di ragnatele nelle cartacce dell’ufficio tecnico dell’ex Municipio Bellavista. Un paio di anni fa, Il Golfo ritornava sull’argomento “Albergo-Terme” e titolava:”Albergo a sette stelle nel Pio Monte”. Fra sonori “schiaffoni” e Stelle dell’Orsa Maggiore, il povero ospizio sta tirando le cuoia, vittima di sonori paliatoni che proprio non riesce più ad incassare, suonato com’è da una lunga e poco luminosa carriera…pugilistica!”

Ma veniamo all’ultimo sberleffo. E’ sempre Il Golfo a scrivere ghiotte notizie sul Nostro Monumento Nazionale morente. Giovedi 20 dicembre titolava:” Casamicciola, nuova installazione d’arte contemporanea al Pio Monte” e la foto con “Sei personaggi in cerca d’autore”. Si parla di Cul…tura, Arte, Cinema, “Museo Madre”, Fondazione Donna Regina e…Alessandro Pasca di Magliano (pardon, barone!). Disse Totò:” Ma fatemi il piacere”!

Il caro, impagabile Franco Borgogna –che conosce davvero i suoi polli- in un magistrale articolo sul decreto Genova-Ischia-Amatrice “prende a schiaffi” (non il Monte, per carità!) ma l’intera classe politica, i tecnici, i giuristi, quelli con la mano in pasta e i sapientoni che hanno ispirato buona parte del Decreto convertito in legge dal governo Conte. Ha tirato in ballo i “Viaggi di Gulliver” e l’isola volante di Laputa abitata dagli “scienziati pazzi”. C’è un solo errore nell’articolo. Qui, a Casamicciola, scienziati non ce ne sono, ma pazzi sì, a bizzeffe. Le vicende del Pio Monte fanno testo.

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