Il nuovo corso di Ischiambiente: l’ombra di un Isidoro con l’altro che resterà a guardare
ISCHIA. I giorni trascorrono, e per la verità nessuno sembra dolersene. Il sindaco Enzo Ferrandino ne ha ancora undici per ritirare le dimissioni e presentarsi alla cittadinanza con una nuova maggioranza in grado di amministrare il paese ma per adesso la cosa non sembra turbare più di tanto i sonni del primo cittadino. Il quale, evidentemente, continua a basarsi sul sostegno che gli dovrebbe arrivare da Massimo Trofa, Antonio Mazzella e Antonello Sorrentino. Operazione questa che gli consentirebbe peraltro di tenere fuori dai giochi Giosi Ferrandino, Domenico De Siano e Gianluca Trani. Che poi la crisi superata sia un fatto più transitorio che definitivo su questo nutriamo pochi dubbi, come sul fatto che non considerare il dialogo con le forze di minoranza dopo l’apertura fatta dalle stesse nell’ultima seduta di consiglio comunale potrebbe rivelarsi un boomerang dagli effetti devastanti. Nell’attesa però è chiaro che l’attenzione ruota attorno a quello che succede nel cosiddetto “sottobosco”, intrigante e interessante nel contempo.
Partiamo da quello che potrebbe essere il futuro della società partecipata Ischiambiente, che rischia davvero di essere protagonista di un paradosso in grado di rivoluzionare anche una serie di equilibri in seno a una grande famiglia isolana, quella dei Di Meglio, i “Patanari” per intenderci. Perché con l’entrata in gamba tesa di Bambeniello proprio all’interno del nucleo rischia di saltare il banco. Come è noto Antonio Mazzella significa anche che ritorna in auge l’ex vicesindaco Luigi Boccanfuso, che nelle trattative con Enzo Ferrandino sta svolgendo (o almeno ha svolto in prima battuta) il ruolo di mediatore. Ed è chiaro che la gestione di una società partecipata fa comodo sia all’antiquario che ad Isidoro Di Meglio, l’avvocato ed ex presidente del consiglio comunale ai tempi della prima sindacatura di Giosi Ferrandino. Quest’ultimo, tra l’altro, vorrebbe approfittare del necessario rimescolamento delle carte che deve operare Enzo Ferrandino per tornare prepotentemente in auge. E la domanda è: quale occasione migliore che “mettere le mani” su Ischiambiente? Uno scenario del genere, appare superfluo sottolinearlo, rappresenterebbe una beffa clamorosa non soltanto per il gruppo “sciarappino” che fa capo al consigliere comunale Luca Montagna (che fino ad ieri ha esercitato un notevole controllo sull’azienda monnezzara) quanto piuttosto perché un altro Isidoro Di Meglio – l’attuale direttore dell’Hotel Aragona Palace – si ritroverebbe a guardare l’ascesa del parente nonostante alle ultime elezioni amministrative abbia contribuito alla causa della coalizione di Enzo Ferrandino conquistando il consistente bottino di 240 voti di preferenza. Parliamoci chiaro, difficilmente crediamo che il buon Isidoro possa fare da spettatore “passivo” di fronte ad un’evoluzione degli eventi che appena un mese fa nessuno avrebbe mai ipotizzato.
Nel frattempo, aspettando di rimettere in moto la macchina amministrativa, il sindaco pensa a cautelarsi pensando a mantenere le sue pedine all’interno del palazzo municipale di via Iasolino, per essere certo di poter continuare a esercitare il controllo su tutti gli “ingranaggi”. E in casi del genere si parte sempre dall’apporto alla causa che possono dare i responsabili di settore. Partiamo da Gaetano Grasso, che si è visto prorogare l’incarico per un altro anno. La norma lo vieterebbe in maniera esplicita ma Enzo Ferrandino avrebbe trovato il sistema per bypassarla. Per farlo all’ingegnere Grasso è stato conferito un altro incarico con scadenza annuale ma in un settore diverso rispetto a quello nel quale era precedentemente collocato. Si occuperà adesso di Patrimonio e probabilmente toccherà proprio a lui togliere le castagne dal fuoco relative alla delicata questione dello “sforamento” dei conti nella società Ischiambiente, di cui sul nostro giornale ci siamo occupati con ampio risalto proprio nell’edizione di domenica. Tutto questo, sebbene la competenza in materia dovrebbe essere appannaggio di Marco Minicucci il quale peraltro è stato sollevato solo formalmente dalla vigilina Zabatta per quanto riguarda le strutture sportive.
Intanto Antonio Bernasconi, altro personaggio la cui assunzione ha fatto palesemente discutere ed ha suscitato più di qualche perplessità, si sarebbe “redento” ed avrebbe deciso di remare nella giusta direzione e per rendersene con to è sufficiente dare un’occhiata alle determine per comprendere che gli impegni di spesa fioccano. Per il resto Salvatore Marino si sta dedicando al rilascio delle concessioni di suolo pubblico mentre la sorella vigilina è stata indirizzata presso gli uffici della Genesis dove nel frattempo si racconta che la signora Rita Barbaruolo non sappia più che pesci prendere. Attenzione, però, perché prima di chiudere e dare al lettore l’appuntamento alla prossima puntata non possiamo fare altro che rimarcare come venga gestito il denaro della comunità ischitana. Per avere lumi a riguardo basterebbe spulciare una determina con la quale viene liquidata all’avvocato Mansi una somma pari al contributo unificato. Qualcuno si chiederà qual è il motivo e la risposta è presto data: viene notificata un’ingiunzione fiscale a un contribuente che fa una richiesta di accesso agli atti, nel frattempo la causa viene iscritta a ruolo e solo allora l’ufficio si rende conto che non c’è la notifica dell’avviso di accertamento che era alla base dell’ingiunzione. Di fatto all’ente locale non resta che annullare l’atto ingiuntivo ed essere costretto pure a rimborsare le spese al legale. Per la serie, poche idee ma confuse. Ma siamo sicuri che, con questi chiari di luna, tra dodici giorni si ripartirà con le marce alte inserite e a pieno regime? Qualche dubbio, in tutta onestà, dovete pur concedercelo.
Gaetano Ferrandino