Coronavirus, se il “made in China” spaventa Ischia
I negozi gestiti da cinesi si stanno svuotando, la diffidenza cresce anche sull’isola. La conferma arriva dal Vip Market di Barano che negli ultimi giorni lamentano un calo drastico di presenze. Ma I gestori del negozio rassicurano: «Viviamo in Italia da sempre e i nostri prodotti sono sicuri, non c’è motivo di aver paura»
La diffusione del Corona Virus in tutto il mondo alimenta le preoccupazioni globali. Gli aggiornamenti delle ultime ore non sono particolarmente incoraggianti. Al momento in cui stiamo scrivendo sono stati confermati 7.783 contagi e 170 decessi. Tutti per lo più in Cina dove la temibile polmonite ha iniziato a infettare i cittadini di Wuhan a partire da metà dicembre. In Italia giorno dopo giorno aumenta la preoccupazione. Le persone vanno alla ricerca di mascherine. Code alle farmacie per indossare sul volto una barriera contro il virus che in Italia non c’è. Nessun caso di contagio. Ad esserci invece, e ben radicata, c’è la psicosi nei confronti delle persone di etnia cinese, anche di quelle che non mettono piede nel paese della Grande Muraglia da anni, anche nei confronti di chi in Cina, nonostante i tratti somatici inconfutabili , a Pechino e dintorni non c’è mai stato. Ma nonostante le rassicurazioni di chi studia da una vita questo genere di malattie le conseguenze si fanno sentire. In Italia il clima di sospetto nei confronti dei cinesi dilaga e fenomeni di aperta sinofobia si stanno verificando lungo l’arco di tutta la penisola, con attacchi fisici e verbali nei confronti di persone di origine cinese. E a Ischia? Per adesso non siamo arrivati a tanto, ma i negozi gestiti da cinesi e che vendono prodotti made in China si stanno svuotando. A confermarlo sono gli stessi gestori dei fortunati empori che vendono un po’ di tutto e che tanto apprezzati sono stati dagli acquirenti ischitani per la loro capacità di racchiudere tra le mura dei proprio negozio, un po’ di tutto.
Anche il Vip Market sta subendo i contraccolpi della psicosi. Negli ultimi giorni il calo di clienti è stato evidente, nonostante nel supermercato sottostante il pullulare di persone non sia affatto diminuito. A rispondere alle nostre domande sono Lucia e Angela. Cinesi di seconda generazione nate in Italia e perfettamente integrate nella nostra comunità. Nate a Prato, ma cresciute a Napoli, i tratti del volto delle due ragazze raccontano di evidenti origini cinesi, ma i genitori hanno scelto per loro nomi italiani, a testimonianza di una piena integrazione, voluta e ricercata. Lavorano al Vip Market sin dalla sua apertura, avvenuta alla fine del 2018 e curano il negozio in ogni suo aspetto, dalla scelta dei prodotti alla cura della comunicazione, assieme agli altri impiegati, per lo più cinesi anche loro.
In un fluente italiano, che racconta di una presenza nella nostra penisola fin dalla nascita, abbiamo chiesto ai responsabili del megastore cinese di commentare questi delicati momenti.
In tutta Italia si sta diffondendo una ingiustificata paura nel frequentare negozi e ristoranti cinesi. Avete notato un calo di presenze presso il Vip Market in questi ultimi giorni?
«Si, il calo c’è. Il numero di clienti che frequentano il nostro negozio è decisamente calato rispetto a quando le notizie della diffusione del Coronavirus non ci avevano ancora raggiunto, soprattutto da quando si parla di casi in Italia, che in seguito si sono rilevate fake news».
Qual è la vostra opinione in merito?
«Credo sia inopportuno allarmarsi su un problema che sta accadendo dall’altra parte del mondo».
I clienti che vengono in negozio vi fanno richieste o domande particolari relative alla diffusione del Coronavirus?
«I nostri clienti abituali sono molto generosi. Ci chiedono se i nostri parenti in Cina stanno tutti bene e ci augurano buona fortuna sperando che tutto passi in fretta».
Da quanto tempo vi trovate in Italia?
«La maggior parte delle persone che lavorano al Vip Market sono nati e cresciuti in Italia. Per questo conosciamo la lingua italiana come quasi come fosse la nostra lingua madre. Abbiamo frequentato le scuole italiane, dall’asilo fino anche all’università per alcuni. Alcuni di noi hanno persino scelto di diventare cittadini italiani in tutto e per tutto!».
Prima dell’apertura del Vip Market alla Molara dove vivevate?
«Prima di venire qui, siamo stati per moltissimi anni a Napoli. Da quando ci siamo trasferiti qui qualche anno fa, lo ammettiamo, ci troviamo anche meglio. Il motivo è ovvio: Ischia è bellissima e anche le persone che ci vivono sono davvero di buon cuore e molto simpatiche. La frequentiamo come tutti gli altri Ischitani. Spiagge, bar e ristoranti sono i nostri punti preferiti dell’isola. In generale, la cultura italiana e l’Italia stessa ci ha sempre molto affascinate, a partire dalla storia di Roma fino alle delizie del territorio. Ci piace tanto anche la musica italiana, conosciamo cantanti come Pino Daniele e cantanti come Gali».
Avete avuto percezione di casi di discriminazione, avete notato paura nei confronti di persone di etnia cinese? Casi di offese o altro?
«Di discriminazioni accadute a me personalmente o alle persone accanto a me ce ne sarebbero troppe da raccontare. Ma per quanto riguarda la situazione attuale non stiamo subendo, attualmente, nessuna offesa. So, però, che in scuole, e anche in altri posti di lavoro, c’è’ una grande discriminazione nei confronti dei bambini o adulti cinesi. In troppi si sono fatti influenzare dalle fake news pensando che il Coronavirus sia una malattia che risiede nel sangue di tutti i cinesi. Lo chiamano “virus cinese”. Una denominazione ridicola dato che – e purtroppo le notizie lo stanno confermando – può colpire chiunque, cinesi e non. Questa volta questo virus ha colpito come prima vittima la città’ di Wuhan della Cina, come, anni fa, il morbo della Mucca Pazza nacque e si diffuse in Europa. Quando accadde, noi asiatici non lo nominammo “il morbo europeo”. Bisogna smettere di chiamarlo in questo modo, molti bambini e ragazzi cinesi stanno subendo atti di razzismo, alcuni stanno anche smettendo di frequentare momentaneamente le scuole».
Hai avuto notizia di altri casi di psicosi?
«Sappiamo che molte persone si stanno spaventando alla vista di persone di etnia cinese che indossano le mascherine. Ma naturalmente ciò non vuol dire che siano tutti malati, è tendenza diffusa proteggersi quando si è all’aperto, proprio per evitare il contagio».
Le persone di etnia cinese che lavorano presso il Vip Market vivono per lo più a Ischia o c’è anche qualcuno che in questi giorni così delicati è tornato dalla Cina?
«I dipendenti che lavorano presso il Vip Market vivono tutti a Ischia e certamente nessuno tornerebbe in Cina in questo periodo. Infatti, ragionevolmente, se fossimo davvero già contagiati non avremmo rischiato di rimanere qui vicino ai nostri cari. Tantissimo personale sanitario e muratori provenienti da tutta la Cina si stanno recandoa Wuhan per dare una mano, costruendo ospedali, suppportandoli in campo medico. Sappiamo anche che molte persone da parte di tutto il mondo stanno facendo donazioni di maschere o denaro per aiutare la Cina a riprendersi al più’ presto».
Come giudichi questa psicosi nei confronti di tutto ciò che è cinese?
«Veramente non saprei perché’ tutti evitano solo i cinesi quando quello che è da evitare sono le persone che in questo momento stanno uscendo dalla Cina , e quindi non solo cinesi ma anche persone di diverse etnie, perché’ ad oggi sono tantissime le persone che lavorano, studiano o viaggiano per la Cina, tra anche molti italiani».
Su WhatsApp girano catene di Sant’Antonio che invitano a non frequentare ristoranti e negozi cinesi, come state reagendo a queste catene virali che vi riguardano così da vicino?
«Si, ho notato che stanno girando voci e messaggi anche su WhatsApp da parte dei “dottori di famiglia” che consigliano ai propri pazienti di evitare in questo breve medio periodo i negozi, ristoranti, parrucchieri cinesi perché’ la merce che vendiamo è proveniente dalla Cina. Secondo loro è probabile che siano oggetti contagiati. Credo che tutto ciò sia troppo ridicolo. Se veramente si vogliono evitare i prodotti provenienti dalla Cina allora penso che non solo le attività cinesi ma anche gli italiani dovrebbero stare in casa e non comprare nient’altro perché’ adesso quasi tutto è “made in China” , anche marche italiane popolari».
Quali sono i vostri sentimenti nei confronti delle notizie che arrivano da Wuhan, avete paura per i vostri parenti o amici?
«Stando lontani dai nostri parenti in Cina, l’unica cosa che possiamo fare è effettuare donazioni in denaro agli ospedali e spedire maschere al paese poiché’ c’è carenza, in quanto tutti stanno facendo il possibile per diminuire la velocità di contagio. La preoccupazione certamente c’è, infatti cerchiamo di tenerci informati sulla situazione in Cina in generale e della nostra famiglia. Per questo speriamo che tutto passi in fretta e che anche il resto del mondo ci possa aiutare senza nessuna discriminazione».