Coronavirus, a Ischia la chiusura volontaria dei locali per evitare assembramenti
C’è chi aveva deciso di chiudere fino a data da destinarsi e chi di restare aperto solo per il servizio da asporto, poi l’invito d’accordo con il Sindaco Ferrandino di Marco Laraspata: chiudere per 10 giorni
Un weekend confuso quello appena trascorso. Altro che 8 marzo e la corsa ai locali di organizzare serate da pienone. Hanno usato i social i gestori dei vari locali ischitani che, via via, hanno annunciato il da farsi. Lunedì poi, nel Comune d’Ischia, l’invito di Marco Laraspata presidente Aicom che, d’accordo con il Sindaco di Ischia Enzo Ferrandino, ha invitato tutti i commercianti e i gestori di bar , pub e ristoranti a una chiusura volontaria di almeno dieci giorni.Dopo l’incontro con il Sindaco ha, infatti, diffuso un audio che è subito rimbalzato nelle varie chat degli ischitani.
“Sono Marco Laraspata abbiamo parlato con il sindaco di Ischia che in questo momento delicato sta proponendo di chiudere volontariamente per una decina di giorni anche i bar e i ristornati. Nonostante si possano prendere misure di non assembramenti, con tavoli distanziati di parecchio e misure di altro genere converrebbe chiudere il locale per 10 giorni. Uno stop volontario per vedere come procede il rischio biologico. Il nostro appello è quello di resistere 10 giorni con le chiusure e vedere cosa succede. É una questione di sensibilità”.Tra sabato e domenica scorsa c’era chi aveva deciso di diminuire i tavoli e chi di chiedere di riservare il proprio tavolo in tre turni differenti. Dalle 20:00 alle 21:30, dalle 21:30 alle 23:00, dalle 23:00 all’ 1:00 il tutto per evitare un sovraffollamento inutilmente pericoloso.
Qualche altro aveva invece sospeso il servizio ai tavoli, solo take away e consegna a domicilio con ordini via whatsapp, una giusta soluzione per chi non voleva rinunciare a mangiare qualcosa di speciale, ma soprattutto per chi non intendeva affossare l’economia di un’intera isola costretta a fermarsi insieme all’Italia. In alcuni bar si è chiesto di non affollare i banconi dove le persone saranno servite, sì, ma a quattro alla volta. Non di più. Semplici norme che, purtroppo, però, non sono state rispettate in altre attività. C’è chi poi ha comunicato la chiusura fino a data da destinarsi, una chiusura sofferta, ma inevitabile. Una decisione che, nella giornata di ieri, è stata condivisa quasi da tutti gli esercenti del Comune d’Ischia. Diverse misure anche nei supermercati, Sebon osserverà la chiusura alle 20:00 per consentire la sanificazione dei luoghi e resterà chiuso le prossime domeniche, da Chiocca guanti monouso e alcool per tutti coloro che mettevano piede all’interno del supermercato, da TOdis si entra a turno mentre l’altoparlante ricordava ai clienti di mantenere le distanze di sicurezza, distanza che, in altri punti vendita, è stata segnata a terra con del nastro isolante colorato.
“È facile per voi dire “hai fatto bene a chiudere” “sei responsabile”. Il 16 marzo scade l’f24 (e non voglio dire quanto devo pagare). Affitto, suolo pubblico, luce, immondizia, stipendi (visto che i contratti sono intoccabili).Non ho letto nessuna dispensa o esonero da questi pagamenti. S’impone la chiusura ai locali, ma i suddetti locali questi soldi da dove devono tirarli fuori?Il bello è, se non incassi viste le nuove leggi non puoi versare sul conto, quindi anche se li avessi non potrei versare altrimenti sarei un evasore, in alternativa ti becchi la mora, con percentuale da strozzinaggio”. A scriverlo è il gestore di uno dei locali che ha deciso per la chiusura. La speranza è che presto il governo oltre che ad arginare la crisi, pensi anche a loro. Intanto, a Ischia, il coronavirus ha abbassato le serrande.
Foto Franco Trani