Concorso fotografico Italia in bicicletta, la foto di Tommaso Monti tra le migliori
di Isabella Puca
Ischia – “Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l’arte della fotografia”, scriveva così Helmut Newton e sono questi i tre concetti che ritroviamo nella foto scattata dal fotografo ischitano Tommaso Monti, segnalata tra le migliori del concorso fotografico Italia in Bicicletta. A stabilirlo la giuria composta da Stefano Brambilla, giornalista del Touring Club Italiano, dalla photoeditor della rivista Touring Daria Bonera, e dai fotografi professionisti Michele Morosi, Andrea Forlani e Francesco Tomasinelli. Sul sito www.touringclub.it sono più di 3000 gli scatti provenienti da ogni parte d’Italia: non c’è regione che non sia stata toccata, dall’Alto Adige alla Sicilia. La giuria ha visionato immagini di spiagge fluviali, di vette alpine, di brughiere appenniniche, di borghi e di metropoli, di caos e di solitudine, di anziani e di bambini, di grazielle e di mountain bike all’ultimo grido. Davvero un quadro straordinario che dimostra quanti luoghi italiani si possono raggiungere in sella a una bicicletta! Tra questi, non poteva mancare l’isola d’Ischia, una delle mete prescelte ai tanti che si dilettano nel cicloturismo. Quello di Tommaso è uno scatto di quelli perfetti, la bellezza di Sant’Angelo ripresa dall’alto, tre sportivi sulle loro bici e una stradina di quelle caratteristiche che restano impresse nel cuore dei turisti, e non solo. Una vera fortuna quella di potersi allenare lì, con il mare alle spalle e la storia di un borgo di pescatori famoso in tutto il mondo. «Stavo facendo foto per bikehotels,- ci racconta Tommaso – luce bella; trovo il modo per inquadrare sia Sant’Angelo che le bici che le ombre delle bici e scatto». In autunno il bando del concorso online e l’idea che partecipare poteva essere un’opportunità, «ho mandato la foto senza troppa convinzione e senza fare “tam tam” mediatico per prendere like su Facebook. Non volevo vincere a “manciate di like”, se la foto meritava qualcuno l’avrebbe notata. Ci speravo e con mia sorpresa ho visto che era stata selezionata dalla giuria e quindi con un parere tecnico e non con per i like ottenuti». Per Tommaso la fotografia è vita quotidiana, un modo di esprimersi, «ma anche una grande bugia – aggiunge il fotografo – all’altro faccio vedere solo quello che voglio, come voglio e quando voglio. In pratica è la somma delle esperienze vissute, della sensibilità acquisita riportate in un prodotto finale, nel desiderio utopico di trovare qualcosa di nuovo, o poco esplorato (inteso come campo fotografico) da proporre. Al giorno d’oggi si può dire che è stato fotografato già tutto, l’unica cosa che possiamo fare è trovare dei modi originali o poco convenzionali per fotografare ciò che vediamo». Le prime fotografie scattate che era appena un adolescente con macchine analogiche, semiautomatiche, «iniziai per gioco, – ci racconta ancora – poi abbandonai, poi la ripresi; insomma una sorta di amore e odio. Non sviluppavo in camera oscura, forse credo non la conoscessi nemmeno. Aspettavo le stampe al laboratorio e pagavo per delle cose orride. Non io, naturalmente, ero senza una lira». Con l’avvento del digitale qualcosa cambiò, compreso il suo approccio con la macchina fotografica, «potendo essere totalmente responsabile del processo produttivo senza dover fare i conti con acidi, carte, e quant’altro risbocciò in me la vena fotografica. Da lì è partito il tutto, iniziai a studiare, autori, luci, composizione. Inizialmente da autodidatta, poi arrivata una certa maturazione di pensiero capisci che certe cose te le insegna solo l’esperienza o chi già la ha per evidenti risultati sul campo. Quindi nel frattempo che sperimentavo tecniche in proprio decisi di fare dei corsi per approfondire i vari settori sia nello scatto che in postproduzione, che poi non è altro che la vecchia camera oscura. I miei maestri? Marco Monteriso ed Enzo Rando». Sono lontani i tempi in cui di ogni rullino venivano stampate tutte le fotografie, prove tecniche andate a male, ma anche ricordi ormai indelebili, «per la mia prima foto analogica chiedete a mia madre! Conserva album di foto da quando sono nato, ma non saprei dire quale. La mia prima foto scattata in digitale, invece, un paesaggio. Quando inizi, la prima cosa che fai o fotografi gattini o paesaggi. Non ho uno scatto a cui sono particolarmente legato, però sono legato alle sensazioni che mi ricorda o al perché lo feci». Una fotografia cela dietro l’immagine un ricordo che però resta impresso solo all’autore dello scatto. Dietro alla foto di un immenso campo di papaveri c’è il ricordo di un’escursione e di una marcia davvero estenuante per arrivarvi e dietro le foto di Lindsay Lohan una delle tante serate mondane dell’Ischia Global Film Fest. «Ero lì per dei servizi di gossip per un’agenzia di Milano, al party vip tra i vari ospiti era attesa Lindsay Lohan. Arrivò e durante la festa scivolò e litigando con i fotografi che la ritrassero e pretendendo la cancellazione del tutto. Io nel frattempo, visto il fatto, con nonchalance, tolsi il flash e continuai a scattare senza dare nell’occhio… risultato? le foto il giorno dopo erano comunque sui giornali con delle grosse risate tra noi colleghi ed anche sue quando ci incontrò nuovamente»
Tra altri vip immortalati da Tommaso c’è Simona Ventura, ripresa dal tetto dell’Hotel Mezzatorre qualche estate fa e il comandante Schettino, tra le personalità più discusse degli ultimi tempi. Ad oggi Tommaso si occupa di fotografia di matrimonio pubblicitaria, food ed eventi. Memorabile una delle sue fotografie scattata per una campagna contro la violenza sulla donna. Una donna in abito da sposa, i guantoni da boxe e un messaggio “Certi uomini andrebbero trattati con i guanti… da boxe”. «Progetti futuri? Ne ho, certamente, ma per scaramanzia preferisco mantenere un certo riserbo. Un giorno mi piacerebbe aprire uno spazio espositivo, dove i giovani possano avere spazio e visibilità, ma la realizzazione del tutto è ancora lontana».