Con la frescura autunnale riecco le lumache portatrici di una proverbiale lentezza
QUANDO DAL CASTIGLIONE IL BARONE STHORER TENTO’ LIMPRESA DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE DELLE LUMACHE DELL’ISOLA - Alcuni anni fa sull’’isola vi provò a commercializzare le lumache il proprietario del parco termale Il Castiglione, tra Ischia e Casamicciola, il Barone Bertold Sthorer nel 1949 – 50 con sua moglie Ursula. I due illustri coniugi ormai ischitani di adozione, furono visitati da una ditta toscana raccoglitrice di Lumache con lo scopo di esporre il proprio piano di industrializzazione delle lumache ischitane. Il piano-Lumache di Ischia proposto dai toscani piacque a Barone Sthorer, che però naufragò alla partenza per accordi economici non soddisfacenti d’ambo le parti
Con la prima frescura autunnale arrivano le lumache. Lentamente come è nella loro natura, ma arrivano. Le lumache rappresentano storia vecchia per la nostra isola. Coloro che videro giusto nell’importanza delle lumache e del loro proliferare nelle campagne e boschi di Ischia, furono il Barone Berthold Sthorer e sua moglie Ursula, che da Berline si trasferirono sull’isola dove, anno dopo anno, crearono il Parco termale del Castglione tra ischia e Casamicciola tanto che nel 1949-50 tentarono di commercializzarle a livello industriale come vedremo più avanti.
Le lumache, o se volete le maruzze, come le chiamiamo noi qui ad Ischia, ma anche nel napoletano e giù di lì, è quell’animaletto da giardino, di boschetti e ti terreni coltivati più ampi, che nel suo esclusivo stato esistenziale, ci trasmette quell’esasperante modo di muoverci, in determinate occasioni o per abitudine congenita, che si chiama lentezza. In sostanza, possiamo dire che tutte quelle persone, che in casa, su lavoro, con gli amici, nel rapporto con la società sono lenti di natura, hanno preso dalle… lumache. E non crediamo debbano andar fieri, specie oggi, dove il mondo cammina a mille all’ora. Messa pertanto in evidenza la prima prerogativa naturale della lumaca, andiamo ad analizzare le altre, delle quali le lumache, nel bene e nel male, fanno sfoggio. Sono dei gasteropodi terrestri, possiedono quindi polmoni, al contrario delle loro cugine che vivono in mare (le nostre lumache di mare che sono i caclavuozzoli quelli tondi grigiastri col guscio lucido e gli scongilli colorati) e nei fiumi, ed appartengono a diverse famiglie: dei Limacidi e degli Arionidi, quelle a corpo nudo e allungato, degli Elicidi le chiocciole.
La lumaca è un animale dal carattere assai cauto e timido in quanto si ritira appena sente il primo segnale di pericolo. Quando vengono anche solo sfiorate le antenne, queste si ritraggono istantaneamente. La sua lentezza di cui abbiamo parlato sopra, è calcolata nei movimenti (0,03 mph, corrispondenti a 0,048 km/h od 80 cm al minuto). Si trascina per il piede ed usa una bava argentea come lubrificante per evitare di ferirsi. Le secrezioni della lumaca servono anche a formare l’epifragma nel momento in cui l’animale si ritira nel suo guscio. Altra caratteristica curiosa dalla lumaca, è legata alla riproduzione. Essa è infatti un’ermafrodita insufficiente, ovvero possiede sia l’apparato maschile che femminile ma per la riproduzione necessita dell’intervento di un suo consimile. Quindi i due individui durante l’accoppiamento fecondano e rimangono fecondati contemporaneamente La loro presenza è favorita dall’elevata umidità, soprattutto dalle piogge; sono attive di notte, momento in cui causano gravi danni a qualsiasi tipo di coltura, sia orticola, che ornamentale, in quanto si cibano delle foglie di qualsiasi pianta o piccolo arbusto.
Sono molto voraci e un attacco di una sola notte può effettivamente distruggere la parte aerea di un’intera piantina; cibandosi soltanto delle foglie e delle parti verdi difficilmente causano la morte delle colture, ma sicuramente portano ad un elevato deperimento della pianta che, se non sufficientemente vigorosa, può morire dopo poco tempo, non riuscendo a sostituire le foglie di cui è stata spogliata. Nei casi di attacchi di lieve entità comunque le lumache causano un deperimento estetico delle piante, le cui foglie appaiono “mangiucchiate” in più parti. E’ possibile difendersi dalle lumache anche catturandole, approntando delle trappole costituite da contenitori riempiti di birra, di cui le lumache sono golosissime, gli animaletti entreranno, senza riuscire ad uscire. Possiamo anche procedere alla raccolta manuale delle lumache che, durante il giorno, si riparano dal caldo sotto le pietre del nostro giardino, in questo modo possiamo almeno contenerne il numero.
L’altro aspetto delle lumache le fa apparire simpatiche e sopratutto preziose dal punto di vista della loro commestibilità e commercializzazione, sul piano addirittura industriale. Alcuni anni fa sull’’isola vi provò a commercializzare le lumache il proprietario del parco termale Il Castiglione, tra Ischia e Casamicciola, il Barone Bertold Sthorer nel 1949 – 50 con sua moglie Ursula. I due illustri coniugi ormai ischitani di adozione, furono visitati da una ditta toscana raccoglitrice di Lumache con lo scopo di esporre il proprio piano di industrializzazione delle lumache ischitane. Il piano-Lumache di Ischia proposto dai toscani piacque a Barone Sthorer, che però naufragò alla partenza per accordi economici non soddisfacenti d’ambo le parti. In ogni modo la lumaca o le maruzze quì ad Ischia hanno spesso fatto parlare di sé o per effetto della loro opera distruttiva sul fogliame delle piante da giardino o per il suo buon grado di commestibilità di ieri come di oggi.
In passato, prima e dopo l’ultima guerra le lumache arrivavano sulle nostre tavole in capienti pentole e rappresentavano in molte occasioni, specie quando non c’era di meglio, il piatto principale dell’atteso pranzo del mezzogiorno, caldo, fumante e odoroso. Ci si avventava su di esse con avidità, anche perché erano accompagnate da un sughetto niente male. Oggi nella nostre case, se ne fa poco uso. Per un periodo, intorno agli anni ’80, addirittura erano precipitate nel dimenticatoio. 25 anni prima, Renato che amava le lumache scrisse, ispirandosi ad esse, una canzone che diventò subito popolare. Si chiamava “Maruzzella”e nel film fu interpretata da una pimpante Marisa Allasio. Poi il “miracolo”, per le lumache naturalmente. A rilanciarle ci pensò il nuovo mago della buona e raffinata cucina ischitana, il compianto Riccardo D’Ambra, del notissimo ristorante “Il Focolare” al Cretaio. In questo locale avvengono cose strabilianti. Si mangia divinamente.
Sulla “carta” trovi specialità all’ischitana cucinate un tempo solo dalle nonne. La lumaca al sugo cardinale è una di queste, ed è servita sulla base di un programma culinario che ha delle scadenze. La Lumaca è cucinata in un tal giorno e fa parte di un menu promozionale, proprio per il rilancio delle lumache. Una volta all’anno Riccardo D’Ambra e la sua troupe professionale tutta familiare, organizzava la Sagra della Lumaca che richiamava al Cretaio , nel suo bel locale, la sua clientela più affezionata, per rendere così giustizia ad un amabile animaletto, che sia pur viscido e strisciante, allunga le sue antenne in segno di…gradimento. La tradizione ora è mantenuta dai figli eredi dell’indimenticabile Riccardo E che dire di quegli ischitani, in vacanza a Parigi, che frequentando una o più volte i noti ed accoglienti ristoranti degli Champs Elysèss, dove hanno vissuto, come i sottoscritti, l’esperienza, poi raccontata, delle escargot, il piatto forte francese? Insomma, le lumache, anche se lentamente, tornano sempre.
Foto di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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