Con la Cattedrale ”spersonalizzata” penalizzata anche la festa della Candelora che si celebra oggi nella chiesa della Spirito Santo senza Vescovo e con pochi sacerdoti
Una Cattedrale che non é più Cattedrale, un Seminario che non è più Seminario e un Episcopio che non è più Episcopio nella pienezza ciascuno della ufficialità delle proprie funzioni segnano l’evidente e preoccupante passo indietro oggi della Chiesa che è in Ischia di millenario passato. La qualcosa si ripercuote pesantemente anche sulla funzione liturgica ultima di queste ore la Candelora che si celebrava quest’ oggi in forma solenne con Vescovo e clero diocesano al completo nella chiesa madre della Diocesi, ossia la monumentale e storica Cattedrale del Borgo antico di Ischia Ponte. Della quale cosa riomane attualmente solo il ricordo nostslgico e struggente.
Pertanto niente Candelora oggi nella Cattedrale vuota, fredda e spesso chiusa con lavori di restauro esterno in corso. Nonostante ciò la chiesa di Ischia e non solo, festeggia la Candelora e la ricorrenza di San Biagio nella vicina parrocchia dello Spirito Santo con il suo reggente don Gaetano Pugliese. Due attesi eventi religiosi legati fra loro dal significativo simbolo della candela. Per la Candelora, le candele c’entrano per il rito della loro benedizione e simbolo cristiano quale “Viva luce per illuminare le genti”, ma anche quali “fiaccole accese, come simbolo di luce e benevolenza divina”. Per San Biagio invece le candele hanno un significato d’affezione irrinunciabile, perché vengono usate per il sacro rito della benedizione della gola e della guarigione invocata per intercessione del Santo miracoloso.
Quindi clima di festa fra i cattolici dell’isola, che in occasione delle due ricorrenze, in gran numero se fino a qualche anno fa affollavano la Chiesa Cattedrale S. Maria Assunta in Ischia Ponte, si ritroveranno invece quest’anno nella chiesa dello Spirito Santo per la celebrazione conclusiva della ricorrenza con riferimento anche alla solennità di San Biagio di domani 3 febbrai, per la quale cosa sarà possibile venerare il Santo Vescovo e martire in Cattedrale dal momento che la bella statua di San Biagio è stata lo stresso esposta al culto dei fedeli. Quindi, Candelora e San Biagio tra manifestazioni di fede ed esempi di tradizione popolare che intrecciandosi, fanno dei due eventi, appuntamenti di ritualità religiosa intensamente da vivere. Nella ruota dell’anno, la Candelora è una sorta di porta tra l’inverno, oramai incamminato verso la sua conclusione, e la quasi vicina primavera, almeno qui da noi, nonostante il tempo abbastanza freddo di questi giorni.
È il periodo adatto ai riti propiziatori per attirare fecondità e fertilità, riti che saranno determinanti per l’annata agricola che si avvicina. Le origini della Candelora vanno ricercate nelle antiche celebrazioni italiche, legate soprattutto alle divinità romane. Nella Roma antica il mese di febbraio era un momento contrassegnato dal caos, dal rimescolamento tra vecchio e nuovo e non a caso è ancora oggi legato al Carnevale, che lo avremo martedi 21 febbraio prossimo, la festa celebrativa della confusione e del ribaltamento delle regole. Non per niente si pronuncia il detto: “A carnevale ogni scherzo vale”. Alla Candelora sono legati vecchi riti osservati sull’isola dalle donne del primo novecento. Si racconta che in abitazioni di famiglie timorate di Dio del centro storico di Ischia Ponte e di Forio, nel giorno della Candelora la donna più anziana di casa, girasse per le stanze con una candela bianca accesa fra le mani per la purificazione della casa stessa e per la invocazione della luce sull’ambiente familiare.
Oggi 2 febbraio, è la festa della presentazione del Signore al Tempio ed è anche la Giornata Mondiale della Vita Consacrata ( in crisi generale) comparsa nel programma della Diocesi. E’ la festa che il popolo di Dio ama chiamare la Festa della Candelora. Maria e Giuseppe, portando Gesù Bambino al Tempio per offrirlo al Signore, dopo quaranta giorni dalla nascita, incontrano anche il vecchio Simeone, che, mosso dallo Spirito Santo, profetizza sul Bambino dicendo “i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”. La luce viene simboleggiata con la luce delle candele che vengono benedette in questo giorno per la processione, a significare come ogni battezzato risplende della luce di Cristo nella misura in cui apre la sua mente e il suo cuore per accogliere la Parola di Gesù che è il Vangelo e lo mette in pratica, così che la vita del cristiano diventa la vita di un figlio della luce e non delle tenebre! La Candelora viene celebrata anche nella tradizione laica, ed alcuni studiosi sostengono che si tratti di una festività che ne sostituisce di una preesistente che si chiamava Imbolc nella tradizione celtica, e che rappresentava l’ideale passaggio tra l’inverno e la primavera ossia tra il momento di massimo buio e freddo e quello del risveglio e della luce.
La Candelora, si colloca a metà inverno nel tempo astronomico e coincide nel ciclo agreste/vegetativo con la fine della stagione invernale e l’inizio di quella primaverile; il più famoso detto popolare infatti recita: “Quando vien la Candelora de l’inverno semo fora; ma se piove o tira il vento de l’inverno semo dentro.” Questo indica che se il giorno della candelora si avrà bel tempo, si dovranno attendere ancora molte settimane perchè l’inverno termini ed arrivi la primavera. Al contrario, se il giorno della candelora fa brutto, la primavera è in arrivo. Questo passaggio dall’inverno alla primavera viene celebrato attraverso la purificazione e la preparazione alla nuova stagione. A Ischia da sempre il detto più ricorrente è sempre stato “A Cannelora, Estat Rint e Viern Fora”., quando naturalmente le condizioni del tempo non contraddicono la saggezza popolare.
Foto di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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