CULTURA & SOCIETA'

Con Alessandro Barbano si chiude “Libri d’A…mare”

Cala il sipario sulla XXVII edizione di “Ischia libri d’A…mare”, la rassegna letteraria organizzata dall’Associazione Culturale Mare, Sole e Cultura in collaborazione con il Comune di Lacco Ameno e l’Albergo della Regina Isabella, quest’anno dedicata al tema “Passaggi”. Questa sera, mercoledì 2 agosto, alle ore 21.30, in Piazza Santa Restituta (Lacco Ameno – Ischia) nel corso di una serata dal tema “Usi e soprusi”, Alessandro Barbano, autore de “L’Inganno” (Marsilio)  insieme a Gianni Ambrosino, Direttore TG Canale 21, intraprenderà un viaggio drammatico al cuore di un sistema invasivo e dispotico, che si è insinuato nella democrazia in nome di una retorica dell’emergenza, cancellando le di erenze tra eccezione e ordinario,  tra rispetto delle istituzioni e abuso di potere. Lasciando credere che con la legge penale si possa fare ogni cosa.

Una potente macchina di dolore umano non giustificato e non giustificabile, che adopera un diritto dei cattivi introdotto «dopo l’Unità d’Italia per combattere i briganti, usato a piene mani dal fascismo per perseguitare i dissidenti, ignorato dai repubblicani» e riportato in auge dai moderni paladini della giustizia. È questa oggi l’Antimafia, un sistema dove l’eccezione diventa regola e l’emergenza permanente è l’altare sul quale sacrificare la libertà in nome della lotta al crimine. Così confische e sequestri colpiscono migliaia di cittadini e imprenditori mai processati, o piuttosto assolti. Così sentenze anticipano leggi, pene crescono al diminuire dei reati e una falsa retorica professa l’idea che il rovesciamento dello Stato di diritto sia necessario alla vittoria sulla malavita.

È un’illusione o, peggio ancora, un inganno, sostiene Alessandro Barbano,  che in questo libro svela «gli abusi, gli sprechi, i lutti e l’inquinamento civile perpetrati da un apparato burocratico, giudiziario, politico e affaristico cresciuto a dismisura e fuori da ogni controllo di legalità e di merito». Come un virus che infetta ogni cellula, la menzogna di una legislazione antimafia che tutti i paesi del mondo vorrebbero imitare e l’intimidazione nei confronti di chi si azzarda a criticarla dilagano incontrastate. Per indebolire questo potere senza freni, che ha tradito il compito assegnatogli dalla democrazia, bisogna revocare la delega che una politica miope ha fatto alla magistratura e che alcune procure hanno trasformato in una leva per mettere la società sotto tutela. Oggi più che mai è necessario tornare a un diritto penale basato su fatti e prove, estirpare il peccato originale  del sospetto, definire univocamente il confine fra lecito e illecito. Solo così si può capire che cos’è la mafia. E combatterla davvero. 

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