Battaglie decennali per impedire indebite occupazioni di suolo pubblico, o addirittura, acquisizioni di fatto di particelle del Demanio comunale da parte di cittadini disonesti e senza scrupoli, sono documentate in Atti amministrativi e “politici” prodotti da consiglieri comunali e da ex sindaci preoccupati dell’integrità del territorio di Casamicciola Terme.
Il tema non nuovo, è tornato alla ribalta nel corso di questa estate, quando in maniera subdola una famiglia abitante nelle storiche “chiazze Mennella” (un’area completamente urbanizzata che si sviluppa fra la Villa Lombardi e la Villa Odina, sul Lungomare di via Salvatore Girardi) ha tentato di mettere a segno il classico “colpo gobbo”, rivendicando una proprietà inesistente su due strade comunali che si intersecano fra loro lungo la litoranea e raggiungono il corso Luigi Manzi all’altezza di Villa Fraticelli e Villa Scipione Di Meglio.
Questa località ha una sua storia che va raccontata, non tanto per rinverdire ricordi giovanili (il che non guasta in tempi grami che schivano le rievocazioni nostalgiche di tempi andati), quanto per sistemare alcuni tasselli storici al posto giusto e scongiurare per l’avvenire temerarie e ingiuste rivendicazioni prive di fondamento.
Orbene va detto che all’inizio del secolo Ventesimo la strada litoranea attuale non esisteva. Dalla Marina per raggiungere il rione di Perrone si imboccava il corso Luigi Manzi e, di seguito, via Cumana. Sul lungomare la falesia scendeva a precipizio sulla sottostante spiaggia che pullulava di fornaci e botteghe per la lavorazione della Terracotta. Intorno al 1900 Casamicciola era famosa per le acque termali e per i manufatti di creta, fra cui i mattoni da costruzione per lastricare stradine e marciapiedi.
Si contavano fino a trentacinque Mattonaie, fra cui primeggiavano i Mennella e i Lombardi, ambedue famiglie di Perrone che vantavano un’antichissima tradizione artigianale ereditata dai Greci che in queste contrade fondarono la colonia pithecusana. Nel luogo contestato, di cui ci occupiamo, vi erano le “Chiazze Mennella”, spazio all’aperto destinato alla essicazione al sole dei manufatti di creta. Verso il 1925 il presidente dell’Amministrazione Provinciale, ing. Salvatore Girardi, su imput di Tommaso Morgera, notaio di Casamicciola e consigliere provinciale, mise mano alla preziosa apertura della strada litoranea, spaziosa arteria sul mare che doveva collegare Casamicciola a Ischia in una visione di modernità turistica e viabilità adeguata per le prime automobili in circolazione.
L’intero litorale fu espropriato e le fornaci drmolite, malgrado gli “alti lai” dei proprietari che non vedevano di buon occhio la distruzione di una fiorente industria che dava da vivere a centinaia di famiglie. Nel luogo che interessa il nostro disquisire, venne a formarsi un terreno di risulta di forma trapezoidale che confinava con le proprietà Lombardi, Messuri, Mennella, Iacono e Barbieri. All’epoca la località non era urbanizzata; soltanto in seguito all’apertura della nuova arteria le abitazioni vennero edificate in… successione; quasi una gara di emulazione, ma anche il bisogno abitativo di persone “facoltose”, con buone possibilità economiche. Costruirono così le loro villette sul mare le Famiglie Mennella, Iacono, Lombardi, Messuri, Barbieri, Vitale e per ultimo i Monti-Fraticelli, utilizzando come ingressi alle loro case quattro piccoli tronchi viari, già realizzati dal Comune nel 1925, in funzione di comunicazione fra via Salvatore Girardi e Corso Luigi Manzi. Lo schizzo planimetrico pubblicato a lato rende bene l’idea del contesto urbano.
Negli anni Cinquanta, con l’apertura della Pensione Excelsior nella esistente Villa Iacono, costruita nel 1926, e del grande caseggiato limitrofo dei Petroni, le stradine delle “chiazze Mennella” diventarono delle preziose strade di comunicazione, in funzione di accorciatoia, per raggiungere la vicina spiaggia e la chiesa dei Padri Passionisti. Un via vai notevole di “paesani”, turisti e villeggianti, ma anche un luogo di ritrovo dei ragazzini del posto (fra cui chi scrive!) per giocare al pallone, alla “mazza e piuzo”, alla “Campana”, al “nascondino” e altre diavolerie inventate dalla fertile fantasia dei piccoli scuscià dei Petroni.
Il Comune in tempi successivi illuminò le due stradine, le asfaltò e impegnò una di esse, con servitù di opera pubblica, sistemando sottotraccia la condotta delle acque reflue in partenza dal rione De Gasperi e immissione nella vasca di depurazione di via Salvatore Girardi. Fin qui tutto normale. Le dolenti note iniziarono nel 1976, quando, più che i pedoni, poterono le auto, che iniziarono ad imboccare le due strade per parcheggiare o sostare brevemente per qualche incombenza. Apriti cielo! Ci fu qualche residente che si fece sentire accampando diritti di…presunte proprietà sulle piccole arterie comunali. Naturalmente non si finì a mazzate, ma a qualche colorito diverbio che non faceva presagire nulla di buono. La quiete e la tranquillità, fino ad allora godute dai residenti e dai passanti iniziavano ad essere insidiate da chi non tollerava…intrusioni “esterne” e occupazioni delle aree di sosta, indebitamente reclamate in esclusiva, non si sa in base a quale prerogativa.
Chiediamo venia ai pazienti lettori, ma siamo costretti a risalire al 1976, anno in cui comparvero sui muri della Villa Monti-Fraticelli alcune scritte che proibivano la sosta degli autoveicoli lungo le strade ritenute “proprietà privata” e siamo fortunati se non si arrivò a sbarrarne gli ingressi a pedoni e automobilisti!
All’epoca consigliere comunale di opposizione, chi scrive (che non aveva mai perso l’abitudine e il diritto di passaggio per “le chiazze Mennella” notò le targhe e si affrettò a scrivere una “interrogazione” al sindaco Parisio Iacono, sostenendo che “…le traverse interne in questione sono regolarmente aperte al pubblico transito da oltre cinquant’anni, per cui sono da considerarsi sottoposte a servitù per l’intera popolazione di Casamicciola. Questo a scanso di futuri equivoci e possibili atti arbitrari da parte di privati interessati alla questione”.
A rincarare la dose sopraggiunse un atto ufficiale dell’amministrazione comunale: il nuovo Stradario aggiornato al 1987 in cui furono inserite le due strade interne delle “chiazze” con la descrizione topografica, le misure e la redazione di un foglio mappale con relative particelle catastali.
Dopo questi avvenimenti tutto andò nel dimenticatoio fin quando non iniziarono le prime scaramucce verbali fra la famiglia Monti-Fraticelli e quelli che si…”azzardavano” a parcheggiare l’auto nelle strade in parola. Colse la palla al balzo l’ex sindaco Parisio Iacono, per indirizzare al “collega” Giovan Battista Castagna, in data 24 ottobre 2016 una pepata segnalazione sullo stato di fatto di alcune aree pubbliche usurpate da cittadini spregiudicati. Parisio scrive fra l’altro:”…I viali comunali da intitolare al sindaco dottor Vincenzo Vitale furono costruiti dal Comune dopo il terremoto del 1883 e messi in mappa agli inizi del 900. Nel 1974 furono inseriti nel piano regolatore e descritti come arterie aperte al pubblico transito. Il Comune provvide alla pubblica illuminazione, all’apposizione del manto di asfalto e vi fece passare –sottoterra-. una condotta fognaria da immettere nel depuratore di via Salvatore Girardi. La manutenzione è stata sempre effettuata dal Comune. Risulta che alcuni proprietari di abitazioni insistenti sui detti viali hanno affisso ABUSIVAMENTE sui muri la dicitura VIALE PRIVATO e hanno sistemato transenne e catene appropriandosi del suolo comunale per parcheggiare le proprie auto. Allego le foto dello stato dei luoghi. Il comando della polizia municipale deve urgentemente prendere provvedimenti”.
Fin qui la perentoria richiesta di Parisio Iacono riportata anche da Il Golfo nella edizione del 21 novembre 2016.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è…caduta nella scorsa estate, quando la proprietaria di un’auto parcheggiata nella stradina prospiciente la Villa Monti-Fraticelli, nel riprendere la sua vettura ha avuto la sgradita sorpresa di trovare una fiancata “rigata” di fresco da qualche punteruolo! Le telecamere hanno filmato il fattaccio insieme alla…”writes” che ha dovuto ammettere il danneggiamento con relativa rifusione del danno procurato.
Cos’altro aggiungere alla nostra storiella paesana? La solita tirata d’orecchi al Comune, che non riesce a tutelare i cittadini da violenze, angherie e soprusi di persone poco sensibili ai beni della collettività. E un suggerimento: il sindaco faccia sparire dai muri delle case “incriminate” -con un provvedimento coattivo- le scritte, i cartelli o altri mezzi impropri per impedire la sosta degli autoveicoli, con l’unico obiettivo di rivendicare alla proprietà comunale il suolo pubblico indebitamente insidiato e occupato!