CRONACA

Come cambia la vita ai tempi del coronavirus – Roberto Iacono: «Recupero dei valori, così Ischia si risolleverà»

L’avvocato e consigliere di minoranza di Serrara Fontana non ha dubbi: «Sbaglia chi pensa che si tornerà in tempi rapidi alla situazione di prima. O si cambia il paradigma culturale sia da parte della classe politica che dei cittadini o saremo sopraffatti…»

L’emergenza Coronavirus ci costringe a casa, in isolamento forzato. I pensieri che corrono, alcuni verso risvolti positivi, altri verso un futuro nebuloso, ancora poco chiaro. La vita in isolamento non è semplice e nemmeno la condizione speciali di noi isolani, già un po’ abituati a fare a meno di alcune libertà che sono concesse a chi vive sulla terraferma, ci rende pronti ad affrontare questo periodo di quarantena forzata dove tutto si è fermato e un’isola votata all’ospitalità deve ora fare i conti con il proprio isolamento al quadrato e le prospettive per il futuro. Attraverso i pensieri e le testimonianze degli ischitani cerchiamo di capire come l’isolano stia affrontando questo duro e difficile momento, alle prese con un isolamento forzato che costringe a fare i conti con i propri pensieri, paure e prospettive. Roberto Iacono, avvocato di stanza a Napoli, consigliere comunale di minoranza del comune di Serrara Fontana, ci racconta come sta affrontando questo periodo di quarantena forzata.

Come è cambiata la quotidianità ai tempi del Coronavirus? Come stai passando le tue giornate in cui la gioielleria è chiusa?

«In realtà gran parte degli Avvocati si sono rinchiusi presso le loro abitazioni già dagli inizi di marzo. Anche io resto chiuso presso la mia abitazione a Napoli. Infatti le prime avvisaglie del virus si sono avute all’interno del Tribunale di Napoli tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo. Ovviamente l’attività di studio è continuata regolarmente da casa. Oltre lo studio, mi dedico al mio hobby la politica e l’attività fisica.

Quanto manca l’isola?

«È dura restare per così tanto tempo lontano dall’Isola. L’Isola manca, manca tanto, ma cerco di colmare tale mancanza con la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta, avendo nelle scorse settimane frequentato luoghi ove si sono verificati casi di coronavirus. È giusto e responsabile restare a casa ancora per qualche settimana. Ischia la seguo tramite le notizie che mi giungono da parenti ed amici.

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Come è cambiato il rapporto con la casa?

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«Il rapporto con la mia abitazione si è totalmente capovolto. Mentre prima dell’avvento del virus uscivo al mattino per poi rientrare la sera vivevo l’intera giornata tra il Tribunale e l’ufficio, ora praticamente ci resto da oltre 15 giorni h24. Credo però che si tratti di piccoli sacrifici indispensabili per l’intera comunità.

E il lavoro?

«Il lavoro, come affermavo, prima continua regolarmente. Resto reperibile per i clienti sia a mezzo mail sia telefonicamente sia eventualmente in videoconferenza. È chiaro che per uno come me che viveva gran parte della sua giornata tra Tribunale e ufficio, cambiare il proprio stile di vita non é stato facile ma sono convinto che questa esperienza ci renderà più forti.

C’è poi un momento in cui si rimane in quarantena con se stessi, quali sentimenti animano questi momenti di solitudine?

«Il sentimento principale è la speranza che tutto ciò possa risolversi quanto prima. Ritengo però necessario che la speranza nell’encomiabile lavoro che stanno svolgendo tutti gli operatori che lavorano all’interno degli Ospedali e mi riferisco a medici, infermieri, OSS e addetti alle pulizie debba essere accompagnato dall’impegno da parte nostra, e qui mi spoglio degli abiti di avvocato mettendo quelli di Consigliere Comunale di Serrara Fontana, affinché si vada in soccorso di cittadini ed aziende che necessitano di aiuti finanziari atteso che la situazione temo non si risolva nell’immediatezza. Sul punto spero che Sindaco e Consiglieri Comunali si attivino e per una volta accolgano la nostra proposta.

Come vedi il prossimo futuro per l’isola, ma anche per il mondo intero?

«Dopo la crisi sanitaria da coronavirus dovremo fare i conti con una gravissima crisi economica, dovuta sia al sostanziale blocco delle attività delle imprese, in particolare quelle del turismo, sia per il costo che graverà sul paese per l’aumento del debito pubblico che deriverà dalle misure di sostegno all’economia. Sbaglia chi pensa che si tornerà in tempi rapidi alla situazione di prima. O si cambia il paradigma culturale sia da parte della classe politica che dei cittadini, assumendoci tutti la propria responsabilità di perseguire uno sviluppo sostenibile dell’Isola, uscendo da logiche clientelari e assistenzialistiche, o saremo sopraffatti da un inevitabile declino ed impoverimento economico, sociale e culturale. Il nostro futuro dipende oggi più di ieri dal coraggio di intraprendere degli isolani e dal recupero dei valori del lavoro e del sacrificio, dell’onestà, dell’amore per la nostra terra che lasceremo ai nostri figli.

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